domenica, Settembre 08, 2024 Anno XXI


La vita è composta anche da fumo e malinconia e mister Zeman lo sà.

Innumerevoli sono le sigarette che in una giornata accende e spegne  come grandissima e la malinconia che lo accompagna dal 1969 , anno in cui si trasferisce in Italia , precisamente in Sicilia presso suo zio Cestmir , perchè a Praga dopo l’invasione sovietica non c’è più la pace e la serenità che lui tanto amava. Sentimenti e sensazioni forti che aveva provato e portato con sè dal 1947 fino a quel preciso momento che segnerà per sempre la sua vita. Si stabilisce in Italia, si iscrive all’SEF di Palermo, dove si diploma con il massimo dei voti discutendo una tesi sulla medicina dello sport,ottiene la cittadinanza italiana nel 1975 e conosce la sua futura moglie Chiara Perricone che gli darà due figli, Karel ed Andrea.

La passione per lo sport, quello vero, fatto di sudore e sacrificio, lo porta ad accettare la panchina del Cinisi,formazione dilettante di un un paese alla periferia di Palermo. Da li inizia la scalata  che lo porterà a sedere su molte panche italiane e non solo. Di Coppe non ne ha mai vinte, di campionati si e per l’esattezza tre.Il primo con il Licata in serie C2 , stagione 84-85, il secondo a Foggia in serie B, quello dei miracoli, anno 90-91 e l’ultimo quest’anno a Pescara sempre in B . Da un mister che allena dal ‘74 ci si aspetterebbe qualcosa in più, almeno una Coppa Italia presente nel palmares personale, invece cosi non è. Di vittorie lui ne ha conquistate altre, di altra fattura , molto più importanti di qualsiasi trofeo da tenere ben esposto in bacheca. E diventato il simbolo del vero calcio , quello giocato e non combinato, fatto soprattutto di sacrificio, di spirito di squadra, di aggregazione. Quel calcio che non porta vittorie, ma soddisfazioni , accresce la passione e fortifica l’animo calcistico che è presente in lui e che riesce , anche silenziosamente, a trasmettere a chi gli stà vicino. Forse, qualche nemico per il suo essere “Zeman” s’è l’è creato, qualche porta gli è stata chiusa, ma se oggi siede in panca vuol dire che qualche cosa di buono c’è. Roma non si attende la vittoria del campionato, sarebbe cosa da matti, ma attende che l’operato del mister forgi veri uomini degni di calpestare il rettangolo di gioco, di indossare i colori della società e di lottare per la magliano che indossano. Il popolo fedele alla lupa attende che qualche pecora zoppa dell’anno scorso diventi uno splendito cavallo da corsa e che nel gruppo ci sia finalmente una vera inizione di fiducia e morale, cosa che in questi ultimi anni si è visto poco, e che soprattutto esso sia compatto unito, accettando le sue responsabilità. Se tutto questò avverrà , di sicuro arriveranno anche i risultati, magari non quelli che tutti attendono dal  2001 , ma sicuramente di pregevole fattura.

per COREdeROMA Ciro