giovedì, Ottobre 03, 2024 Anno XXI


A quest’ora, forse, posso scrivere senza disturbare nessuno perché i ricordi sono tanti e belli e tornano alla mente prepotenti, facendoti fare un tuffo nel passato.Nils Liedholm, un grande, che con la sua signorilità, il suo altruismo, la sua professionalità, non solo ha reso grande la ROMA ma si è fatto amare da tutta la tifoseria. Il fatto che oggi lo piangiamo denota che ha lasciato una traccia indelebile nella storia calcistica ed in tutti noi.
Roberto Bortoluzzi: “Tutto il calcio minuto per minuto” e qui consentitemi di dilungarmi.
La domenica si andava a Messa col vestito e le scarpe della festa, perché c’era un vestito ed un paio di scarpe destinati alla domenica e le feste comandate.
Si tornava a casa e ci si metteva tutti intorno alla tavola, eravamo in sei, e mamma sfornava il timballo con la pasta fatta in casa, il sugo con le polpettine e la provola affumicata (ne sento ancora il profumo ed il sapore) e, mentre mangiavamo, la radio trasmetteva “Radio Campidoglio”. Orazio Pennacchioni mi faceva impazzire quando cantava: “Sia che perda oppure nooooo, resta sempre sempre sempre in serie Aaa Aaa Aaa jà” ed ovviamente parlava della ROMA perché era uno sfegatato ROMAnista.
Dopo il pranzo papà si sedeva davanti alla lavatrice, sulla quale c’era poggiata la radio, e, con l’orecchio vicino vicino perché la teneva a basso volume per non disturbare, si sentiva tutte le notizie di calcio. A me piaceva guardarlo in questa funzione e mi piaceva ascoltare insieme a lui. E mi tornano alla mente i tanti nomi e le tante voci che commentavano le partite: Niccolò Carosio e Nando Martellini che si alternavano nelle radiocronache del secondo tempo e, per i risultati finali, partiva la fatidica frase: “Linea allo studio, a Roberto Bortoluzzi”. E poi, ancora, Enrico Ameri, Sandro Ciotti (scusa Ameri scusa Ameri con quella sua voce roca), Alfredo Provenzali, Massimo Valentini. Quelle partite, pur solo sentendole, le vedevi, le vivevi, esultavi al gol della squadra del cuore ed eri felice.
Dopo la partita, si usciva e papà ci comprava un conetto gelato da 30 lire, da cinquanta costava troppo e poi eravamo in tanti e lo stipendio uno solo, ed al bar sotto casa c’era l’immancabile gruppetto di uomini che parlavano delle partite appena conclusesi e c’era il solito sfottò tra ROMAnisti e laziali (è passata ‘na vita, se stamo a ‘nvecchià ma lo sfottò non invecchia mai).
Questi sono solo una parte dei miei ricordi che sono sopiti in un angolo del mio cuore e riaffiorano alla mente in queste, purtroppo, tristi occasioni. Ma sono ricordi belli perché ti riportano indietro nel tempo dove non c’era agiatezza ma non ti mancava nulla perché sapevi accontentarti con poco e quel poco ti era più che sufficiente e gratificante.
Scusatemi se mi sono dilungata ma ne sentivo proprio il bisogno.
Un affettuoso saluto al Barone ed a Bortoluzzi: ce se rivede de là, quando Dio vuole!

Carla