Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da Marforio giovedì, 8 Novembre alle ore 09:50
Non me ne vogliano gli amanti di Stefano Benni se uso, senza alcuna effettiva relazione con il bellissimo testo dell’autore bolognese, questa espressione che mi appare, nella sua stessa enunciazione, la migliore descrizione dell’attuale condizione della Roma di Spalletti.Cos’altro sono, infatti, i giocatori della Roma se non comici spaventati guerrieri? Comici, perché c’è qualcosa di involontariamente comico in una squadra che, dopo aver trovato il vantaggio nei primissimi minuti, smarrisce progressivamente i più elementari riferimenti tattici e tecnici, con due gol frutto di errori grotteschi, e poi riacciuffa il pareggio nei minuti finali con un autogol, anzi, con un autogollonzo. E poi non c’è che dire, la Roma contro lo Sporting ha fatto veramente ridere. Spaventati, perché il sentimento che traspare dal collettivo e dalle giocate individuali è di vero e proprio terrore, della palla, dell’avversario, forse anche dei moscerini che svolazzano in campo. Guerrieri, perché ogni prova incolore è preceduta da dichiarazioni alla stampa ricche di propositi bellicosi, salvo poi sbracare non appena toccato il manto verde. La Roma sempre più spesso prende le sembianze di quel bulletto che dopo aver rimediato la classica sveja dice agli amici: quante me ne ha date, ma quante gliene ho dette. I continui errori di posizione, il consegnarsi all’avversario, l’atteggiamento insicuro e remissivo in ogni circostanza, i cali di concentrazione, non sono solo frutto di errori individuali, sono la naturale conseguenza dell’errata predisposizione alla partita e curare questa predisposizione è il primo compito dell’allenatore. Non mi appare quindi blasfemo invocare l’intervento di Bruno Conti perché eserciti con fermezza il suo ruolo di Responsabile Tecnico dell’AS Roma. Bruno Conti non era a Lisbona a sostenere i suoi, ma a Cuccaro Monferrato per rendere a Nils Liedholm, il Barone, quell’omaggio che tutti noi vorremmo tributargli di persona. Abbiamo tutti sperato che la Roma celebrasse il Barone con una prova gagliarda. Non credevamo di doverlo rimpiangere come non mai. Addio Barone, è amaro dirtelo, ma ancora non abbiamo trovato chi ti possa sostituire degnamente. |