venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


Giovedì la Lazio affronterà il Fenerbahce nei quarti di finale di Europa League. Un doppio scontro apertissimo, con i turchi che cercheranno di sfruttare il calore degli oltre 50mila fans che potranno metter nuovamente piede nella bolgia del Sukru Sarakoglu dopo due turni europei a porte chiuse. Provvedimento che invece colpirà la Lazio al ritorno, per la seconda gara consecutiva.
Per affrontare alcuni temi della partita, la redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Zoran Mirkovic, iniziando l’analisi dal tanto pittoresco quanto carico ambiente di Istanbul: “Può essere un fattore decisivo – sottolinea Mirkovic – perché a Istanbul l’ambiente è caldissimo. La Lazio è una squadra di qualità ed esperta, ma l’ambiente non facilita mai. Uno stadio con più di 50mila tifosi, molto caldi, con un rumore assordante. Per qualunque avversario è difficile giocare in questo ambiente, e ovviamente per il Fenerbahce è un fattore di spinta importante”. I Canarini Gialli stanno recuperando posizioni in campionato, al momento il gap dalla capolista Galatasaray è stato ridotto a soli 4 punti. La Lazio sta incontrando qualche difficoltà ed è un po’ in ritardo nella corsa al terzo posto. A rigor di logica l’Europa League potrebbe fungere da obiettivo primario per entrambe le squadre: “Sia il Fenerbahce che il Galatasaray puntano alla vittoria nel proprio campionato e nelle rispettive coppe. Le squadre turche da oltre 10 anni si esprimono su alti livelli, importando grandi campioni come Hagi, Popescu, Taffarel, Jardel oltre a importanti giocatori turchi che hanno lasciato il segno nel campionato italiano come Emre, Okan e Terim in panchina. Anche il Fenerbahce è una grandissima squadra, i presidenti hanno enormi disponibilità finanziarie, entrambe stanno mostrando un buon calcio”. Mirkovic studia per diventare allenatore, dopo essersi diviso in questi anni tra lo staff dirigenziale del Partizan e quello della Nazionale serba. Gli chiediamo una sua strategia per affrontare il Fenerbahce, ma il suo cuore batte ancora per i Canarini gialli e non riesce ad immedesimarsi nei panni di Petkovic: “E’ un po ‘difficile dare un consiglio contro la mia squadra (ride, ndr). In ogni caso la Lazio troverà un ambiente caldo, una squadra forte. Ma alla fine sarà semplicemente una gara, e vincerà chi sta meglio in questo momento”. Uno degli elementi più talentuosi è sicuramente Milos Krasic, connazionale di Mirkovic. Il serbo alla Juventus fallì, nonostante un incipit boom che gli valse l’etichetta di erede di Nedved. La Lazio provò ad acquistarlo per tutto il 2012, convinto delle sue qualità, ma non se ne fece nulla. Il mancato trasferimento può essere una spinta in più per caricare il biondo esterno, anche se in Turchia sta incontrando nuove difficoltà e ultimamente si divide tra panchina e tribuna: “In questo ambiente ci vuole poco per dare qualcosa in più, non servono motivi supplementari per far bene. Bisogna sempre dare il massimo, in ogni caso è un giocatore importante che sta cercando di rilanciarsi in Turchia”. Un’ultima considerazione su Vladimir Petkovic. Il tecnico di Sarajevo sta rispettando la tradizione delle grandi scuole di calcio dell’ex Jugoslavia, e ha sorpreso l’opinione pubblica scrollandosi la fama di sconosciuto per imprimere la sua mentalità in questa nuova realtà: “Non conosco personalmente Petkovic però sto seguendo tutto il calcio italiano e la Serie A e ho visto un paio di partite della Lazio. Sta giocando molto bene, penso che oltre ai buoni giocatori anche il mister ha dato un importante contributo e la sua mano è evidente. E’ una squadra con qualità, può arrivare fino in fondo in Europa League. L’unico problema è che gioca contro un’altra buona squadra, ma nelle due partite la qualificazione è aperta”.
[Fonte: lalaziosiamonoi]

Per Corederoma
Paolo Nasuto