lunedì, Settembre 16, 2024 Anno XXI


ore 12.00:  boom, boom, boom … boom. ma guarda se questi maledetti devono fare i lavori pure di domenica mattina. boom, boom, boom … boom. ma no non è domenica oggi, è sabato. boom, boom, boom … boom. non è che cambia molto. la domenica è il giorno della partita e oggi c’è la partita, sarà pure sabato ma a me sembra domenica. boom, boom, boom … boom. ma vaffanculo a questo punto mi alzo.

 

ore 12.20: brobbro

bbobbrò … cazzo … il caffè … afferro l’asciugamano e co

rro in cucina. è uscito, maledizione. un’altra crosta marrone sui fornelli. la pulirò domani come al so
ore 12.35: zapping, alla grande. scorro i canali. merda non è domenica non c’è mosca che dice cazzate seduto sul suo tronetto che ogni tanto fa beep … beep. neppure “meeting”. saranno chiacchiere ma fanno ambiente. mica vai al mare coi moonboot no? o con la borsa di paglia. insomma ci vuole anche l’ambientazione e quei maledetti pure se il loro valore è quello di un pacco di feci … in fondo servono a qualcosa.lito, nel frattempo sorseggio il cappuccione e penso che devo farla finita di svegliarmi a quest’ora, di fare colazione all’ora di pranzo, di saltare il pranzo, di arrivare alle sei di pomeriggio affamato in cerca di un panino che poi mi farà saltare anche la cena. non è il momento di pensare a queste cose. la partita comincia lle 15.30. l’appuntamento è al solito posto alle 14.00.

ore 12.52: arrivo davanti alla sala corse. quest’anno al rituale si è aggiunta una sosta. quella per giocare al totoscommesse. un’occhiata alle quote. nella notte ho fatto un sogno illuminante, praticamente una trovata geniale. mi gioco il risultato finale, 2 a 1 di roma-fiorentina, l’uno e il numero dei goal, ovvero tre. in questo modo imbroccando il risultato prendo molto di più perché moltiplico tutto e incasso una caciara di soldi. vado bel bello dalla signorina, recito le tre giocate e vengo drammaticamente rimbalzato. eh si … e bravo lei … che siamo scemi qui? scusate, scusate mi ero fatto trascinare dal solito sogno. giocarmi secco il 2 a 1 non mi piace, si prende poco, le altre partite di oggi non le vedo. però mi intriga il 4 a 2 sempre per la roma, è dato a 40. fatta. 10 sacchi e ne vinco 400.

ore 13.11: “… ma che sei cretino …” mio fratello non è convinto dellagiocata. in effetti siamo alla quinta giornata e se perdo pure oggi sto sotto di 100.000 lire. ma lui che cazzo ne sa? è della lazio. lo so. lo so che è un problema ma ormai non ci si può fare niente. me lo hanno chiesto spesso se laziali ci si nasce o ci si diventa. ci si nasce. mio fratello non è nato a roma, è nato in un paese vicino, in provincia, ma non a roma. il ba

rista sotto casa mia ha sette fratelli, quindi sono otto. sette della roma e uno della lazio. non ci crederete ma quello della lazio è nato in ambulanza poco fuori dal raccordo anulare.

ore 13.52: arrivo all’appuntamento. sono il primo. mi accendo una sigaretta e mi godo il sole tiepido. all’improvviso sento un sibilo … schwh … un chicco d’uva esplode accanto al mio piede. guardo in alto è andrea che se la ride dalla finestra di casa sua. andrea ha sette anni. questo è il terzo anno che è abbonato. non so se mi spiego. l’altr’anno a roma-vicenza l’ho visto piangere a singhiozzi con la testa fra le mani. lui pensa che io di lavoro faccia il clown. è per via delle scarpe. io porto sempre scarpe un po’ larghe, per stare più comodo. lui un giorno mentre andavamo allo stadio mi disse … “ma che tu di lavoro fai il clown?”. veramente no. “… e allora perché c’hai le scarpe da clown?”

