venerdì, Ottobre 18, 2024 Anno XXI


C’è qualcosa di inspiegabile a parole nella corsa al 20’ minuto del secondo tempo di Benatia che ha portato al goal del vantaggio romanista, qualcosa composto da discorsi traducibili solamente da occhi chiacchieroni e sguardi fieri. Come quella gioia misto rabbia esplosa verso la panchina, trascinandosi dietro tutti i suoi compagni,veloce come il vento e forte come un ciclone. Tanto per la cronaca da oggi lui sarà per tutti Medhi Muro Beanatia, dopo Walter Samuele detto “The Wall” l’anno dello scudetto,di una Roma Capoccia oltre che capolista. Give me five cantava una volta Jovanotti, dammi il cinque canticchia oggi come non mai Rudi, si perché da ieri sera è già entrato in cosi breve tempo , nella Storia di questa squadra, facendo anzi riuscendo a fare quello che nemmeno uno che si chiama Capello è riuscito ad ottenere, cinque su cinque alle prime cinque. Quindi giù il cappello “et voilà” ecco a voi monsieur Garcia. La cosa più nuova di tutte non è il successo, ma la maniera in cui è arrivato, riuscendo a soffrire, non andando mai in confusione, con De Sanctis che fa la prima vera parata della stagione, Balzaretti che per una sera infila la maschera di Maicon sulla fascia destra, il Mare che si erge ieri da vero Capitano ancor prima che da campione, prendendo tutti per mano e dicendo di stare li vicini, uniti,tranquilli, compatti, penando tutti insieme ma mai da soli, come “ il serrate i ranghi” di Russel Crowe de Il Gladiatore. Epico. E poi Gervinho, giudicato troppo in fretta e che invece ieri parevano due, tre o addirittura quattro tutti insieme perché troppo veloce per esser preso, anzi solo uno è riuscito a beccarlo, ovvero Lui, Il Santo, che domani festeggerà (tantissimi auguri Capitano) e che con uno dei suoi lungimiranti tocchi, si è confermato miglior assist-man della serie A, regalando all’ivoriano la prima rete tinta di oro e porpora. Qualcosa che non si scorda facilmente, come le gite al mare la domenica verso la fine di Maggio, quando i ragazzi di Rudi torneranno da queste parti al Marassi per affrontare nell’ultima partita fuori casa il Genoa di Fabrizio De Andrè, poetico. Ma la cosa più speciale è il senso di convivenza, amicizia,coesione,unione, simbiosi e sacrificio che è sbarcato a Trigoria spedito direttamente dalla Francia e che ha contaminato dal più piccolo al più grande. Si perché è soltanto colui che è disposto a morire per un contrasto,vedi Ago Strootman, che sarà colui che guadagnerà un centimetro, che sommato a tutti gli altri servirà per arrivare ad un altro traguardo più grande ancora chiamato sogno e che per qualcuno fa rima con vittoria. Un nome di origine latina che Mamma Roma ha sempre avuto in mente per tutti i suoi futuri figli.
Filiberto Marino