lunedì, Settembre 16, 2024 Anno XXI


Certo, manca ancora lo Shakhtar mercoledì e poi la Sampdoria domenica prossima per chiudere il mese, ma abbiamo scelto questo titolo oggi in omaggio allo scrittore catanese Ercole Patti e alle emozioni che ci ha regalato con i suoi romanzi tra cui quello da cui abbiamo mutuato il titolo.
Nel nostro “bellissimo novembre” abbiamo finora affondato Fiorentina e Milan, che solo un anno fa erano temibili concorrenti, e che ora, grazie al lavoro della squadra e della società, ci sono apparse poco più che le parenti povere degli squadroni dell’anno scorso.
Abbiamo poi seppellito il Catania sotto una valanga di gol, squadra che si era presentata all’Olimpico con ottime credenziali e con uno stuolo di perniciosi tifosi al seguito.
Solo questi avvenimenti avrebbero giustificato il titolo, ma in realtà abbiamo fatto di più.
Siamo stati in grado di superare indenni i tormentoni strumentali sui rinnovi di contratto di Spalletti e di alcuni suoi prodi anche se Rossella Sensi e Daniele Pradè dovranno stare bene attenti visto che qualcuno gli ha dato tempo fino alla fine dell’anno, prima di metterli in mora preannunciando battaglia mediatica. L’anno scorso fu sugli abbonamenti, quest’anno su che cosa sarà?
E, rischiando l’asfissia, abbiamo affrontato a piè fermo anche gli ammorbamenti dell’ennesima puntata de “La maglia azzurra del Capitano” telenovela sulla vicenda Totti-nazionale, nel quale tutti hanno detto la loro, da Zelig Donadoni, che si pronuncia in modo diverso a secondo del bacino di utenza a cui si rivolge il giornale che lo intervista a Oddo e Toni che mostrano ancora sintomi da ubriacatura post mondiale visto che, nella’mbito della stessa intervista, sono in grado di affermare tutto e il contrario di tutto.
E la vicenda Totti-nazionale ci da il destro per poter ritornare sulla questione “Bidone d’oro”, sulla quale sono intervenuti alcuni amici di CdR con lettere alla Redazione.
Denunciare la presenza di giornalisti di fede giallorossa nella giuria che dovrà giudicare all’interno di una rosa di nomi chi è stata la più pippa del 2006 non significa fare “populismo strumentale”. Lo abbiamo già detto. Ognuno può essere romanista a modo suo e comprendiamo anche quale sia la differenza tra la posizione di un professionista e quella di un dilettante (il tifoso).
Riteniamo che questa “nomination” del Capitano sia scandalosa perché se c’è un anno in cui Francesco Totti ha fatto il fenomeno è stato proprio il 2006. Dalle 11 vittorie di fila, ha cui ha dato un grande contributo, alla determinazione che ha mostrato nel non voler perdere il mondiale. Dalla straordinaria prova di maturità data in convalescenza, quando si è presentato alla riabilitazione addirittura sotto peso, alla responsabilità assunta nel mondiale e al ruolo defilato e modesto che ha voluto assumere per salvaguardare il gruppo frequentato, quello si, da personaggi alquanto discutibili ancorché in odore di Pallone D’Oro.
Per non parlare poi di quello che ci ha fatto vedere in queste ultime settimane di questo novembre in cui sembra tornato quel campione straripante di una volta.
Noi riteniamo inopportuna ed offensiva la doppia faccia di chi lo osanna per vendere e non lo difende quando è necessario, anche attraverso gesti clamorosi.
Se questo è populismo d’accatto, forse siamo populisti. Esattamente come quelli però che fanno i manifesti sulla vittoria di Milano. Metri di valutazione uguali per tutti please!
Noi di CdR non pretendiamo di interpretare il “pensiero unico” del tifoso romanista, visto che oramai la famiglia si è talmente allargata da comprendere un congruo numero di imbucati.
Non entriamo nelle battaglie di questo contro quello che fino a ieri si sparavano letame con la pompa e oggi sono di nuovo tutti “mazzi di fiori” e “attestazioni di stima”.
Le carambate sono un problema di chi le fa.
Per dirla alla romana, nun ce piace esse presi per il culo, e lo diciamo con la massima serenità proprio nel momento in cui la Roma, assieme al buonismo, trionfa.
Tutto il resto è relativo.
Ad maiora