ore 14.03: sono arrivati tutti. al solito … due macchine e via. le strade sono più trafficate del solito. ci credo, è sabato. ancora non ho deciso se questa storia del sabato mi piace o no. non è male anche se la domenica mi pare tutta un’altra cosa. arriviamo alla piazzetta di ponte milvio e parcheggiamo. i soliti due sacchi al “parcheggiatore” … va beh … parcheggiatore … v

a beh … giusto perché è un rito. però è una gabella assurda. ponte milvio, da paura. proprio qua costantino quasi millesettecento anni fa vinse la sua battaglia. volete mettere. ogni volta che vado allo stadio passo sul ponte in cui costantino ruppe il culo a qualcun’altro che ora non ricordo, ma in fondo è normale, si ricordano le vittorie, mica i nemici.

ore 14.48: sono seduto al mio solito posto. oggi è tesa, è tesa, si capisce già dall’aria. non è mica la stessa aria di roma-salernitana e roma-venezia. oggi c’è aria da grande scontro. la roma parte bene, anche se in difesa ogni tanto si balla. i tifosi della fiorentina sono una cifra e fanno pure parecchio casino. speriamo bene … se non segniamo presto finisce che mi gioco l’unghia del pollice della mano destra. non faccio altro che addentarla famelicamente. alla mia destra un signore anziano parla, parla … anche un po’ troppo direi. alla sinistra un ragazzo invece sembra di pietra. mi sta molto simpatico a pelle.

ore 16.02: è il trentaduesimo minuto. parte un lancio dalla difesa della fiorentina. il pallone scavalca velocemente il centrocampo. wome è fuori posizione e manda in vacca la difesa pronta al fuorigioco. batistuta scatta, wome è più lento, si vede subito. chimenti non esce. ma che cazzo fanno. wome …. woooome … buttalo giù che quello segna … niente, quello segna. gelo. ogni volta che segna la squadra avversari sullo stadio cala un gelo e un silenzio tali che a me mi pare sempre che il goal sia stato annullato. invece no. andiamo proprio bene. questa è maria. vaffanculo. in settimana mi aveva ridetto che non voleva sapere niente di me. sta crollando tutto.

ore 16.45: la merda quando scende arriva a valanga. è il dodicesimo della ripresa. scontro a metà campo fra edmundo e di biagio. di biagio come al solito canalizza su di se tutta la tensione. reagisce e l’arbitro lo caccia. complimenti a tutti ora a centrocampo siamo in due. è un assedio. non so se nella mia testa o anche in campo. amo le imprese impossibili. sto assediando maria … la roma assedia la fiorentina. a tutti e due ci va di merda.

ore 16.52: la merda quando arriva a valanga non si ferma. è il diciannovesimo della ripresa. candela protegge un pallone e da una spintarella ad un certo falcone. questo riparte come un treno e gli salta addosso. candela se ci stesse con la testa si butterebbe a terra fingendo di essere stato ferito a morte, l’arbitro non potrebbe che ristabilire la parità numerica. invece candela si appiccica con il falcone e l’arbitro caccia tutti e due. andiamo proprio proprio bene. ora siamo in nove. uno in porta quindi in otto a giocare il pallone. e si perde sempre. mi sa tanto che ha ragione maria. bisogna arrendersi. il destino è quello che conduce i nostri giorni. eppure non mi piace così. secondo me bisogna crederci. tra l’altro la doppia espulsione ha fatto saltare i nervi anche alla fiorentina.

