lunedì, Settembre 16, 2024 Anno XXI



dice matisse che sono stordito, anzi mi ci chiama così. la mattina fino a quando l’orologio non va in doppia cifra non sono in grado di intendere e di volere. intendere e volere probabilmente in quelle ore sono parole grosse, non sono in grado nemmeno di parlare. lei che di mattine con me ne ha passate molte ha pensato che fossi stordito per davvero, anche se in realtà dice che mi chiama così perché non voglio rendermi conto che il campionato dell’altr’anno non è stato falsato. invece pare che lo sia quello di quest’anno, stando almeno al pensiero di uno che piace alla gente che piace e che quindi dovrebbe girare in Y10. chissà se davvero gira in Y10? io non credo anche se quello slogan dovrebbero averlo creato per lui. va beh! lasciamo perdere con queste polemiche sterili. sterili nel senso che tanto non cambia niente, non che non sia da cambiare. il tipo dell’Y10 insomma ieri ha avuto la bella faccia di dire che questo campionato sarebbe falsato dai fantasmi del doping che aleggiano sul calcio. a parte il fatto che la cosa puzza di “excusatio non petita” ma poi voglio dire un po’ di dignità, che cazzo. sei uno che se ritorniamo indietro e ricominciamo da capo la vita di tutti al novantanove. virgola. novantanove.percento gli dice molto ma molto peggio di quanto gli ha detto. se poi ricominciando togliamo tutto ciò che falsa la libera competizione allora francamente gli dice peggio di sicuro. capirei parlasse qualcun’altro, ma lui, lui no. non so se non si rende conto di come stanno le cose o se la vita gli ha insegnato che anche essendo tra i 100 italiani più fortunati bisogna lo stesso piangere e prendere, prendere e piangere. lo so io cosa significa giocare una partita falsata.

gioco fuori casa. sapete cosa vuol dire? vuol dire che solo lo spostamento costa tempo e denaro. non perché il mio tempo valga particolarmente in denaro. proprio perché un viaggio costa anche dei soldi. tra l’altro la partita cominciò diversi anni fa quando neppure lavoravo e per raccogliere i soldi dovevo pure fare i miracoli. insomma, già il terreno era uno svantaggio, metteteci pure il tifo. di solito quando sei in un posto e cominci ad uscire con qualche ragazza tutti ti cominciano a guardare come se stessi rubando qualcosa, il che è come se ci fosse il tifo contro. d’altra parte giocando fuori casa è normale. organizzo una tattica da paura. niente può resistermi penso. sparo tutto all’inizio per cogliere l’avversario di sorpresa. sono in forma per cui va tutto alla grande. all’inizio lei sta molto sulle sue, non capisco nemmeno bene se mi ha, non dico notato, ma visto. io l’avevo vista eccome. usciva di casa in un giorno piovigginoso mentre stavo aspettando un passaggio. due fulmini in un istante, uno colpisce l’antenna di una casa, l’altro il mio cuore. come farò a rivederla, chissà. a roma è praticamente inutile notare qualcuno che passa, tanto non si rivede più, come fai? in un posto più piccolo può accadere un miracolo, tipo quello di rivederla entrare, qualche giorno dopo, nella biblioteca dove prestavo servizio. lei mi guarda, io collasso, lei mi saluta, io bofonchio qualcosa di simile ad una risposta e continuo a collassare, lei mi chiede se c’è il programma di una manifestazione culturale, io non lo so e cerco di improvvisare ma non lo trovo, lei dice che non fa niente, io comincio a riprendermi, lei saluta per andare via, io mi dico cazzo non è possibile, devo fare qualcosa, lei si gira ed esce, io parto in contropiede, le dico che lo vado a cercare il giorno dopo, lei mi ringrazia, io penso ecco sto per arrivare in area, lei se ne va, io mi siedo, il contropiede è servito solo per prendere tempo, peccato, ma in fondo è ancora il quinto minuto del primo tempo.

