mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


da iltempo.it

Il giorno dello sceicco

Adnan Aref al Qaddumi deve versare 50 milioni entro oggi per diventare socio di Pallotta nella Roma. Gli americani lavorano sul «closing» da Austin, riunione nella notte sulle deleghe. Unicredit alla finestra

Adnan Adel Aref Al QaddumiIl primo regalo gliel’ha fatto la Nike, oggi si aspetta di ricevere il secondo. James Pallotta, 55 anni compiuti ieri con tanto di auguri della Roma sul sito, è pronto ad accogliere un nuovo socio nel consorzio che guida il club giallorosso: Adnan Aref al Qaddumi, il misterioso sceicco giordano, deve versare su un conto di una banca di Boston 50 milioni di euro entro la mezzanotte di oggi per rilevare circa la metà delle quote dell’As Roma Spv Llc.

Oltre non si può andare, stando ai termini dell’accordo preliminare firmato con lo sceicco e ufficializzato dagli americani su sollecitazione della Consob. L’unica condizione per il «closing» è proprio il pagamento dei 50 milioni che rappresentano la prima tranche di un investimento complessivo stimato in 100 milioni di euro. Li ha promessi a Pallotta al Qaddumi, in una trattativa partita tanti mesi fa e arrivata alle battute finali. Non si può escludere a priori una proroga dei termini del «closing», peraltro prevista nel contratto all’avverarsi di determinate condizioni. Ma il giorno chiave è oggi, quello in cui si capirà se l’eredità miliardaria dello sceicco non è una favola.

In un clima di scetticismo generale, alimentato da Unicredit che segue l’affare da spettatrice con molte perplessità, i contatti non si sono mai interrotti. Anzi, nelle ultime ore sono diventati serratissimi. E oggi, a Borsa chiusa, la Roma è chiamata a comunicare ufficialmente gli sviluppi dell’affare. Nella notte si è tenuta l’ultima conference call tra la casa in Umbria dello sceicco e gli Stati Uniti che ha permesso di scambiare gli ultimi documenti. Al Qaddumi, impossibilitato a volare in Usa per motivi personali, aspettava oggi un uomo di fiducia di Pallotta per firmare l’accordo di persona. Ma l’amministratore delegato di Raptor, Robert Needham, che avrebbe siglato il preliminare, è impegnato nella convention di Austin in Texas, dove sono ospiti anche i dirigenti romanisti Baldini e Zanzi. Il mancato viaggio di Needham non pregiudica comunque l’affare: se arrivano i 50 milioni sul conto, il dado è tratto. Tanto per fare un esempio, anche l’accordo preliminare tra DiBenedetto e Unicredit del 2011 fu sancito in via telematica. Al Qaddumi si è affidato all’advisor Carlson per la lunghissima due diligence. Pallotta e i suoi uomini sono convinti di aver trovato un partner affidabile dopo le verifiche del caso e aspettano l’ultima prova concreta. La più importante. La Raptor ha recitato un ruolo cruciale nella trattativa per conto degli americani: Sean Barror ha seguito la fase iniziale con tanto di blitz nella Capitale, Mark Pannes è stato poi l’interlocutore più frequente.

A parte l’«introduzione» iniziale di Baldini, nella partita non sono entrati in gioco altri dirigenti italiani né gli avvocati. A loro, semmai, spetta la riscrittura dei patti parasociali coinvolgendo anche Unicredit. Pur lasciando il controllo a Pallotta, Al Qaddumi chiede un incarico di rilievo nella Roma (vicepresidente) e potere decisionale: proprio sul delicato tema delle deleghe si è continuato a discutere stanotte. D’altronde, chi investirebbe 100 milioni in una squadra senza contare nelle strategie? Padovano, amico dello sceicco, spera di avere un ruolo nella società ma sul suo nome è stato posto il veto. Sul resto si può discutere: l’affare sarebbe così conveniente che la Roma è pronta a spalancare le porte all’imprenditore giordano. Gli accordi prevedono infatti che una buona parte dei 100 milioni complessivi finirebbe nell’aumento di capitale da lanciare entro maggio, in aggiunta agli 80 già stanziati. Se così sarà, Unicredit diluirà la sua quota e perderà dei posti in cda (al momento cinque).

