giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


da forzaroma.info

Queste le parole integrali di Walter Sabatini durante il workshop con gli sponsor avvenuto oggi a Trigoria, diffuse da Roma Channel.

Walter SabatiniQuante ore lavora un direttore sportivo?
Un direttore sportivo lavora sempre e lavora con la testa, sempre. Non c’è un attimo nella giornata e nella mia vita in cui non penso al calcio. Il calcio poi è fatto di una serie di sfaccettature, è un lavoro che non ha soste, fatto salvo le ore di sonno. E’ un lavoro di sempre, che è una cosa che mi tiene in vita.

Lei disse che non mi vedrete mai sereno…
Il calcio è un tumulto, è un’emozione. Noi lavoriamo per l’emozione delle persone, in realtà è tutto riconducibile a quello, se riusciamo ad allestire una squadra, qualcosa di bello da trasferire in un campo di calcio, costruiamo un’emozione popolare. Questo è il nostro lavoro ed è una responsabilità enorme.

E’ fondamentale il ruolo del direttore sportivo per mantenere l’equilibrio nello spogliatoio?
Il ruolo del direttore è importante, quello dell’allenatore è fondamentale, perchè è il conduttore della vicenda, intraprende un rapporto personale di gruppo con la squadra e vigila sui comportamenti non solo della squadra, ma anche dei singoli. Io sono un auditore e osservatore, guardo e se ritengo che ci sia bisogno di interventi parziali sui singoli da fare o sulla squadra li faccio, ma raramente, perchè la squadra è dell’allenatore, questo è un concetto su cui non derogo mai, perchè se si mettono troppe possibilità di interloquire con un gruppo si crea confusione, una sola persona deve indirizzare i comportamenti.

Quando interviene il direttore sportivo?
Su richiesta dell’allenatore per problemi specifici e su cose che crede di aver visto e sentito, poi sui calciatori, consigliandoli o chiedendo comportamenti diversi. E’ un rapporto di tutti i giorni, ma che tutti i giorni ti può offrire una chance, basta poco. Io non faccio mai lunghi discorsi, sono per la sintesi, ma so che se incontro un calciatore gli poggio la mano sulla spalla e gli dico solo una piccola cosa, il calciatore deve aver capito quello che voglio dire. E’ un’interazione costante che dipende dalla nostra sensibilità e caratteristiche. Poi dipende quanto vuoi bene alla tua squadra, io sono innamorato della mia squadra, per la Roma c’è un innamoramento dolorosissimo e per questo più bello di tutte le altre squadra per cui ho lavorato. Io sono stato innamorato dell’Arezzo e ho pensato che la maglia dell’Arezzo fosse la più bella in quegli anni. Senza questo amore potente che ti vuole far costruire qualcosa, che ti vuol far essere bravo insieme agli altri, veder la gente gioire andare al campo allegra perchè sanno che hanno una squadra che vincerà o ragazzi che dentro il campo esprimono il talento che acquieta l’anima. Il direttore sportivo è dietro tutto questo.

Come gestisce un calciatore la pressione?
Un calciatore di razza ha le stimmate, il carattere, l’orgoglio e reagisce facendo il calciatore. Perchè adotta una serie di risposte che gli permettono di uscirne fuori, perchè reagire con l’orgoglio gli permette di uscirne fuori. Reagire con l’orgoglio ho detto questa mattina a uno dei miei per superare questa situazione e dimostrare il contrario. La cosa fondamentale è che il calciatore non si sieda sui giudizi precari, estemporanei e provvisori che gli vengono attribuiti circa lo stato d’animo di chi scrive in quel momento. Poi dobbiamo avere la forza intellettuale per rintuzzare queste cose che sono dure da digerire. Questa mattina c’è stata un’aggressione credo concordata quindi due/tre/quattro giornali che non nomino aggrediscono la Roma in ogni suo aspetto e sfaccettatura, comparto tecnico, calciatori giovani e vecchi, allenatori, la società che viene appena evocata, perchè questa aggressione che viene fatta cassando con una riga il nome e il ruolo e l’età di quel giocatore rendeva talmente chiara la bocciatura che era una sentenza di tribunale. Chiaramente questa è un po’ di letteratura, enfatizzo io a raccontare le cose, ma è così. Questi ragazzi si trovano davanti al fatto che “La Roma nella gestione degli americani, quindi mia, ha bollito, cancellato, sbagliato, distrutto venti giocatori, e il giocatore si trova sotto la sua striscia di pertinenza, perchè Giacomo Tedesco con la strisciata sopra bocciato subirà un piccolo trauma, poi spero e credo reagiscano subito. Perchè se noi siamo atleti, direttori sportivi, o allenatori dobbiamo averci la psiche modulata in maniera diversa, dobbiamo essere pronti a prendere le botte e a restituirle, pronti a prendere le botte e a capire quali sono quelle giuste. A quei calciatori che questa mattina sono stati ignobilmente colpiti, colpiti calciatori di vent’anni per colpire i sessantenni, ma per colpire un sessantenne abbattono un ventenne. A me pare una cosa ignobile non serve abbattere le speranze, i pensieri di un ragazzo di vent’anni per arrivare ad abbattere Andreazzoli, Sabatini o Baldini. A Te Winterling ti lascio fuori perchè per adesso non ti abbattono, ti sei salvato.

Sei scaramantico?
Sì, ma non sono un fattucchiere, son un precario della scaramanzia.

Il più grande colpo che ha fatto Sabatini, lasciando fuori i giocatori della Roma?
Pastore.

Come vivi il derby?
Prenoterò un’isola, se lo vinciamo non riesco a sopportare le feste, voglio vedere la gente gioire, ma non in mezzo a loro. Odio perderlo. Quindi mi chiudo in un’isola per due giorni.

Che Roma ci sarà il prossimo anno?
Adesso dirò una cosa che susciterà l’ilarità di tutti, sarà una grande Roma. Anche quest’anno è una grande Roma, non è espressa, ma è una grande Roma, il prossimo anno sarà planetaria, anche perchè mi sono conservato in bacheca tutte le cose scritte questa mattina.