giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


oggi si ricomincia. Finalmente. E’ una giornata di merda, appena alzo la serranda non vedo che acqua tutt’intorno. ci mancava solo questa, come se non bastassero le batoste estive. L’anno si divide in tre parti: il mercato, il campionato il vuoto e poi acora il mercato e il campionato e così via. nel frattempo passa il tempo e questo continuo rincorrersi di emozioni, di speranze è una delle poche cose che rimane. c’era quand’ero bambino, c’è ora e ci sarà domani. a dire il vero c’era prima che io fossi bambino. è un treno in sul quale io sono saltato mentre già correva. l’anno dicevo si divide in tre parti e quella dedicata al mercato è andata tutt’altro che bene. forse di merda anche se un giudizio così estremo oggi non si può dare. sarà che nella vita ho due amori e che entrambi quest’estate sembrava che si fossero messi d’accordo per prendermi a calci in faccia. sarà che maria mi lascia soltanto speranze, e la roma forse mi nega pure quelle. sarà che piove a dirotto e non ci sono abituato. sarà quello che vi pare ma tra mani non ho niente e questo probabilmente accende l’attesa del futuro. l’attesa per il campionato.

come al solito esco di casa mezzo rovinato e vado a fare colazione al bar. ogni tanto entra qualcuno con la sciarpa al collo. io sono timido di natura, non parlo facilmente però mi emoziono un sacco di volte. per esempio la domenica mattina al bar quando vedo tutte quelle sciarpe giallorosse davanti al bancone. poco dopo ne vedo ancora di più, arrivano da ogni lato e si concentrano verso lo stadio. e’ un fiume e in ogni goccia c’è un altro fiume di attesa e speranza che si concentra su quel prato. tutto converge: il passo, i colori, le voci, le emozioni. appena entrato nello stadio alzo gli occhi e sotto il tabellone vedo uno striscione enorme. c’è scritto “Occhio che vi vedo” e una firma. chi non lo vuole capire parla e parla di cazzate, forse non capirà mai. ne ho incontrate tante di persone che non volevano capire e tra queste maria. in quel posto, in quel momento si affoga nel sentimento. è un momento della vita che va sotto il capitolo amore. amore nei confronti di una squadra, nei confronti di chi ti trovi accanto. non lo conosci ma gli sorridi lo stesso perchè sai che pure lui si è fatto il culo per il tuo stesso motivo. arriva amore pure dai pezzi di stoffa che parlano per chi non può più farlo. arriva amore a valanga; forse per questo ogni tanto la gente si spaventa e comincia a pontificare. succede quando l’amore si sente tradito e tende a diventare odio. una valanga. ma oggi è una valanga d’amore. “Occhio che vi vedo” vuol dire che il treno continua a correre, anche se per uno che sale c’è qualcuno che scende. però anche se scende se lo porta dentro quel treno. se lo porta dentro al cuore e se è vero che lassù è il regno del cuore allora sicuramente ci vede ancora andrea, potete giurarci.

nell’ultimo anno non ho vissuto a roma. questo vuol dire che per andare allo stadio ogni domenica è stata anticipata da un sabato sul treno. per ore e ore. a pavia tutti mi dicono che sono matto. che non è normale spendere soldi e fatica per una squadra di calcio. la roma per giunta. che non vince mai. ma che ne sanno cosa vuol dire perdere una finale di coppa campioni ai rigori e in casa. che ne sanno cosa vuol dire perdere uno scudetto quando ti sembra di averlo in tasca. che ne sanno dell’amore. l’amore è cieco e prescinde da tutto. spera di poter esplodere di gioia ma non si tira indietro quando c’è da soffrire. ogni volta che mi chiedono come si fa ad essere tifosi della roma divento un po’ più fiero di me e di tutti i matti che con me si concentrano in quello di stadio che ha visto più lacrime che sorrisi. oggi intanto è un giorno di sorrisi. dopo tanto tempo ricomincia il campionato. la giornata a dire il vero era cominciata male. pioveva e il primo tempo la roma perdeva. poi è uscito il sole ad illuminare il piede di francesco totti, uno che l’amore sa cos’è. mentre la palla entrava in rete nel cielo si apriva un varco e a me piace pensare che le nuvole si fossero scansate per far passare lo sguardo di andrea. l’aveva detto: “Occhio che vi vedo”.

kammamuri


Roma, 12 settembre 1998, stadio olimpico

Roma: Chimenti 5(12′ St Tommasi, 6), Di Biagio 6.5, Alenitchev 6.5, Paulo Sergio 7.5 (41′ St Gau.5, Cafu 6, Zago 5, Aldair 6, Candela 5.5, Di Francesco 6 tieri Ng), Bartelt 5.5 (10′ St Frau 7), Totti 7 (22 Campagnolo, 13 Petruzzi, 20 Dal Moro, 23 Conti). All.: Zeman 6.

Salernitana: Balli 6, Bolic 6, Song 7, Fusco 5, Tosto 5.5, Rossi 5.5, Gio.Tedesco 6.5 (15′ St Vannucchi, 6), Breda 7, Gia.Tedesco 5.5, De Cesare 6 (6′ St Ferrara 5.5), Chianese 6 (2′ St Di Michele Ng). (12 Ivan, 2 Del Grosso, 17 Galeotto, 24 Vucoya). All.: Rossi 6.5.

Arbitro: Bolognino di Milano 6.
Angoli: 7 A 1 per la Roma.
Recuperi: 2′ e 4′.
Espulsi: nel Pt, 45′ Fusco per proteste.
Ammoniti: per gioco scorretto Di Biagio, Tosto e Tommasi.
Spettatori: 62.651 per un incasso di 2 miliardi e 117 milioni 657 mila lire
Gol: Song 41’pt, Paulo Sergio 1′ e 37’st, Totti 16’st


All’Olimpico esordio davanti a 62 mila spettatori. I giallorossi esplodono nella ripresa: gol e spettacolo

La Roma dà i brividi Inizio da paura, poi Paulo Sergio e Totti annullano la Salernitana
Roberto Renga dal Messaggero


immagini by bobodrum