mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

Alla vigilia dell’esordio della sua Roma, mister Andreazzoli incontra i giornalisti a Trigoria per la consueta conferenza stampa alla vigilia del match con la Sampdoria. Insieme al tecnico c’è anche il direttore generale Franco Baldini. Ecco le loro dichiarazioni trascritte in diretta:

FRANCO BALDINI:

Franco Baldini“Buongiorno a tutti e grazie per essere qui. Oggi siamo qui a presentarvi ufficialmente mister Andreazzoli come nuovo allenatore della Roma che per la prima volta domani sera siederà sulla panchina da allenatore capo. La mia presenza qui, oltre a introdurre Andreazzoli e tutto il suo staff che vedete lì, che è composto da Vito Scala, dal professor Marico Ferrari, dal professor Luca De Franceschi, dal professor Franco Chinnici, da Simone Beccaccioli, Guido Nanni, Carlos Antonio Zago e da Roberto Muzzi, la mia presenza qui è innanzitutto perchè rincorre l’obbligo di ringraziare mister Zeman per il lavoro e la dedizione che ci ha dedicato in questi mesi, come voi potete benissimo immaginare, quando le cose non vanno in modo sperato le responsabilità non sono mai da ascrivere a una singola persona, sono evidentemente da dividere.

Qualsiasi sia la percentuale che volete attribuire alle varie componenti della società, ammesso e persino concesso che le percentuali possano essere molto più rivolte verso i dirigenti, verso i giocatori e soltanto in minima parte all’allenatore, il senso di questa scelta, di questo cambio è quello di poter fare qualcosa per poter avere una speranza di una dignità diversa da qui a fine campionato, di poter salvare quelle che sono tutte le possibilità che possiamo avere per poter terminare nel migliore dei modi questa stagione ed eventualmente gettare le basi anche per le prossime. Quindi capite bene che le altre componenti, sia dirigenti che calciatori son qualcosa che a metà stagione è difficile poter incidere cambiando, per i giocatori perchè non si può, per i dirigenti perchè a metà stagione è molto difficile poter incidere sull’andamento di quella che è una stagione. E’ chiaro che la soluzione che si offre più facilmente a chi deve decidere è quella di un cambio della gestione tecnica. Questo tanto per non lasciare il campo aperto ad equivoci che non si vuole responsabilizzare nessuno, nè tanto meno dare la colpa a nessuno ma si vuole soltanto trovare una soluzione, se è possibile.

E questa soluzione l’abbiamo pensata e individuata in Aurelio Andreazzoli, che non è stato scelto adesso, è stato scelto già un anno fa, quando trovandolo qui tra i tecnici che erano residuo delle stagioni passate, abbiamo parlato con lui e abbiamo trovato una persona che è una risorsa per la società e in tal senso abbiamo inteso proporgli un contratto l’anno scorso, un contratto di 5 anni addirittura, perchè abbiamo pensato che lui potesse essere l’allenatore della Roma, la memoria della Roma, colui che potesse conservare, appunto, la memoria di tutto quello che gli allenatori precedenti, è arrivato con Spalletti, poi è stato con Ranieri, Montella, Luis Enrique e Zeman, potesse conservare quello che sicuramente ognuno di loro aveva portato di buono all’interno della società e potesse essere anche un elemento di confronto con gli stessi allenatori, che potesse aiutarli a individuare quelle che potevano essere le problematiche che nel tempo si sono riproposte. Quindi la scelta di Andreazzoli è stata secondo noi semplicemente la conseguenza logica di questa esperienza che ha maturato. La persona, come vi dicevo, gode da parte nostra di una stima e di un rispetto da parte di tutto l’ambiente che erano garanzie per potersi tranquillamente affidare a lui, se tranquillamente è una parola che ha senso in queste circostanze. Ma al di là di questo, siamo molto fiduciosi che Aurelio Andreazzoli non rappresenti soltanto una soluzione temporanea, lo rappresenta, però con la grande speranza che possa essere una soluzione definitiva e anche con quel tanto di convinzione che ha accompagnato questa scelta. Io di nuovo, vi ringrazio, e non faccio altro che lasciare la parola ad Aurelio Andreazzoli e a voi e alle vostre domande, augurando ovviamente buon lavoro e buona fortuna”.

