venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

Rudi GARCIA ha rilasciato una lunga intervista al Tg1 della Rai, parlando dei suoi primi mesi nella capitale. Ecco le sue parole:

Rudi GarciaParla subito bene in italia, anche questa è determinazione?
Anche per rispetto dei tifosi bisogna impararlo in fretta.

Che effetto le fanno tutti questi complimenti?
Spero ci saranno anche a fine anno.

Come si fronteggia tutta questa pressione?
Ho una grande rosa e tutti i giocatori sanno che ci sono ancora tante cose da fare.

Francese di origine spagnole, è legato alle sue origini?
Sì, molto. Sono latino per questo fatto.

Suo padre l’ha chiamata Rudi in onore di un grande ciclista. Le piace andare in bicicletta?
Non tanto, preferisco giocare a calcio sicuramente (Ride n.d.r)

Che allenatore è lei? Si è detto di lei che sa far girare meglio la palla che le parole
Non lo so, è difficile parlare della mia persona. Meglio chiederlo agli altri. Io guardo sempre avanti a me, mi piace vedere la gioia dei miei giocatori quando vinciamo o quando facciamo gol.

Lei si occupa di tutto, è un allenatore a 360 gradi
Penso che il dettaglio è una cosa molto importante. Un dettaglio può cambiare un risultato o una stagione intera. E’ difficile vedere il futuro, però si può anticipare al massimo.

In Francia lei ha vinto con il Lille e l’hanno definita come Mourinho, in Italia la vedono come Capello. Che effetto le fanno questi paragoni?
In Italia ci sono tanti grandi allenatori. Io non ho certezze, so solo che ho il mio metodo di lavoro. La cosa più importante sono i giocatori e devono essere nel progetto di gioco. In questo modo fanno le cose in maniera collettiva. Il gruppo è più importante di tutto.

Quando è arrivato a Roma ha detto che non temeva nulla
L’ambiente era negativo su squadra e società. Ho sentito anche insulti e questo non è calcio. Il calcio è andare allo stadio con tutta la famiglia.

Ha trovato un ambiente ostile in Italia dal punto di vista delle polemiche?
Capisco che alla fine della stagione fosse normale che i tifosi erano demoralizzati. Ora però è una nuova stagione, con un nuovo allenatore e abbiamo bisogno dei nostri tifosi. Giocheremo per la loro felicità, e per conquistare la loro fiducia: questo è importante per i giocatori.

Qual è stata la sua medicina?
Far capire ai giocatori che la fiducia è una cosa importante e che lavoreremo molto per migliorare in campo. Se siamo tutti insieme con lo spirito collettivo, possiamo fare grandi cose. Questo è solo un inizio,  un buon inizio.

Ha imposto delle regole nel gruppo?
Sì, è come a casa, in famiglia. Ci sono regole in gruppo e, adesso, poco a poco, mi sembra che questa rosa, anche con la società, sia più una famiglia che un club.

Chi ritarda paga una multa?
Sì, è normale, i giocatori lo sanno.

Si occupa anche dell’alimentazione?
No, abbiamo dei professionisti per questo. Io ho un lavoro solo, siamo una squadra anche fuori dal campo.

Lei ha sconsigliato il caffè?
No, è una cosa piccola, non importante.

Cosa ha capito di Roma e della Roma?
La città la conoscevo già, perchè sono venuto tre anni fa qui: è una delle più belle del mondo. Ora però quello che capisco è che la gente mangia e vive di calcio. C’è una passione importante e forse un po’ eccessiva, a volte un pò troppo negativa.

Totti al centro del suo progetto. Ci parla del suo rapporto con lui?
E’ normale . Tutti lo conoscono nel mondo del calcio, è un fuoriclasse, uno dei più grandi giocatori che il calcio abbia mai avuto. Ho trovato un uomo molto umile, con spirito creativo, che pensa agli altri ed è un esempio per il calcio. E’ una persona molto importante, non solo per la Roma, ma per tutto il calcio.

Cosa l’ha stupita della Roma?
Niente in particolare, sapevo che l’ambiente fosse molto negativo: non mi piace quando uno critica un calciatore della mia squadra, ma non cambia niente nello spogliatoio. Se io ho una cosa da dire lo faccio, è come una famiglia. In francese si dice: “I panni sporchi si lavano in famiglia”.

Come si prepara una partita più importante delle altre?
La cosa più importante è che ogni giocatore si senta guardato dal proprio allenatore. Parlo con tutti, per me sono tutti uguali, perché abbiamo bisogno di tutti. Uno che sta in panchina oggi sarà titolare domani, faremo una grande stagione solo se saremo tutti insieme.

Guardiola e Nadal sono due esempi?
Sì, ci sono sempre esempi. Le interviste, le biografie hanno sempre qualcosa da prendere. Nadal è un esempio per tutti, così come Guardiola.

Cosa pensa della sfida di sabato con l’Inter?
E’ sempre difficile vincere una gara di campionato. E’ così contro tutti, ma mi piace  giocare contro l’Inter, perchè io faccio questo mestiere per vivere queste grandi partite, così come i giocatori. Se abbiamo la possibilità di giocare gare di questo livello sarà una cosa bella. Siamo motivati e spero che sia una grande partita.

Possibile rinvio per Roma-Napoli: cosa ne pensa?
Vedremo. Non decido io, ho solo detto che giocare tre partite fuori casa di fila mi sembra una cosa anormale. Anche non giocarla o farlo a dicembre non è possibile: cambia tutto. Vedremo quello quel che succederà.

Se l’aspettava così il campionato italiano?
E’ un calcio molto tattico, con giocatori intelligenti sul campo, me l’aspettavo così.

Sugli arbitri?
Tutto bene.

Vive a Casal Palocco, è sposato ed ha tre figlie. Riesce a tenere a bada i fotografi?
Io non parlo di queste cosa. Tutte le cose sono semplici, parlo del mio mestiere, non della mia vita privata.

Lei ha un’immagine da duro, ma da quello che dice è tutt’altro.
Non lo so, quello che so è importante riflettere e pensare così come farlo con il cuore.