Il sabato molti di noi lo dedicano alla famiglia, ai figli, agli amici, alle donne, allo shopping (quello che ne è rimasto), oppure al lavoro.

Sabato pomeriggio a Pescara, durante la partita di serie B tra gli abruzzesi ed il Livorno, è successo quello che purtroppo è già capitato su decine di campi di calcio e calcetto, ma anche di altri sport, ad ogni livello. MA È SUCCESSO IN DIRETTA, DAVANTI AGLI OCCHI DI TUTTI.

Piermario Morosini, giramondo del pallone ha combattuto e perso in pochi secondi la sua battaglia contro il male. UNA MANO INFAME L’HA TIRATO GIÙ PER 3 VOLTE, FACENDO DI LUI UN GUERRIERO EROICO E ROMANTICO.

A POCO A POCO CHE LE NOTIZIE SPIEGAVANO CHI FOSSE ‘STO RAGAZZO, È EMERSA UNA REALTÀ ANCORA PIÙ TREMENDA. SENZA GENITORI DA RAGAZZINO, SENZA UN FRATELLO MALATO CHE HA SCELTO LA MORTE, CON UNA SORELLA DISABILE RIDOTTA AD UNA VITA DA RECLUSA. IL SUO DESTINO ERA SCRITTO, LO SAPPIAMO.

FORSE IL PADRETERNO, O CHI PER LUI, LO HA VOLUTO RIAVVICINARE AI SUOI CARI, ALMENO ILLUDIAMOCI CHE SIA COSÌ.

MA CI CHIEDIAMO ANCHE ALTRO, IN UNA SOCIETÀ CHE HA SPESO MILIONI DI EURO PER TORNELLI E TESSERE DEL TIFOSO, NON SI POTEVANO TROVARE 2000 EURO PER UN DEFIBRILLATORE? OPPURE 200 EURO PER LA PRESENZA FISSA DI UN RIANIMATORE PROFESSIONALE? NON SAREBBE SERVITO A NIENTE FORSE, MA IN QUESTO MONDO NON CI SI È NEANCHE PENSATO. TROPPA FATICA E TROPPO POCO DA MAGNACCE.

CIAO MORO, TI VOGLIAMO BENE.

PERDONACE.

Associazione CoredeRoma