venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


In questi giorni sta tenendo banco la vicenda del tifoso genoano incappato in un controllo di polizia un po’ troppo ortodosso, seppur la polizia continui a scaricare il barile con le solite scuse trite. Gli amici di “Football a 45 giri” ci racconto la loro solita brillante versione musicata della notizia.

«Le cose non sono andate come dicono, mi ricordo tutto quello che è successo, è molto diverso dalla versione ufficiale» cosi ha esordito Massimo Moro rivolgendosi ad i sui parenti che però non hanno fatto trapelare nessun tipo di dettaglio, godendosi la gioia del risveglio dal coma del loro congiunto.

Il cognato, anche lui presente alla partita “incriminata” Inter – Genoa di Coppa Italia, insieme ad altri 5 amici, dichiara «Prima ne deve parlare con il suo avvocato». L’ incontro con il legale si terrà lunedi in ospedale, Moro ancora non potrà lasciare per sicurezza (aveva il vomito nei polmoni) il reparto di Neurorianimazione del Policlinico di Milano.

Le istituzioni raccontano ufficialmente che Moro era fuori controllo, ha tentato di fuggire ed è caduto insieme ad un agente, ma gli amici del tifoso di Sestri invece danno una versione che non collima: «la verità è che a San Siro ci hanno trattati come dei terroristi, mentre eravamo soltanto un gruppo di tifosi allegri; mi hanno fatto inginocchiare per terra e svuotare le tasche, anche se ho 50 anni e sono così pulito da essere stato nominato giudice popolare. Massimo si è rifiutato, per quello l’hanno portato via. Vi prego di pubblicare la nostra foto (rivolto al secolo XIX), voglio che si vedano le nostre facce di gente normale che per seguire la squadra del cuore ha fatto la tessera del tifoso senza fiatare».

La loro foto è una delle tre che procedono l’ articolo e fa trasparire che si tratta di “gente normale”. C’ è troppa repressione e c’è troppa foga nel metterla in atto, è uno stato di polizia?

Fonte Sportpeople

Per Corederoma
Paolo Nasuto