martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


da corrieredellosport.it

Kevin StrootmanContro il Verona è stato tra i migliori in campo bagnando con un successo la sua prima uscita ufficiale con la maglia della Roma. Per Kevin Strootman, il 3-0 rifilato ai gialloblù allo stadio Olimpico ha rappresentato l’esordio perfetto davanti ai tifosi giallorossi, ma il centrocampista sa bene che gli umori della piazza romanista sono legati in tutto e per tutto ai risultati. “Ora sono entusiasti. Quando va bene è tutto fantastico, quando va male è drammatico – ha ammesso l’olandese – Finora è tutto positivo, non hanno motivi per lamentarsi e sono contento di questo, bisogna fare in modo che rimanga così”.

L’ESORDIO – E per riuscirci la squadra di Garcia dovrà continuare a fornire prestazioni come quelle sfornate prima a Livorno e poi col Verona, in cui Strootman ha mostrato quelle qualità che hanno convinto i dirigenti della Roma a pagarlo dal Psv 16,5 milioni di euro. “Il mio esordio? È andata bene, è sempre bello vincere la prima partita presso un nuovo club, davanti ai propri tifosi e in uno stadio dove non hai mai giocato – ha spiegato nel corso di una intervista a Novum Tv – Siamo stati fortunati a fare tre gol in rapida successione nel secondo tempo. A livello di condizione fisica ero un po’ in difficoltà, anche perché ho fatto soltanto due allenamenti col gruppo e prima di allora mi ero allenato da solo, e questa differenza in campo comunque la noti. Ma come dicevo, è bello giocare con De Rossi e Pjanic accanto, ti mette in condizioni di giocare tranquillo anche tu”.

TOTTI – Come punto di riferimento offensivo, poi, per Strootman c’è un totem come Totti, capitano e bandiera giallorossa. “Com’è giocare nella sua stessa squadra? Beh, lui a Roma è il boss, un grande, no? Ci sa ancora fare. Vedi che gioca in modo un po’ diverso rispetto al passato, ma ha sempre una grande visione di gioco e poi allenarsi con uno come lui è bellissimo – ha confessato l’olandese – Se Francesco si occupa anche dei giocatori nuovi e dei giovani? Ci prova, ma non parla una parola di inglese, però un po’ col linguaggio dei segni un po’ col mio limitato italiano riusciamo lo stesso a comunicare”.