sabato, Settembre 21, 2024 Anno XXI


Il motivo dell’esonero non è, come si potrebbe pensare, nella minore importanza che riveste l’incontro ma nella difficoltà di conoscerne con certezza le date. La Corte di cassazione, con la sentenza n. 4369 (si legga il testo sul sito di Guida al diritto) afferma che il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, il cosiddetto Daspo, con gli oneri che ne derivano, deve fondarsi sulla certezza del calendario. Il supporter – spiega la Cassazione – è in grado di conoscere agevolmente le date delle sfide di campionato, sia in casa sia in trasferta, la stessa facilità che c’è nel caso di tornei programmati e ufficiali.

Le incognite delle amichevoli
Diverso è per le partite amichevoli che possono essere decise anche in rapporto alle esigenze del momento, all’individuazione e all’accordo con le squadre avversarie o alla disponibilità dello stadio. Incognite che fanno venire meno quella determinatezza che mette chi è oggetto del provvedimento nella condizione di rispettarlo. La programmazione delle date è dunque una condizione irrinunciabile dal momento che la pena, per il mancato rispetto dell’obbligo di presentazione negli uffici di pubblica sicurezza, è la reclusione da uno a tre anni e la multa da 10mila a 40mila euro. Il Daspo scatta però anche nel caso di incontri amichevoli quando questi vengono adeguatamente pubblicizzati, dalla stampa, dalla televisione e anche dal sito della società.

Fonte: www.ilsole24ore.com

Per Corederoma
Paolo Nasuto