Tutto, però, passa per i fatidici 50 milioni. Svolta o bufala colossale con strascichi giudiziari? Questione di ore e sapremo.

Alessandro Austini


da Gazzetta dello Sport – forzaroma.info

La Roma e lo sceicco: giorno verità col giallo

Confessiamo la nostra difficoltà nel genere. Per raccontare il finale di partita di questa vicenda impastata di calcio, soldi, banche, garanzie, dubbi e indagini, occorrerebbe un giallista sui generis come Stieg Larsson. Il thrilling Roma, infatti, adesso si fa doppio, perché nel giorno in cui Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi deve consegnare tutte le garanzie richieste riguardo i 50 milioni che gli consentirebbe di diventare co-proprietario del club giallorosso, la Procura è pronta a iscriverlo nel registro degli indagati per il reato di aggiotaggio, relativamente alle oscillazioni del titolo in Borsa dopo che si era diffusa la notizia del suo interessamento alla società.

ATTO DOVUTO «È un atto dovuto», filtra dal palazzo di giustizia, che già da due settimane aveva aperto un fascicolo esplorativo senza nomi sulla vicenda. A condurre le indagini, com’è noto, sono i magistrati Nello Rossi e Giorgio Orano, che già avevano lavorato sulla fallita scalata alla Roma condotta da Vinicio Fioranelli e i suoi partner stranieri. I sussurri raccontano come, oltre all’andamento azionario, a insospettire i pm sono stati i due comunicati emessi dalla società il 21 febbraio (quello della Neep Roma sembrava prendere le distanze dall’altro firmato As Roma Spv Llc) e il palese scetticismo sulla operazione mostrata da UniCredit, materializzatosi nella intervista rilasciata dal vice ceo Paolo Fiorentino il 23 febbraio. Come dire, la netta spaccatura tra i due soci è apparsa a tutti molto singolare. E per qualcuno forse sospetta.

SCEICCO OTTIMISTA Come si sa, Adnan entrerebbe nel pacchetto di controllo della Roma, detenuto direttamente dalla cordata statunitense guidata da James Pallotta, e quei 50 milioni darebbero il via a una ricapitalizzazione vitale per le casse del club, senza contare che lo sceicco avrebbe intenzione di aumentare il suo investimento fino a cento milioni, aprendo scenari di controllo del club al momento imprevedibili. Oggi, comunque, dovrà concretizzare le sue promesse e per questo un uomo della Raptor di Pallotta sembra (ma non è confermato) sia pronto a sbarcare a Roma per chiudere l’affare, visto che per motivi di salute Adnan non ama viaggiare in aereo. Occhio però, perché slittamenti (al massimo a lunedì) sono possibili (nella notte c’è stata un conference call tra Roma e gli Usa), anche se non farebbero bene alla credibilità della operazione, che per lo sceicco «si concluderà di sicuro positivamente», a costo di rinunciare al compagno di viaggio degli ultimi tempi, cioè il discusso Michele Padovano.

PALLOTTA-FIORENTINO: CONTATTO Da registrare, poi, come ieri ci sia stato un contatto diretto tra Pallotta e Fiorentino, visto che — proprio nel giorno del suo 55° compleanno — il presidente ha «regalato» lo sponsor tecnico che tutti prevedevano: la Nike. In realtà l’azienda — che si è legata per 10 anni (fino al 2024) per una cifra complessiva di circa 45-50 milioni più royalties — comincerà a vestire la Roma solo dal 2014 perché è mancato il tempo per approntare la collezione. La squadra, perciò, nella prossima stagione sarà «vestita» da una azienda collaterale della Asics, senza però esporre alcun marchio. «Siamo orgogliosi di avere una partnership con grande club come la Roma», dice Hoyt, vice presidente della Nike. «Vogliamo diventare la più grande società del mondo — dice il ceo giallorosso Zanzi, che domani sarà di ritorno dagli Usa insieme a Baldini — e avere un marchio del genere al fianco è un passo verso questo obiettivo». La Nike, tra l’altro, sarà di sicuro anche tra gli sponsor che affiancheranno la Roma nel nuovo stadio di proprietà. Un affare che fa gola a molti. Nessuna sorpresa, in fondo, che il romanzo Roma si tinga sempre più di giallo.

