venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


da ANSA – forzaroma.info

James PallottaL’accordo con la Nike ha un valore “storico”. Nuovi investitori, americani, europei, asiatici e mediorientali si stanno avvicinando alla A.S. Roma. Quanto alla squadra, c’e’ il talento per battere chiunque. Serve continuita’ e presto arriveranno le vittorie. James Pallotta, il numero uno della squadra capitolina, fa il punto incontrando i giornalisti nella sede newyorkese di Raptor fund, la sua societa’ finanziaria. Al suo fianco l’amministratore delegato Italo Zanzi. “Abbiamo la responsabilita’ – esordisce Zanzi – di fare della Roma il piu’ grande team al mondo“.

Non e’ un sogno, una provocazione, ma un fatto concreto: “Non abbiamo preso in mano la societa’ – spiega Pallotta – per fare due o tre anni e fare cassa. Il nostro progetto e’ a lungo termine: 20 anni per riportare la squadra e la societa’ ai livelli che gli competono”. Pietra angolare della strategia di Pallotta le alleanze strategiche raggiunte negli ultimi mesi: “Nessun club al mondo puo’ vantare la sponsorizzazione di brand globali come Nike, Disney e Volkswagen”. Pallotta sottolinea che non e’ decisivo avere 20 sponsor, piuttosto pochi ma buoni.

Assieme al contratto che leghera’ l’A.S. Roma alla Nike per i prossimi 10 anni, altro caposaldo dello sviluppo societario e’ la costruzione dello stadio. Su questo punto Pallotta e’ netto: “Sta procedendo tutto secondo i tempi previsti. A volte leggo sulla stampa cose che non stanno ne’ in cielo ne’ in terra”. A riguardo il presidente italoamericano chiude una volta per tutte la vicenda dello sceicco. “Abbiamo avuto diversi consulenti che ci hanno proposto questo nome. Noi abbiamo fatto tutte le verifiche necessarie e sembrava fosse una storia seria. Poi e’ andata come e’ andata. Ma posso assicurare che e’ stata solo una perdita di tempo, che non ha interferito neanche per un minuto con il nostro lavoro”.

Su quel fronte, anzi, il nostro lavoro societario va a gonfie vele: “Morgan Stanley – annuncia Pallotta – sta organizzando una piattaforma per esaminare le tante domande di grandi investitori che si sono avvicinati a noi, si tratta di gruppi europei, americani, asiatici e mediorientali”.

La squadra pero’ ancora vive alti e bassi. “Anch’io certe volte mi sveglio la notte e non capisco come perdiamo certe partite. Il talento l’abbiamo, visto che abbiamo battuto le piu’ grandi squadre del campionato, la Juve, il Milan, l’Inter. Serve continuita’”. Sul futuro di Andreazzoli Pallotta non si sbottona: “Finora ha fatto un ottimo lavoro. Non ho capito solo l’ultima partita, ma e’ presto per parlarne”.

Stessa storia sul rinnovo al capitano Francesco Totti: “Ne parleremo presto”. Infine dopo aver ringraziato l’ottimo lavoro di Franco Baldini e Walter Sabatini, Pallotta annuncia che in attesa della maglia Nike, pronta tra due anni, la prossima stagione la Roma avra’ una maglietta senza brand (unica). E sembra che i tifosi verranno consultati per scegliere la terza maglia.


da Gazzetta dello Sport – forzaroma.info

Pallotta: «Roma, cerco 75 milioni. Il mio progetto è a 20 anni»

La sede della Raptor a New York, il suo hedge fund, è nel cuore del Meat Packing District. Un elegante portone a vetri incastrato fra i computer del negozio Apple e i ravioli del ristorante di Giovanni Rana La sala riunioni ha il tavolo di legno pregiato e lungo, come lo vedete nei telefilm. Lui è in giacca e senza cravatta: informale. Come la sua prima frase: «Niente mister Pallotta, please, io mi chiamo Jim». Mancano i piedi sulla scrivania per completare l’effetto «fate come se foste a casa vostra». Jim parla raramente con la stampa, ma quando decide di mettersi a disposizione, rimane sotto il fuoco incrociato per un’intera partita di calcio.

