mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


Beatrice Bruno, giovanissima frequentatrice della Gradinata Nord di Alessandria, ha scritto un bellissimo articolo sugli ULTRAS per il periodico “Hurrà Grigi”, in distribuzione al Moccagatta in occasione delle gare casalinghe dei grigi.

L’articolo è del 14 Marzo 2013 e a grande richiesta lo ripubblichiamo volentieri sul nostro sito: non aggiungiamo altri commenti perchè chi condivide un certo modo di vivere la curva e lo stadio non può non trovarsi d’accordo…BUONA LETTURA!

“ULTRAS”
Siamo qui per combattere questo brutto mito. L’ultras non è un malvivente.Contro a tutta la gente che pensa che siano brutte persone, delinquenti o criminali.INSIEME. Si, insieme a tutti quei ragazzi che vengono giudicati solo per i loro ideali. Ultras vuol dire stile di vita. Ultras è sinonimo di carattere e di coraggio. Ultras significa non mollare mai. Ultras è vivere l’amore per qualcosa che va ben oltre un pallone di cuoio, una sciarpa e un coro. Ogni maledetta domenica gli ultras devono combattere contro il giudizio degli altri. Contro Poliziotti, carabinieri, addetti alla sicurezza, steward e magari anche contro coloro che condividono la stessa passione ma non lo stesso modo di vivere. SUCCEDE OGNI MALEDETTA DOMENICA. Ogni volta che indossano una sciarpa, salgono su un pullman, sventolano una bandiera, urlano un coro, gioiscono per un gol o piangono per una sconfitta. Se li trovano tutti davanti, con il dito puntato, con lo sguardo di chi si trova dinanzi a della feccia, con la frase di circostanza sempre pronta che li chiama teppistelli, disadattati o repressi… Ogni maledetta domenica! E a tutti gli ultras, non resta che sedersi dalla parte del torto, consapevoli che la ragione è SEMPRE dalla parte opposta alla loro. Perché non hanno potere. Sono i più forti, ma contemporaneamente i più deboli. E nonostante ciò, lo fanno. Lo fanno da una vita, lo continuano a fare e lo faranno. E nonostante ciò lo sanno. Lo sanno da una vita, lo continuano a sapere e lo sapranno per sempre. Lo sanno i loro genitori, le loro mogli, le loro fidanzate e i loro capi di lavoro. Loro sono il torto. Ma se essere il torto deve servire a far sentire tranquille le altre persone, a non pensare quali siano i veri mali della società, a non vedere il degrado sociale e ambientale che ci circonda, se questo serve alla gente come capro espiatorio, gli ultras sono disposti a essere considerati tali. Ma che non gli si vengano chieste spiegazioni. Che non gli si chieda perché lo fanno, che non gli si chieda perché rinunciano a sospirati riposi, alle tediose domeniche sulla poltrona, alle lasagne fumanti, al circo televisivo. Non potrebbero mai capire. Sapete cosa vi dico? Io sono una di loro. È uno stile di vita che mi appartiene. Non resisto continuando a scrivere in terza persona. Io sono un’ultras. Perciò, quello che proviamo non si legge in nessun giornale, perché per quanto possano cercare di riportarlo, non è la stessa cosa. Quello che proviamo non è trasmesso da nessun canale televisivo, nessun reality sarà mai abbastanza vero per poterlo rappresentare, nessun cantante famose troverà mai le parole giuste per descriverlo, nessun poeta ha una rima per esaltarlo. Quello che proviamo è nostro e solo a noi appartiene. NOI ULTRAS SIAMO IL TORTO. MA SIAMO ANCHE FIERI DI ESSERLO, SE LA RAGIONE SONO PERSONE CHE GIUDICANO SENZA SAPERE. Il nostro torto è essere amici da una vita e compagni d’avventura, il nostro torto è amare qualcosa che non ci contraccambia, il nostro torto è condividere, il nostro torto è creare, il nostro torto è opporci, il nostro torto è urlarlo, il nostro torto è fare qualcosa senza un tornaconto, il nostro torto è provare a vivere… e per questo, per la nostra società è un’onta indelebile. Ci avete lasciato solo quella parte e noi ce la siamo presa. Ben venga il torto se la ragione sono coloro che giudicano senza conoscere.
(Beatrice Bruno – Hurrà Grigi del 14/03/13)
[Fonte: Forza Grigi]

Per Corederoma
Paolo Nasuto