ore 17.17: manca un minuto. sono successe tante cose, cambi, insulti, cazzate. il risultato però è sempre lo stesso. in compenso manca un minuto e i tifosi della fiorentina sembrano 20.000 quando cantano ” … vinceremo … vinceremo … vinceremo il tricolor”. la gente da cinque minuti stà andando via. sono quelli che non vogliono trovare traffico. ma allora che cazzo ci vieni a fare allo stadio. vai a vedere la lodigiani così all’uscita non trovi traffico. è un misto di sconforto e rabbia. “… state gggiù …” urlano alla processione d

ei geni che se ne vanno. il signore lla mia sinistra parla … parla … e stai un po’ zitto. fammi soffrire in pace. il ragazzo alla mia sinistra è più pietrificato di prima. batistuta è solo davanti al portiere. eccoci qua. ora raddoppia e tutti a casa.

ore 17:18: batistuta si è mangiato il raddoppio. il signore di prima dice “goal mancato goal segnato” ma un’altro gli risponde che vale solo per gli altri. il quarto uomo espone il cartello, ci saranno quattro minuti di recupero. che vuoi che succeda. vedo solo merda intorno a me. bartelt, che nel frattempo ha sostituito delvecchio porta a spasso la palla e gli avversari. è in area … zitti … un paio di dribling e di contrasti vinti e si ritrova da solo sulla linea di fondo. il tempo si dilata, il silenzio la fa da padrone. bartelt vede alenitchev che arriva. nella mia mente è come se tutto andasse al rallentatore. ecco … gli da la palla e alenitchev … goal … goooooooal. pareggio, abbiamo pareggiato, all’ultimo minuto … è un boato da paura. gente che vola abbraccio tutti. non so che pensare. non so che dire.

ore 17:21: … ci dobbiamo credere … ci dobbiamo credere … non riesco a pensare ad altro da tre minuti a questa parte. credere a che? al raddoppio. ma siamo seri. maria mi ha rimbalzato un’altra volte, la realtà è quella. è stato bello, abbiamo recuperato un pareggio. infatti maria non è che non mi vuole più vedere, vuole che restiamo amici. ma che ci faccio con l’amicizia, che ci faccio con un punto oggi? bisogna crederci … bisogna crederci. mi sembro matto.

ore 17:22: bartelt è di nuovo in area e porta a spasso la palla neanche fosse a villa ada. ad un certo punto si libera e tira con tutta la rabbia che ha in corpo. io schizzo in aria … goooooal … no toldo ha parato … non capisco più che succede, mi sono saltati gli occhiali. vedo un capannello davanti alla porta. la palla è ancora li, da sola, pronta ad essere spinta in rete, arriva totti, potrebbe toccare di fino e invece tira una botta di sinistro che gonfia nell’ordine la rete, lo stadio, la mia testa e tutto quello che si può gonfiare. è l’ira di dio, il girone dantesco … è quello che hai sempre sognato, è la realtà che una volta tanto decide di dare retta ai tuoi desideri, è una cosa indescrivibile che ti ripaga di tutto. è gioia pura.

ore 17:24: il boato ancora non è finito, io sono a terra abbracciato, travolto dal ragazzo accanto e dai suoi amici. lo sapevo che ti volevo bene, lo sentivo che ci saremmo abbracciati. bisognava crederci … bisogna sempre crederci. eccola la vita. eccola la roma. eccolo il calcio. sono la stessa cosa. in un momento vieni proiettato dalle stalle alle stelle alle stalle alle stelle. stò male, mi fa male tutto, sto male di gioia. c’è gente che si spoglia e lancia la camicia in aria. è un tripudio. vorrei abbracciare tutti, vorrei abbracciare maria. anche con lei ci devo credere … bisogna crederci …

ore 17:40: i festeggiamenti non sono ancora finiti. i tifosi della fiorentina sono pietrificati. loro … adesso. la curva canta “… ma che siete venu’ … ma che siete venu’ … ma che siete venuti a fa’…” mi giro guardo il ragazzo che avevo accanto. gli sorrido e lui mi sorride, si vede che ci vorremmo dire ” … cazzo sei mio fratello …”. non ce lo diciamo ma in fondo è lo stesso perché si capisce. è solo una squadra di calcio … ma io la amo.

kammamuri






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