ANDREAZZOLI:

Aurelio Andreazzoli“Buongiorno a tutti, ho l’occasione per dire grazie per le testimonianze via telefono che molti di voi mi hanno mandato, grazie”.

La conoscenza dell’ambiente ormai dura da 8 anni e la facilita per la vicinanza con i giocatori. Che tipo di lavoro è stato fatto in questi giorni? Tutto questo ha scatenato un po’ di emozione in Andreazzoli?
“L’emozione senz’altro, perchè stiamo facendo una cosa grande, mi è stata affidata una cosa grande, per quanto grande onestamente non ho avuto molto tempo da dedicare all’emozione, perchè effettivamente credo che la scelta decisiva sia stata scegliere il gruppo di lavoro che è con me. Ci siamo chiariti, abbiamo stabilito degli obiettivi, dei comportamenti, e su queste linee guida siamo partiti ritrovandoci a fare un cumulo di lavoro enorme secondo me, che ancora non si vede ma è lì. Con le idee chiare, sapendo là dove vogliamo arrivare, sapendo cosa vogliamo fare e come lo vogliamo fare, e con un lavoro così grande da solo non sarei stato capace di farlo sicuramente. Ma con l’aiuto loro tutto ha funzionato in questi giorni, io credo che da sabato scorso noi abbiamo fatto veramente, abbiamo posto le basi per poi fruire di questo lavoro nel tempo, ma non a lunga scadenza, eh, nel breve tempo, non chiedo tempo assolutamente perchè di tempo non ce n’è, domani c’è da giocare, e tutto quello che facciamo e che abbiamo fatto è rivolto alla gara di domani perchè è la gara che in definitiva ha importanta. E la squadra perchè è la squadra che gioca la gara. Siamo fiduciosi, c’è un vagone che è pieno di roba, come ho detto non è un discorso a lunga scadenza ma a breve scadenza, io sono chiamato a fare un lavoro per la società, lo faccio nel migliore dei modi per eliminare quello che secondo me e secondo tutti quanti, è quello che ho sempre sentito dire, può essere un problema per il futuro”.

