giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


da goal.com

23 ottobre 2011, Roma-Palermo. Nell’undici titolare giallorosso c’è anche Erik Lamela, al suo esordio nel campionato italiano. Dopo 7’, l’argentino bagna la sua prima partita ufficiale in Serie A con la rete che deciderà la sfida. L’Olimpico è già ai suoi piedi. Un segno del destino. Che El Coco (questo il suo soprannome), fosse un predestinato lo si era capito da quando era piccolo.
Gracilino ma dal talento purissimo, a 17 anni ha esordito nel Torneo Clausura con la prestigiosa casacca del River Plate, incantando tutti. Cinque anni prima il Barcellona, vedendolo giocare in un torneo amichevole in Galizia, avrebbe fatto carte false pur di metterlo sotto contratto (per fortuna della Roma, non se ne fece nulla). Ora è il presente e il futuro della Roma.

Erik LamelaInnamorato della città capitolina, ci ha concesso, in Esclusiva, un’intervista in cui ci racconti chi è Erik Lamela, il nuovo asso della Roma…

Allora Erik, si dice che, a 12 anni, il Barcellona voleva metterti sotto contratto, è vero o è una storia inventata?No, è vero. Ero in Spagna per giocare un torneo. Ho giocato tutte le partite e, in una in particolare, sono andato piuttosto bene (cinque goal ndr). Erano presenti degli osservatori del Barcellona che hanno notato le mie prestazioni, chiedendo così delle informazioni a riguardo ma rimasi al River”.

River in cui hanno giocato grandissimi giocatori come Aimar, D’Alessandro, Saviola, Ortega. Chi ti ha aiutato maggiormente nella tua crescita?Non posso dire che, per me, siano stati dei veri e propri modelli ma Ortega è stato importante per me, sia fuori che sul campo”.

Ma hai mai avuto un modello di giocatore?Sì, certo, il mio modello è stato Zinedine Zidane”.

Conclusa l’esperienza con il River, sei arrivato alla Roma, in Europa. Quali sono le differenze più evidenti che hai riscontrato tra il calcio argentino e quello europeo?Direi che la differenza più evidente, a livello di gioco, è che il calcio europeo è più ordinato rispetto a quello argentino e, qui, si tocca di più la palla”.

A proposito di toccare la palla. Uno dei tuoi ‘marchi di fabbrica’ è il tocco con la suola: come nasce questo colpo? Ti sei ispirato a qualcuno?No, sono cose che faccio d’istinto, probabilmente il fatto di aver giocato a calcetto mi ha facilitato in questo particolare tocco”.

A Roma ci sono tanti altri grandi giocatori, un compagno che non conoscevi prima di arrivare a Roma e che ti ha sorpreso? Magari Stekelenburg?Guarda, non mi piace fare nomi farei dei torti ai miei compagni”.

Beh, però di Luis Enrique qualcosa ci puoi dire. In cosa è diverso dagli altri?Luis Enrique è un vero amante del calcio, questo è ciò che lo rende unico”.

Come vedi il tuo futuro? Scudetto a Roma, Mondiale con l’Argentina, Pallone d’Oro: quale credi sia la cosa più probabile?Eh, scelta obiettivamente difficile. Sono tutti obiettivi importanti e ambiziosi. Personalmente mi piacerebbe vincere qualcosa a Roma, questo è il mio pensiero”.

In Italia i giovani fanno fatica a trovare spazio. Tu sei tra i pochissimi classe ’92 a rivestire un ruolo importante in tutta la Serie A…Io credo che in Italia ci siano tantissimi bravi calciatori giovani”.

Stai seguendo la Champions League? Risposta secca, chi si porterà a casa il trofeo?Il Barcellona”.

Barcellona Campione d’Europa secondo Lamela, almeno fino a quando in Champions League non ci sarà anche la Roma di El Coco…