M. Cecchini


da Il Messaggero – forzaroma.info

Il giorno dello sceicco ma la procura lo indaga

È la giornata decisiva per la chiusura dell’offerta sull’acquisto della società sportiva As Roma. E lo sceicco Adnan Adel Arel Qaddumi ha già detto che riuscirà a dimostrare che «non è in difficoltà economica» e che anzi ha i 50 milioni necessari a concludere l’affare.

Nel frattempo, però, la procura di Roma ha deciso di iscrivere al registro degli indagati il suo nome, con l’accusa di aggiotaggio.
L’iscrizione al registro degli indagati è un atto dovuto per verificare se fosse corretto il comportamento dello «sceicco» quando nel corso del mese scorso ha fatto circolare la voce sulla sua offerta alla As Roma Spa che poi, su richiesta della Consob, ha fatto un comunicato pubblico spiegando di aver ricevuto una manifestazione di interesse.

LA VARIAZIONE IN BORSA Il dato di partenza c’è: da quando si parla dell’offerta di Al Qaddumi il titolo azionario della Roma ha già variato di parecchio. Lo scorso 22 febbraio le azioni chiusero con un rialzo del 9,7% e un passaggio di mano del 2,1% del capitale.
Nei giorni scorsi, lui ha detto e ridetto di aver già pronti i documenti per un Ordine irreversibile di pagamento, subordinato alla firma sui contratti per acquistare la metà di As Roma Spv Llc, la società americana che controlla il 60% della Roma. Da Boston, invece, hanno fatto sapere che all’incontro di oggi parteciperà un inviato americano incaricato di capire se esista la possibilità concreta di chiudere l’affare.

IL FARO SUL PATRIMONIO L’incontro di oggi determinerà, ovviamente, anche il destino dell’inchiesta penale. Finora, la Consob non ha ancora inviato al procuratore aggiunto Nello Rossi e al pm Giorgio Orano nessuno degli atti raccolti dalla As Roma perché l’incontro con la società dovrebbe essere determinante a capire la bontà dell’offerta. Intanto, però, i magistrati hanno delegato il Nucleo valutario della Guardia di finanza a fare i primi accertamenti sul patrimonio di Al Qaddumi e su eventuali compravendite del titolo As Roma che possano denotare accuse di insider trading per chi sapeva dell’offerta dello sceicco prima ancora che questi si facesse avanti e potrebbe averne beneficiato sul mercato azionario.
Più defilata, almeno dal punto di vista penale, la posizione della società As Roma sebbene la sua stessa posizione abbia oscillato parecchio in queste settimane di presunta trattativa, perché alla richiesta di chiarimenti della Consob la risposta è stata veloce, sebbene generica.

I dubbi dunque riguardano soprattutto l’effettiva consistenza del patrimonio di Al Qaddumi. Nei giorni scorsi, il Messaggero ha pubblicato alcuni documenti riservati in cui si dimostra che l’imprenditore, apparentemente milionario, ha un debito di 4mila euro con la Popolare di Spoleto. E le società a lui riconducibili al momento sono appena due: la prima, l’unica attiva, è la Amyga oil & gas holding srl, e resta tutta in famiglia. Il 77% appartiene allo stesso Adnan al Qaddumi, il 10% è del figlio carabiniere Adel, un altro 10% per la figlia Yasmin che è anche impiegata presso la stessa società più un 3% di azionisti minori. L’altra società dello sceicco è la Technofin, capitale di 10mila euro di cui 3mila versati e di fatto inattiva. Lui ne controlla solo il 50%. A sentir lui però il suo patrimonio arriva a 2 miliardi e in Medio Oriente gli affari fioccano. L’ultimo per la costruzione di una zona industriale, Assir, in società con l’Hitech international group/Aramco. A pesare negativamente sull’immagine di Adan Adel Aref Al Qaddumi al Shtewi c’è anche il precedente di due anni fa con Acqua Marcia. Lo sceicco promise di salvare l’azienda e che avrebbe versato immediatamente 30 milioni. Poi però i soldi non arrivarono.

S. Menafra