il giorno dopo vado in comune e mi procuro il programma, poi torno in biblioteca ed aspetto. non arriva la mattina, non arriva il pomeriggio, non arriva il giorno prima, il gioco ristagna a centrocampo. devo fare qualcosa, ma cosa. è facile capire che bisogna fare qualcosa, molto più difficile riuscirci. il cronometro intanto scorre inesorabilmente finché un bel giorno, mi pare la settimana dopo lei rientra alla stessa ora nello stesso modo. io ricollasso, ma siccome ho fatto una sostituzione e ho mandato in campo un centrale difensivo meno emotivo gestisco meglio la situazione. parto in gran stile palla al piede e le dico, tra il vago (finto) e il suddito (vero) che le ho preso il programma. lei mi guarda mezza sbalordita e mi chiede “quale programma?”. cazzo. no! questo è un fallo da dietro, di quelli che rischiano di fare male. non si gioca mica così. è sempre la stessa cosa, lo stramaledetto vizio delle ragazze molto belle. loro sono troppo abituate nemmeno a chiedere, a vedere esaudite le loro richieste ancor prima che vengano espresse. ma avete mai pensato quanto questo falsi il gioco? provate a vivere col mondo che vi sorride al passaggio e col mondo che non vi fila di pezzo. non lo fanno nemmeno apposta. è così. insomma si era dimenticata però rimane colpita, lo sento, passiamo due ore a parlare e io le chiedo se le va di accompagnarmi che devo segnarmi ad un corso di teatro che comincia qualche giorno dopo. lei viene e poi ci salutiamo. tre giorni dopo vado al corso e la trovo lì. si è segnata anche lei. come attrice non mi pare proponibile. forse la pressione stà dando i suoi frutti. l’arbitro fischia la fine del primo tempo sono in vantaggio per uno a zero. fuori casa per giunta, un po’ come la roma ieri sera a genova, dominio assoluto del gioco e gol di delvecchio alla mezz’ora. si prospetta una partitissima, roma-fiorentina con la possibilità di volare in testa. alla grande. tutto va alla grande. e quì entra l’arbitro, un personaggio oscuro, di solito. salvo quando decide che deve far deviare il corso delle cosa. questo è quello che io chiamo falsare il campionato. certo una svista va bene, ma l’errore sistematico no. ieri ci hanno massacrato ai trenta metri. hanno pareggiato con un colpo di testa di uno che ha fatto la cavallina su zago. hanno infine fatto il due a uno su una punizione inventata. certo potevamo chiudere la partita con un secondo goal che si poteva e si doveva fare. però il fatto che uno sbagli non autorizza a falsare. certo, si può essere più forti degli errori arbitrali, ma io non vedo perché c’è gente che viene favorita dalle presunte sviste, e gente che, per vincere deve giocare meglio almeno il doppio. non e’ giusto cazzo. si perché se ieri sera non ci danneggiavano ero qui a gioire mentre invece sono disperato. esattamente come nella partita con maria se non ci si metteva l’arbitro che mi metteva il mondo contro, mi toglieva la fiducia di lei, faceva irrompere un sedicente personaggio nel ruolo di ragazzo, cominciava a non farmi più giocare, probabilmente non sarei qui a maledire gli errori fatti. perché di errori ne ho fatti ma non tali da meritare di perdere la partita. per questo da un sacco di tempo cerco di ripeterla, perché se la rigiochiamo cento volte, cento volte la vinco. perché non sbaglio più. perché stavolta la sposo.

chissà se ci sarà un po’ di giustizia. a sentire le dichiarazioni di ieri di quello della Y10 temo di no. temo che continuerà a piovere sul bagnato. ma io aspetto, pare che i cinesi aspettino sulla riva del fiume il cadavere dei loro nemici. a me sembra di avere un sacco di nemici, e zeman pure, quasi quasi gli dico di andare sulla riva del tevere ad aspettare. all’altezza dell’isola tiberina c’è anche uno scorcio molto suggestivo, ci andavo sempre con maria quando andavamo dalla sora gabriella a prendere una grattachecca. in bocca il gusto della menta ghiacciata, negli occhi il ponte rotto, nelle orecchie il rumore delle rapide, nel cuore … nel cuore non ve lo dico, tanto ve lo immaginate.
kammamuri


Genova, 4 Ottobre 1998, Stadio Marassi

Sampdoria (4-4-2): Ferron 6,5, Balleri 6 (40′ St Nava Sv) , Mannini 6,5, Grandoni 6, Castellini 5,5, Vergassola 6, Franceschetti 6,5, Laigle 5,5, Iacopino 6,5 (48′ St Sgro’ Sv), Ortega 6, Palmieri 6,5 (46′ St Zivkovic Sv). (22 Ambrosio, 27 Ficini, 16 Cordoba, 28 Stendardo). Allenatore: Luciano Spaletti 6.

Roma (4-3-3): Chimenti 6,5, Cafu’ 5, Zago 5, Aldair 5,5, Candela 6, Tommasi 6, Di Biagio 6, Di Francesco 6 (32′ St Gautieri Sv), Paulo Sergio 5 (32′ St Alenichev Sv), Delvecchio 6,5, Totti 6,5 (14′ St Frau 5) (22 Campagnolo, 13 Petruzzi, 20 Dal Moro, 23 Conti D.). Allenatore: Zdenek Zeman 5,5.

Arbitro: Tombolini di Ancona 5,5.
Angoli: 8 A 3 per la Roma.
Recupero: 2′ e 5′.
Espulsi: al 49′ St Aldair per doppia ammonizione.
Ammoniti: Zago, Balleri, Franceschetti, Leigle, Di Biagio, Di Francesco per gioco scorretto; Grandoni per proteste.
Spettatori: 15.087 abbonati e 3.409 paganti.
Gol: Palmieri (16 p.t.), Delvecchio (26 p.t.), Iacopino (30 s.t.)


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Ugo Trani dal Messaggero


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