Qual è un aspetto, uno su tutti, sul quale la squadra deve più migliorare? E’ ancora possibile il terzo posto che è un po’ l’obiettivo della proprietà?
“Della classifica preferirei non parlarne, perchè tanto se dico sì o no è la stessa cosa, ha la stessa valenza. Di obiettivi primari ne abbiamo molti, abbiamo cercato di stringerli il più possibile e quindi cercando di dare la priorità alle cose che secondo me sono quelle che ci daranno in soldoni un maggior risultato. Credo innanzitutto che la squadra abbia bisogno di rigenerarsi e di ritrovare la fiducia. e di scoprire anche dei sentimenti che si sono sopiti nel tempo, a dire il vero io in questi 8 anni nei quali ho vissuto l’ambiente, non ho riscontrato, li ho visti decollare ma li ho visti anche precipitare a volte. E siccome io so quali sono i motivi che non ci hanno permesso di rimanere là dove eravamo arrivati in alto ma ci hanno fatto cadere di nuovo, e vogliamo lavorare su questi, principalmente il discorso dell’ambizione, della voglia di vincere, che non è da slogan ma deve nascere da tante componenti, perchè se metto un cartello con degli slogan nello spogliatoio, posso mettere anche i più belli che mi possono venire in mente o che posso copiare da altri, ma non otterrò un bel niente, assolutamente. Devo ricreare un humus generale che mi porti verso quell’ambizione e lo stiamo facendo, e abbiamo già fatto molto, con l’aiuto delle idee di quelli che lavorano con me. Nel gruppo di lavoro che ho voluto formare non ho preso i primi ma ho cercato di prendere quelli un po’ più nascosti,quelli che si vedevano meno, molti sono qua da tempo e sono conosciuti, hanno le qualità che ritengo siano opportune per fare quello che vogliamo. E allora con l’energia di tutti, un po’ tutti quanti mettiamo insieme l’energia, ma devono far convogliare tutti a far rinascere quel sentimento che non c’è più, o meglio c’è ma è indeciso. Quando ho parlato di dolore della sconfitta, che è esattamente il contrario di quello che ho detto prima, ossia del sentimento precedente, però è una cosa per me estremamente importante, perchè se uno non soffre come soffrono tutti i tifosi, li definirei gli amanti della Roma, se noi non riusciamo a soffrire per una sconfitta come soffrono loro, come vedo soffrire i miei amici, moltissimi romanisti che frequento da anni, allora non possiamo mai arrivare, come a volte uso dire, a dama. Quando noi risvegliamo questi due sentimenti otteniamo già un grosso risultato, ossia convincere tutti voi, chi ci ascolta, chi ci segue allo stadio, che la strada è quella giusta e, in questa maniera e con questa forza, ma usando anche l’energia esterna, che è essenziale, senza la quale noi non esistiamo, se riusciamo a coinvogliare l’energia verso la squadra noi andiamo lontano. Io nemmeno mi rendo conto della fortuna che ho, innanzitutto ho la fortuna di fare questo lavoro alla Roma, ho la fortuna di farlo con una squadra di persone serie e ragazzi bravi, che devo frenare l’istinto di abbracciarli, non perchè sono loro amico, non perchè sono alle loro dipendenze, ma perchè voglio dare, tramsettere la mia energia, gliela voglio offrire perchè loro sono i principali protagonisti di questa situazione. E di questo noi ce ne dobbiamo rendere conto, è necessario assolutamente rendersi conto che i principali protagonisti di tutto questo giochino sono i calciatori, che vanno amati, non vanno osteggiati, non vanno a volte anche offesi può capitare, chiaramente loro ci devono dare una risposta, noi ce la faremo dare e chi ci seguirà potrà giudicare se e come saremo capace di fare il lavoro. Però l’energia va convogliata verso loro, perchè loro sono i principali protagonisti, quanti siamo qua, saremo 50, non lo so, e sono 100 circa, 98 credo, i dipendenti di questa società. Quindi tutti quanti noi, tutti quelli che si muovono dentro questo ambito siamo tutti quanti qua perchè c’è la squadra e non è che possiamo osteggiare la squadra, altrimenti non c’è più spazio nemmeno per noi, o c’è spazio ma lo spazio che è vivibile male, che non ti dà soddisfazioni perchè poi alla fine pur mantenendo com’è giusto tutti quanti le nostre opinioni, siamo tutti quanti innamorati di questa squadra, molto innamorati. Quindi questo dobbiamo fare e l’obiettivo al quale dobbiamo tendere noi, al quale tendono quelli che lavorano con me e la società, che è la prima che soffre quando le cose vanno male e anche voi tendente verso di noi, e vedrete che noi risveglieremo una situazione… la squadra è forte, perchè la società ci ha messo a disposizione una squadra forte, anzi potrei dire, due squadre forti, perchè se io faccio ad esempio la formazione che mi è venuto di fare e la porto come esempio, la formazione che noi avevamo come rincalzo nella partita che abbiamo stravinto con la Fiorentina, vi renderete conto se abbiamo due squadre o meno. Mettetela in campo e vi renderete conto se con quella squadra, la seconda squadra, non potevamo battere la Fiorentina lo stesso, per me hanno lo stesso valore. Scusate, ma volevo, richiamare l’attenzione su questo aspetto che credo sia conveniente per tutti, in particolare per la squadra, nè per me nè per i miei collaboratori e nemmeno per voi ma per la squadra, quindi se ognuno di voi vuol dare un piccolo contributo anche minimo a spingere questo carro che noi abbiamo riempito in questa settimana con molta fatica ma l’abbiamo riempito, sul binario, se tutti quanti noi, se volete partecipare a dare una spintina per farlo andare, questo è un carro che andrà da solo, perchè noi abbiamo una società che è fortissima, tutti i giorni c’è un’innovazione, una l’abbiamo vista ieri nella programmazione di un periodo estivo, ma mille sono le cose da fare”.

Quanto cambierà la Roma?
“Io sceglierò 11 calciatori e cercherò di metterli in campo cercando di sfruttare le loro caratteristiche migliori sfruttando le loro potenzialità. Considerando che ho bisogno di forza, di resistenza, di qualità tattiche e tecniche, poi scelgo 11 e gli dico giocatemi la partita, non è un problema di numeri, o di collocazioni, a volte si parla di 5-3-2 etc ma poi sono le loro caratteristiche che determinano quello che verrà fuori”.

