giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


da laroma24.it

Queste le parole di Andreazzoli durante l’As Roma Sponsor Workshop:

Aurelio AndreazzoliDa membro di un gruppo di lavoro a leader. Qual è la differenza?
“E’ sostanziale, usi le tue conoscenze e i tuoi modi per dare linfa al gurppo senza agire in prima persona. E sei constretto a usare metodi di vario tipo, ma è il tono amichevole che deve cercare di prevenire situazioni che possono essere negative. Quando sei in prima linea il comportamento è diverso: l’amicizia devi metterla da parte. Dopo naturalmente dipende dal rapporto che si vuole creare”.

Cambia più il giocatore nei confronti dello staff o cambia più l’allenatore nei confronti dei giocatori?
“Io non ho cambiato attegiamento, ho cercato di chiarire le differenze in maniera diretta. Ho voluto stabilire che il rapporto rimaneva tale, ma le prerogative dovevano essere diverse. Gli stessi principi sono stati portati davanti al gruppo. Fatto questo, le regole sono state dettate. Rimaneva solo da stabilire regole per tutti, che prescindessero da età, carisma e importanza nella squadra”.

Come allenatore, come gestisce il rapporto coi media?
“Questa è storia recentissima, lunedì ero un fenomeno, fino a martedi pomeriggio, e martedì sera ero un c……e. Ma sappiamo tutti come funziona. Ho un’età che mi consente di essere anche a conoscenza che le cose sono in una certa maniera e non mi preoccupano più di tanto. I complimenti fanno sempre piacere, inutile nasconderlo, e i dissensi infastidiscono. Però credo che ci siamo creati una scorza che ci dà la possibilità di essere autodifesi da questo problemi. Il problema forse è sui ragazzi: mentre noi dobbiamo dare una prestazione che va di settimana in settimana, loro la devono fare unaprestazione di altissima qualità. Mentre io devo diluirla nel tempo,ho tempo per commettere meno errori possibili, loro devono garantirla in assoluta difficoltà. Questo può creare insicurezze in loro”.

Restano tre partite, l’unità di intenti è più importante di prima. “Chi non ci crede si fa da parte”, è questa la filosofia?
“Sarebbe opportuno sempre, se chi non ci crede ha la possibiltà di incidere sarebbe gradito che si mettesse da parte. Abbiamo estremamente bisogno, come gruppo di lavoro, di avere le motivazioni a mille, di avere convinzioni e supporto. Sentire che questo gradimento non c’è penalizza la risposta sportiva. Prima Walter faceva riferimento ai giovani, ma anche ai meno giovani. non ho mai visto un ‘anziano’ accettare il mancato gradimento. Facciamo uno sport, ma è pur sempre un gioco. Se non lo fai con la gioia di perseguire un obiettivo, è un gioco che non funziona”

Il settore giovanile, che prospettive ci sono per i ragazzi che stanno lavorando qui a Trigoria?
“Mi sembra chiaro, la storia della Roma lo insegna, la società ha sempre puntato su questo. La strada deve essere questa”

Come vive il derby?
“Come tutti i derby, questo chiaramente sarà un derby particolare, un evento planetario. Roma è una città del mondo ed avrà un riscontro di quel tipo. Non oso immaginare come sarà l’ultima settimana”