martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


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È il mister Garcia che a fine gara dice la frase giusta che chiude il capitolo aperto dalla splendida coreografia della SUD. Da ‘il mio nome è il simbolo della tua eterna sconfitta’ a ‘abbiamo riportato la chiesa al centro del villaggio’ corre tutta la grandiosità dell’essere della Roma.

Sono stati mesi difficili, perché quando i secondi hanno il loro momento escono fuori tutti insieme, provano a sentirsi grandi, si atteggiano a padroni. Ma sono inadeguati a frequentare certe piani della gloria. Non hanno la presenza, sono pochi e brutti. E infatti riescono a sfigurare pure quando gli va l’acqua pe l’orto.

La ferita c’è stata, nessuno lo nega, sarebbe ridicolo. Ma la forza di reagire, di rimettere le cose a posto, di soffrire per questo sta nell’immagine di Balzaretti. Proprio lui il terzinaccio che sconsolato per il palo colpito, torna con il capo chino verso il campo pensando che forse non arriverà mai il suo momento a Roma.

E invece eccolo, il biondo Gesù Cristo alza la testa e capisce che questa seconda opportunità dopo pochi secondi potrebbe essere l’ultima per rimettere in piedi il tutto. Stavolta la palla sa dove finire la sua corsa per far iniziare quella di tutti con Balzaretti in testa. Corri sotto la Sud, piangi perché il buio che ha coperto Roma non c’è più.

Splende il sole nell’eterna capitale, splende il sole sui tifosi giallorossi. C’è chi porta la luce e chi le tenebre. Andatevene via, il vostro golpe è fallito. Non potete stare nella classe A, ognuno nella sua sezione e la vostra è la B.

Continuerete a vivere nel ricordo mentre noi saremo per sempre l’anima e il simbolo di questa città.

petra@corederoma.it