mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


da ilmessaggero.it

Più della metà dei romani non sa fare la differenziata. Marino: «Per la capitale servono tante cure»

ROMA – Cos’è Roma oggi? Una città molto meno vecchia di quello che si crede, eppure debole, piegata dagli effetti della crisi economica. Una crisi capace di spingere due ragazzi su tre a scegliere di andar via per costruirsi un futuro altrove. E se tempo fa il prodotto interno lordo della capitale, pari a ben cinque miliardi di euro l’anno, rappresentava all’incirca quello dell’intera Ungheria, oggi pur aumentando i residenti, il tasso di disoccupazione si è raddoppiato rispetto al 2008, passando dal 27,6% al 40,1%.

Il lavoro non c’è. E per la maggior parte dei romani – circa l’81% – il segno più evidente del tracollo economico di Roma è dato proprio dalla continua chiusura di negozi e attività commerciali cui, per riflesso, si aggiunto un evidente peggioramento della manutenzione e della pulizia di luoghi pubblici, oltre alla diminuzione dei servizi.

Sono questi alcuni dei dati più preoccupanti, raccolti dal Censis nella ricerca “Un’agenda urbana per Roma” e concentrata sulla domanda di riorganizzazione della città. Presentata al tempio di Adriano, la ricerca è il primo passo che la nuova associazione Alleanza piccole e medie imprese 97,6% – cui aderiscono le principali associazioni di categoria, dalla Confcommercio alla Confesercenti, passando per la Federlazio e Cna Roma – ha voluto realizzare e presentare al sindaco, Ignazio Marino, con l’obiettivo di esporre chiaramente le principali criticità, mostrandosi disponibile a cercare insieme una soluzione per rimettere in piede l’economia romana.

«Non siamo certo qui a caccia di poltrone», ha detto Maurizio Flammini, portavoce di Alleanza Pmi 97,6%. «Vogliamo solo ascolto». E certo, quello che bisogna ascoltare non è una lieta notizia. Perché il rapporto del Censis prosegue e dimostra come di lavoro da fare, insieme con il Comune o ognuno per conto suo, ce n’è molto. A partire dallo snellimento della burocrazia, dall’accelerazione dei tempi della pubblica amministrazione, dalla riorganizzazione delle risorse gestionali pubbliche perché, per il 58% dei romani intervistati, i limiti della città sono proprio questi. E se ormai l’Ama da mesi è intenta a promuovere un corretto utilizzo della raccolta differenziata, il 41% dei cittadini non sa, perché non ha mai ricevuto informazioni adeguate, da dove iniziare. Si dovrebbe riformulare la missione della Fiera di Roma, una struttura costata svariati milioni di euro, e oggi pressoché inutilizzata. Bisognerebbe creare una vera industria culturale, che agglomeri i tanti soggetti dediti alla diffusione delle arti non solo per un arricchimento collettivo, ma per smuovere una troppo paludosa voce di crescita economica e turistica.

Da parte sua il sindaco Marino, concorda sulla gravità dei dati esposti dal Censis. «Da Roma non si deve scappare, il nostro obiettivo – prosegue – è quello di combattere l’incuria, cambiare un atteggiamento mentale che ha guidato la città per troppo tempo». «Bisogna risanare le piccole e medie imprese che hanno sempre rappresentato il vero tessuto economico della città».

Per ora promette un lavoro continuo e serrato con tutta la sua giunta e ringrazia l’Associazione Pmi 97,6% per aver evidenziato «Con chiarezza le principali criticità di Roma». «Intendiamo bloccare l’apertura di nuovi centri commerciali e dare il via, invece, alla Casa dell’artigianato, una struttura che sarà il centro di tante piccole attività artistiche e imprenditoriali». Un luogo dove far nascere la Casa dell’artigianato, però, ancora non c’è. Forse il sindaco deciderà di usare le caserme dismesse di via Guido Reni.

E sul capitolo rifiuti promette di trovare entro il 31 luglio un sito per il dopo Malagrotta. «Per la prima volta stiamo valutando con criteri scientifici – afferma Marino – varie opzioni basandoci su due parametri: la struttura idrogeologica dei siti e gli eventuali rischi per la salute dei cittadini». Di sicuro quello che c’è oggi in agenda è la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. «Una partita importante per la capitale che tutto il mondo aspetta e non sarà certo un problema di semafori e sensi unici a stopparla».

Per quanto riguarda, invece, l’innalzamento a 1.50 euro per la sosta di auto sulle strisce blu, il sindaco per il momento non conferma, anche se, dall’assessorato alla mobilità fanno sapere che l’innalzamento comunque sarà varato.