giovedì, Ottobre 03, 2024 Anno XXI


La vittoria della Roma contro il Villa Arzilla milanista fa un po’ l’effetto dell’Alka-seltzer, quel noto prodotto da banco che, come recita il foglietto illustrativo, contiene sostanze analgesiche e antiacide che alleviano il mal di testa e il senso di pesantezza causati da una cattiva digestione, e quindi ne cura i sintomi, ma non la causa.
Ancora una volta il calcio giocato è il velo pietoso che copre quello che ancora accade vicino al calcio, accanto al calcio. L’Alka-seltzer, appunto.
La telefonata ammorbidente di “Coccolino” Delio Rossi, che la maggior parte degli organi di stampa, con la commendevole eccezione de ilRomanista e del suo direttore Luna, sta cercando di ridimensionare al limite del pudore, come se la funzione dei giornalisti fosse quella di cercare scuse, difese e attenuanti invece di approfondire, indagare, capire.
Le strane coincidenze che vedono l’Inter nel ruolo della favorita del momento, quella a cui spianare la strada, la nuova padrona del calcio, padrona al punto che persino una vecchia signora come la Juventus deve capitolare sommersa dai torti arbitrali in quel di Napoli.
Il ritorno del gotha della giustizia sportiva, che un conto è giudicare dai titoli, e quelli sono ineccepibili, altro conto è giudicare dai risultati, pessimi, ma oltre non si può andare, perché si tratta di persone, parafrasando lo Shakespeare del Giulio Cesare, che sono certamente uomini d’onore.
La sensazione che la tolleranza zero sia rivolta contro i tifosi, che per portare uno striscione o uno stendardo devono riempire più carte che per trasportare materiale radioattivo, e poco o nulla contro la corruzione e il malaffare.
E allora non resta che tenere lo sguardo concentrato sul campo, la testa ben ferma, che, dicono, sia un modo infallibile per far passare la nausea.
Perché una lucida follia a questo porta: a capire, intuire, indignarsi e disgustarsi, ma a tifare lo stesso.
Una lucida follia che nel calcio di oggi è l’unico modo per mantenersi savi.