Cercherà di essere elastico con i moduli?
“Sono tanti anni che faccio questo mestiere, l’ho fatto da tanti anni da primo allenatore. Non è come hanno scritto che sono 17 anni che faccio il secondo, non so da dove sia uscito. L’ho fatto da primo per 20 anni e poi l’ho fatto per 10 anni da secondo in Serie A e ora torno a farlo da primo. Credo che sia una conseguenza logica il fatto di venire fuori e che i calciatori trovino un sistema da soli, che lo suggeriscano, credo che per certi versi sia un ingabbiamento, sia per i calciatori che per gli allenatori, sarei condizionato, nessun allenatore vuol togliere niente alla squadra. Sei condizionato a seguirlo, se tu sei libero invece  e io li ho giocati tutti in questi anni, li conosco tutti e mi metto a disposizione dei ragazzi e del momento. i calciatori vanno messi nella condizione di esprimere il meglio che hanno, ecco perchè dicevo che non sempre è incidente così come si pensa il ruolo dell’allenatore”.

Sente l’eredità di Zeman?
“No, non sento l’eredità di Zeman, sfrutto quello che lui ci ha lasciato, quanto lo vedremo. Ci ha lasciato un patrimonio enorme”.

Ci ha detto che la squadra è molto forte e ha detto che basta una piccola spinta affinchè questo carro vada da solo. Cosa è successo allora finora, come mai il carro non è partito? Lei ha tolto le doppie sedute, era questo che non faceva andare avanti questi ragazzi giovani che guadagnano milioni all’anno?
“Devo dirti di sì? Ti sei risposto da solo, se vuoi che ti risponda così lo sai che non posso, è implicito che io sia di opinione contraria. il mio pensiero è contrario alla tua affermazione. Io mi gioco una chance, il sogno della mia vita era allenare la Roma e ora che la alleno che faccio? Per andare incontro ai giocatori alleno alle 11 e tolgo le sedute doppie? Spalletti faceva le sedute doppie? Viziava i calciatori? No, tutto il contrario, era un sergente. Voglio che si capisca. Perchè prima chiedevo quella spintina, basta lo 0,2% di aiuto di ognuno, se vogliamo dare una spintina non la diamo, il mio rapporto con voi inizia oggi, devo essere giudicato per il lavoro che faccio da sabato scorso. io dormo 3 ore a notte questa settimana e poi devo sentire che qualcosa scricchiola. non mi è piaciuto il fatto di quanto guadagnano, è la solita nenia che guadagnano tanto, se guadagnano tanto è perchè sono bravi, io non li ho mai guadagnati così tanti soldi per il calcio perchè sono scarso. cosi come per voi, se siete bravi andrete in una testata più importante. Io non permetto a nessuno di infastidirmi sulla squadra perchè ha persone serie, volenterose, disponibili al 100%, non andate contro la squadra perchè avrete un nemico certo. Datemi questa opportunità, altrimenti non posso sostenerla questa cosa”.

Dopo anni nelle retrovie, se a fine stagione la società gli chiedesse di tornare al suo vecchio ruolo lo accetterebbe o farebbe fatica?
“No, perchè io sto lavorando per la società. A mio figlio ho detto: ‘Andrei a fare questo lavoro anche se mi dimezzassero lo stipendio’. La classifica è l’unica cosa che non riesco a controllare. Quando la società mi dirà quali sono le sue prospettive io ne prenderò atto e insieme a loro continueremo un lavoro che sarà nella direzione che la società vorrà dare. Se sono un uomo di società, sono un uomo di società. E’ chiaro ed è normale che sono un uomo della società e lavoro per la società, altrimenti mi metto a fare quello che facevo, ho un ruolo, molto volentieri continuerò a farlo”.

Con Zeman si è discusso molto il rapporto tra lui e De Rossi, lei ha parlato con il giocatore, che ruolo intende dargli?
“Il ruolo che il popolo romano gli ha sempre assegnato e che la società gli ha assegnato. Lui è un uomo guida e giocherà tutte le partite, se lo meriterà”.

Lei ha detto che Zeman ha lasciato un’ottima eredità. Non si sente l’anti-Zeman?
“No, allora vi sentite anche voi l’antizeman, il pubblico di Roma dice le stesse cose. La squadra esprime quello, la classifica è quella, è normale, io prendo atto di una situaizone e la squadra è questa in questo momento, bisogna rimediare e dobbiamo riportarla là dove le compete”.

