venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


Veni vidi e Vinci diceva Cesare. Rudi, ridi, Roma cantava la Sud. Tutto troppo emozionante da sembrare vero ed invece almeno per una volta nella vita è cosi. Domenica sera ad un certo punto i ragazzi di Garcia sembravano i meteorologi di se stessi, più pressavano, più correvano, più segnavano e più veniva giù dal cielo, il nostro quello da lupi, tutti i tuoni e i fulmini degni del potente Thor. Diciassette goal fatti ed uno solo subito, numeri da capogiro, numeri da regina della classe anzi d’ Europa. Si proprio Europa che fa rima con Africa come Benatia e Gervinho, fratelli diversi ma gemelli del goal. L’uno considerato come quello che poteva giocare soltanto nella difesa a tre e che per venire alla Roma ha rinunciato a 3,5 milioni di euro offerti dal Napoli per prenderne uno e mezzo di meno qui a Roma per la semplice motivazione che lui voleva, vuole e vincerà qua. L’altro l’ivoriano sbarcato da Londra, scuola Arsenal, con i capelli alla Bleack Eyed Peas che sembra essere quel Thomas che il 26 maggio del 1989 segnò all’ultimo minuto ad Anfield, più veloce del vento, facendo vincere il titolo ai Gunners in quel rocambolesco Liverpool-Arsenal, dal destino quasi certo per essere segnato. Gervinho proprio lui, uno nato guarda un po’ il 27 maggio, il giorno dopo quel giorno, che sa di nascita più che di morte. Si perché paradossalmente ha ragione Mengoni quando canta “grazie per avermi fatto male, sento nelle vene il sangue (giallorosso) che si muove”. Adesso arriva Milano, Mazzarri, Moratti, Milito, tante M quante sono le maglie neroazzurre. Ave Thoir stiamo arrivando con una promessa anzi con un regalo, che dovrà essere scartato con una settimana di ritardo. Ovvero il duecentoventinovesimo goal del Capitano di tutte le epoche, visto che con l’occasione si festeggerà anche il 4 ottobre che come vuole la tradizione dal 1993 è diventato il giorno di San Francesco Totti. Non c’è ne voglia il santo di Assisi, ma il Santo della città Santa è la religione per eccellenza. Adesso tutti giù al Nord, direzione San Siro, facendo il giro giro tondo tenendoci per mano, mentre ripeti le tabelline per il lunedi mattina aspettando la maestra Longobarda, ovvero tre per sei diciotto, d’altronde si sa la matematica non è mai stata un’opinione.
Filiberto Marino