giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


Lo spettacolo ad Euro 2012 deve ancora ufficialmente cominciare, ma l’idillio s’è interrotto ben prima del fischio d’inizio con gli insulti razzisti verificatisi agli allenamenti della nazionale olandese nei confronti dei diversi calciatori di colore degli orange.

A Cracovia, infatti, durante una sessione d’allenamento della selezione diretta da Bert van Marwijk aperta al pubblico, si sono levati fischi e ululati scimmieschi, secondo quanto riporta il “De Telegraaf” e poi rimbalzato su tutte le testate europee, sportive e non solo.
Lo stesso commissario tecnico olandese ha fatto spostare gli esercizi del gruppo dalla parte opposta dello stadio per evitare l’imbarazzo, poi, a mezzo stampa, ha espresso il suo disappunto chiosando con sarcasmo che almeno adesso sanno quale ambiente stupendo li attenda da qui alle prossime uscite.
La Federcalcio olandese non ha comunque mosso alcun reclamo ufficiale alla Uefa che, da par suo, chiamata in causa sull’accaduto, ha prudentemente commentato dicendo che non c’erano cori distinti in merito e non si capiva poi tanto bene cosa i tifosi dicessero o cantassero. Da qui la reazione sdegnata del capitano Mark van Bommel che ha letteralmente sostenuto che l’Uefa farebbe meglio a sturarsi le orecchie, minacciando inoltre che, qualora si ripetano episodi simili a sfondo razziale, chiederanno all’arbitro di interrompere la partita.

Anche se dai video che abbiamo visionato in rete non ci è dato di capire chiaramente se effettivamente ci siano stati o meno questi cori di stampo razzista, ma se pure volessimo prender per buone le verità delle televisioni, (cit.), a maggior ragione che il movimento del tifo intorno al Wisla Cracovia non è certamente anti-fascista, quello che però fa più specie è come siano stati capaci tutti questi signori così indignati a non menzionare una, e diciamo una sola volta che il motivo principale della presenza dei tifosi sugli spalti del “Miejsky” era principalmente in segno di protesta contro la stessa massima manifestazione calcistica europea, soprattutto in termini di ondate repressive che ciò ha comportato (parlavamo proprio ieri delle “simpatiche” misure di sicurezza messe in atto per l’Europeo…), senza dimenticare il solito strano approccio economico-finanziario di queste manifestazioni in cui le entrate sono private a beneficio di circuiti bancari, di ticketing e a tutto l’indotto Uefa, mentre le uscite sono a carico collettive, con i costi degli impianti riversati sulle tasche dei contribuenti polacchi ed ucraini a fronte di un ritorno che per loro sarà puramente teorico.

Altre proteste di pari matrice si sono verificate a Gdynia. La foto in apertura si riferisce proprio a queste, mentre il video a margine è della protesta di Cracovia durante l’allenamento dell’Olanda.

Sport People.

Per Corederoma
Paolo Nasuto