giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


Indiscrezioni agli atti dell’inchiesta del procuratore Di Martino, ma la partita fu vinta dal Genoa.Il capo ultrà nega di conoscere il patron Preziosi, ma in una telefonata con Sculli affermava di “averlo salvato”

Una partita comprata, letteralmente, dai giocatori della Sampdoria in occasione del derby contro il Genoa: è quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta Calcioscommesse. Il colloquio risale a dopo il 28 maggio, giorno degli ultimi arresti e avviene tra una persona non ancora precisata e il capo ultrà del Genoa M. L., interrogato oggi a Cremona.

Nell’intercettazione L. racconta di aver incontrato un altro giocatore, che non sarebbe né del Genoa né della Sampdoria, che gli disse che il derby dell’8 maggio 2011 era stato comperato con denaro proveniente da una colletta di giocatori della Sampdoria. Gli avrebbe anche riferito di una somma molto più alta di quelle ricorrenti nell’inchiesta sulle partite truccate. L. nel corso dell’interrogatorio davanti al procuratore Di Martino, avrebbe sostenuto, di non avere al contrario incontrato nessun giocatore.

L’ultrà rossoblù ha affermato, da parte sua, che nelle telefonate intercettate dopo il primo giugno avrebbe soltanto riportato “opinioni e delle sensazioni” riguardo all’andamento di quel derby in cui i tifosi contestarono il Genoa per “lo scarso impegno”. “Quello che ci ha dato più fastidio – ha detto il capo ultras – è che siamo stati accostati alle combine delle partite, cosa che è lontana dal nostro mondo”

Fra gli altri colloqui telefonici intercettati dagli inquirenti, stavolta con il calciatore Beppe Sculli, L. aveva detto di avere “salvato” il presidente del Genoa Enrico Preziosi, mentendo in una inchiesta che aveva visto coinvolto il patron genoano nel 2006. A una domanda su Preziosi L. ha detto: “Non lo conosco, e se lo conosci lo eviti”.

Ritornando all’incontro del 15 maggio 2011 con il bosniaco Safet Altic e Giuseppe Sculli, L. ha detto che in quell’occasione al ristorante erano andati lì per “fare il culo a Criscito, perché dopo il gol non aveva esultato e, alla fine della partita, non aveva festeggiato”. L’ultras ha quindi escluso che quell’incontro fosse legato a taroccamenti di incontri.

L’avvocato del tifoso, Stefano Sambugaro, ha spiegato che l’iscrizione nel registro degli indagati di L. è un atto a sua tutela, in quanto, qualora avesse detto qualcosa che potesse incriminarlo, la sua deposizione sarebbe potuta essere inutilizzabile.

[Fonte: Quotidiano.net]

Per Corederoma
Paolo Nasuto