mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


Tre, sei, nove uguale primi. Primi come non accadeva da sei anni e se vai a vedere bene il sei è quello di Kevin Strootman, una maschera maori in mezzo al campo che sigla il terzo goal su rigore con una botta che ha sancito la fine del Parma e di tutti i gufi sulla traversa. Ci speravano i pennuti notturni invece ci ha pensato Totti, tanto per cambiare a spazzarli via. I suoi numeri ormai sono solo strumenti che servono a riempire tabelle, statistiche e giornali. Duecentoventotto goal, di cui il diciannovesimo in carriera al Parma, che sei vai a fare la somma uno più nove uguale dieci, uguale Capitano, uguale eternità. Forse per una volta ha avuto ragione Sabatini in conferenza stampa: “ dopo il 26 maggio abbiamo capito che la romantica utopia calcistica era finita e abbiamo deciso che dovevamo cambiare rotta”. E allora eccoci qua, anzi “ecchice” in testa,insieme al Napoli,con la sottile differenza che Livorno e Parma li hai battuti a casa loro. Dopo quattro mesi siamo pronti, come uno slingdoors allo specchio di quello che non è stato ma che potrebbe essere, anzi che sicuramente un giorno sarà in una notte stellata di fine maggio, la strada è lunga ma la pazienza è la virtù dei forti anzi dei fortissimi. Non oggi però, perché oggi per una notte o una settimana, siamo primi, come successe quella notte di fine maggio di ventinove anni fa che vide Agostino Di Bartolomei ,dopo il suo rigore segnato, fare un piccolo saltello verso il cielo con le braccia alzate per toccare le stelle dei Campioni per un minuto e una sola volta nella storia, perché li come oggi siamo primi. Parma- Roma 1-3 è semplicemente un dolce riflesso di Roma-Parma 3-1 di dodici anni fa, con un unico denominatore: Francesco Totti. Lui che non ha bisogno di contratti e di rinnovi perché lui la firma la mette continuamente da vent’anni a sta parte, usando il pennello invece della penna, perché le leggende sono per sempre senza date di scadenze da rinnovare. Dunque evviva il Santo e tutta la sua Roma che alza la testa e non vede nessuno, la quale per avere compagnia deve guardarsi dietro e domenica può cominciare veramente il suo percorso di redenzione, perché la cosa più bella é che il vento dal giorno dopo “quel giorno” di quattro mesi fa non ha mai smesso di soffiare. La Roma è fatta cosi, è un’eterna fenice, che nasce, vive,cade, si rialza, delle volte muore, ma rinasce in qualsiasi momento più forte di prima e ogni qualvolta decisamente più giallorossa, come l’anima della sua gente.
Filiberto Marino