mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


La statistica fa strame delle nostre fragili vite che, proprio perché fragili e finite, dovrebbero essere molto più legate al “qui e adesso” di antica saggia memoria che al desiderio di sapere cosa accadrà domani.

Questo pensiero ci rapiva ieri sera dopo venti minuti di giuoco e dopo che il Genova Cricket and Football Club ci stava facendo un mazzo tanto.

In fin dei conti non riuscivamo a trovare conforto ne nella prospettiva esistenzialista ne in quella futuribile, entrambe, scusate la semplificazione, definibili in quel momento “un vero e proprio cesso”.

Scorati dal pensiero di una ennesima sveglia in salsa basilico e pinoli, in ricordo dei bolliti piemontesi, e sfiniti in anteprima da una plausibile sequela di vacue e atroci polemiche sul Boemo, che è stato recentemente quanto improvvisamente scoperto in due settimane di vacue radiocronache maleducato e anche un po’ riconcoglionito, avevamo preparato il cuore al peggio.

Fortunatamente c’ha pensato come al solito il Capitano che, quando serve, oltre alla sua classe mitologica, esprime anche una superba dose di culo. Sarebbe bastato infatti che Bovo avesse stretto un attimo il compasso che lo stocco di Superfantachecco sarebbe stato vano.

A quel punto si acceso un lumino in quella città dei morti viventi che era la difesa e parte del centrocampo della Roma.  Si ridestava Pirofilo Piris che con un paio di colpi ben assestati si regalava una settimana di “L’avevo detto io che poi tanto sega non poteva essere”, validi fino alla prossima volta che qualcuno, poveretto, suo malgrado, lo uccellerà.

Ma che cosè il giuoco se non una eterna sfida tra uccellatori ed uccellati? Na vorta per uno non fa male a nessuno.

In mezzo al campo il colosso di Nauplia smetteva di camminare barcollando come il mostro di Frankenstein, cercando di assestare qualche calcio a qualche pallone vagante senza preoccuparsi eccessivamente di dove indirizzarlo e Capitan Futuro si mostrava uno e bino soccorrendo le malefatte di Panagiotis.

La provvidenziale rasoiata al volo di Scarrafone Osvaldo, ieri particolarmente bello a mamma soia, arrivata in finale di primo tempo, ci ha dato la sensazione che non sarebbe poi andata così male e che poteva ricominciare la produzione di timballo e fettine panate in chiave Circo Massimo, come ci piace tanto a noi.

E’ finita come doveva finire e come non finiva da un bel po’ di tempo a questa parte nella riviera di mezzo.

Avanti così allora, di partita in partita.

Non basteranno padroni purciari, dirigenti muratori, tecnici bolliti e calciatori seghe a farci recedere dal proposito che quest’anno ce tocca….

In questo tempo orograficamente maledetto, da Tremonti a Monti e basta, una settimana con la Roma vincente è un regalo troppo prezioso per essere rovinato dalle ubbie.

Se poi so pure a gratis, non se ne parla proprio.

Ad maiora