«Per prepararmi a questo incontro, mi avete fatto perdere ieri la vittoria dei miei Red Sox contro gli odiati Yankees. In verità, mia mamma Angelina mi avrebbe ucciso se avessi disertato il pranzo di Pasqua: 200 ravioli e gnocchi», scherza, ma mica tanto. La partita era di baseball, ma ora la testa è già al derby con la Lazio: «Io vado lì per vincere: del resto, sono ancora imbattuto ». Ride. Ripete spesso che lui e i suoi manager operano in maniera trasparente, che sono solidi finanziariamente e che le cifre di indebitamento di cui si parla non corrispondono a verità. «Cerchiamo 75milioni di euro e cediamo solo quote non operative. Ci aiuta la Morgan Stanley e abbiamo richieste da tutto il mondo, escluso il Sud America e compreso il Marocco. Voglio far entrare in società atleti e personaggi famosi. Anche Kevin Garnett dei miei Celtics voleva investire, ma la Nba glielo ha impedito: già, conflitto d’interessi. Non vi dico le parolacce che ha detto: ci teneva». Ribadisce: «In pochi mesi ho mantenuto tutto quello che avevo detto. Abbiamo accordi con giganti come Disney, Volkswagen e adesso Nike. Pochi club al mondo hanno fatto meglio di noi con gli sponsor». Dice: «Il nostro è un investimento a vent’anni, perché progetti del genere richiedono tempo. Roma mica fu fatta in un giorno. Ma tranquilli, con i miei Celtics ho vinto dopo 5 stagioni». Per ora solo slogan. Intanto, racconta la sua versione sul finto sceicco Adnan AdelAref Al Qaddumi Al Shtewi che ha fatto ridere gran parte di umanità: «Si è fatto vivo un terzo interlocutore che ce lo ha raccomandato e ha offerto una somma sostanziosa, per una quota non operativa. Due nostri consulenti ci hanno dato parere favorevole. Siamo andati avanti, ma quando abbiamo presentato il contratto, i soldi non sono mai arrivati. Abbiamo fatto tutte le ricerche possibili: non siamo certo così stupidi. E poi abbiamo perso solo tempo, non denaro».

Che contratto Ha la voce calma e rassicurante, Jim. Soprattutto quando parla della maglia: «Il contratto decennale con Nike è stato un colpo grosso. Partirà dal 2014 e per la prossimastagione ne avremo una fabbricata in casa, come fosse un brand Roma. Con il design ci aiuteranno i tifosi». E poi c’è il progetto stadio: «I tempi dovrebbero essere rispettati», batte le nocche sul legno pregiato, lo scongiuro americano. «Nessun problema con i politici. Appuntamento al 2016/17. Anche campi di allenamento, Hall of Fame, Nike Store, ristoranti. Come in America». E’ a quel punto che si apre l’argomento Totti. Ci giocherà il capitano a Tor Di Valle? Risatina. «Mal che vada gli regalo i biglietti e lo metto seduto accanto a me. Personalmente, non riesco a pensare di andare a Roma e non trovare Totti in campo. A chi lo paragono in Usa? A Derek Jeter, dei NY Yankees, uno di classe infinita». Che cosa le piace di Roma? «La passione». Aveva promesso la Champions, ma neppure stavolta perde la calma: «Sono soddisfatto dei risultati di Sabatini e Baldini. Siamo in grado di battere chiunque e lo abbiamo dimostrato. Ci manca la continuità».Andreazzoli? «Mi sembra prematuro parlarne. L’unica gara che non mi è piaciuta è quella di sabato ». E va giù duro: «Sembrava che l’ambiente si fosse rasserenato, poi leggi i giornali e sembra che ci sia caduto il mondo addosso. Non si può ragionare con le emozioni. Ma se battiamo la Lazio?».

M. L. Pegna