Prima ha detto che si è trovato con due squadre forti, il valore della rosa è importante, pensa che i giocatori ne siano consapevoli o pensa che difettino di autostima?
“E’ uno dei problemi”.

Un altro problema era la situazione dei portieri
“Stekelenburg, come De Rossi, gioca tutte le partite se gioca bene, altrimenti gioca un altro”.

Pjanic ha parlato di un problema di equilibrio con Zeman, come pensa di riportare l’equilibrio?
“E’ una settimana particolare, il mio amico Delio Rossi ora è un po’ spiazzato, poi a lui servono 10 minuti per sistemare le cose, ma non voglio concedere dei vantaggi, se siete al buio voi lo è anche lui, quindi non voglio parlare di questo aspetto qui. Ieri con la squadra ne abbiamo parlato. Per quanto riguarda Pjanic, credo sia universalmente riconosciuto che è un talento, ha qualcosa di più, non a caso ha l’interesse di molte società importanti e anche come collocazione diventa facile. Ogni giocatore ha un ruolo e dei compiti da assolvere e che riesce ad assolvere meglio”.

Lei ha parlato di poche regole ma ferree, quali sono?
“Non te le elenco, perchè è roba da spogliatoio e le tengo per noi. La prima in assoluto è la regola del buon senso, perchè se tutti sappiamo cosa dobbiamo fare. Uno capisce se è educato e la regola se la fa da solo. Non voglio fare 20 regole che poi non riesco a controllare, ma ci sono delle situazioni che sono insindacabili, indiscutibili e noi queste le diciamo, gli orari ad esempio, la confusione, l’educazione, questi sono i capitoli generali, le regole sulle quali non si transige per nessuno, piccoli, grandi, esperti e non, per nessuno. Sfatiamo questo luogo comune, Aurelio amico dei giocatori, venite nello spogliatoio e fatevelo dire, o telefonate a mia moglie e ai miei figli e vi fate dire se le regole sono regole e le faccio rispettare. Io ho due icone nello spogliatoio che sono Totti e De Rossi, per romanità, Capitano e Capitan Futuro, loro due, sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri, sono quelli che devono dare l’esempio e muovere le chiappe prima di tutti. Li voglio innalzare perchè noi abbiamo bisogno di questo, la gente vuole questo, se io innalzo il valore di Totti e De Rossi e li metto lassù, quelli che sono sotto salgono, se abbasso loro gli altri restano sotto, compressi. A loro do questi privilegi, ma nessun privilegio per i comportamenti, loro lo sanno. Ve lo dico perchè l’ho già detto a tutti loro”.

Baldini ha detto che lei è la sintesi di quello che c’è stato negli ultimi anni di Roma…
“Con Ranieri no, non sono rimasto”.

Di ognuno di questi allenatori cosa porta dentro?
“Non ce n’è uno che non mi ha lasciato qualcosa, c’è chi me ne ha lasciate di più e chi di meno e mi hanno lasciato anche un’altra componente che non mi chiedete, sono anche le cose sbagliate che uno vede ed esclude dal proprio bagaglio. Avere 60 non è sempre uno svantaggio, ma c’è anche un vantaggio: non ho un modello di calcio da seguire, conosco il calcio e so benissimo cosa devo fare e so come arrivarci in fretta. Ho già scremato tutto. Ci sono cose più utili e cose che ti fanno arrivare al risultato. La parte incontrollabile nel gioco del calcio è il risultato. Se è vero che dicono che siamo una delle squadre più forti e se riusciremo a produrre, noi otteniamo anche risultati”.

Una riflessione sul mondo dello sport per quanto accaduto a Cipollini…
“L’ho saputo di rimbalzo, ho visto la foto in una prima pagina e l’ho saputo appena prima di venire qui, non conosco le novità e mi trovo spiazzato. Per il discorso generale io credo che, se abbiamo un nemico noi dello sport, è proprio il dopiong, perchè è tradire le aspettativce di un mondo che sogna, verso il calcio, il ciclismo. Lo sport crea dei sogni e tradirli, penso ai bambini, mio figlio impazziva per il ciclismo gli piaceva da morire, quando c’è stata la storia di Pantani, che era il suo idolo, non ha più guardato una tappa, è triste far perdere la possibilità di sognare, in particolare ai ragazzini. Ma non sono solo loro a sognare, allo stadio vanno grandi e piccoli e togliere un sogno è una cosa gravissima”.