mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


C’è stato un tempo in cui Roma era un sogno, la quale non si poteva nemmeno
sussurrare, perché qualsiasi cosa più forte di un sospiro l’avrebbe spazzata
via per sempre. Non è della stessa idea Garcia e la sua squadra, che ha
mostrato fino adesso a tutta Europa, nella Scala del Calcio di San Siro le
sette meraviglie del Mondo. La prima Francesco Totti (tutti in piedi),
doppietta arrivando a 230 goal tutti con la stessa maglia, celebrati con quello
sguardo fiero e le braccia al cielo, come a muoversi a mò di arcobaleno tinto
di giallo e di rosso dove stavano i tifosi della Roma ieri al Meazza, sopra il
terzo anello che sembrava il terzo paradiso anzi il settimo per l’appunto. L’
assist che da il via all’azione del terzo goal del piccolo Alessandro Magno
Florenzi è roba rara da vedere, forse la cosa più speciale di una serata
indimenticabile, perché su quel gesto c’è tutto lui, c’è tutta la Roma intorno
che parte come il freccia rossa direzione Roma, perché è qui il centro di tutto
anzi di Totti. Un assist che ti manda dal passato al futuro, col sapore di
presente. La seconda bellezza è bionda, pulita, spumeggiante, sorridente come
il sole (di mezzanotte), monumentale come l’Altare della Patria, forte come un
camion e imbarazzante da mettere paura. Si esatto, proprio colui che in
settimana ha detto che il 26 maggio era la fine sbagliata, la sua, la nostra,
quella della Roma che come riaffermato unisce più del mare stesso. Lui l’unico
vero Mare di Roma che poteva andare ad alzare trofei ovunque ma che invece è
rimasto qui perché c’è sempre un’ultima partita da (ri)giocare e quel trofeo da
alzare, o forse semplicemente perché a ciò che amiamo davvero non diciamo mai
addio. La terza invece è la freccia nera che corre più di un treno (chiedere a
Trenitalia) da far impallidire anche uno che si chiama Bolt, quel Gervinho nato
il 27 maggio, che è la fine di un incubo e l’inizio del sogno. La quarta
ammirazione è per il folletto d’Acilia con il 24 sulle spalle per celebrare la
sua Ilenia, che segna come un attaccante e difende come un difensore ma che
nasce come tuttocampista, lunga a vita a te Alessandro. Il quinto stupore è per
Ago-Strootman che in mezzo al campo sembrano due gemelli, che ringhia come un
bulldog, pressa come un carro armato e che ti mangia come uno squalo. La sesta
sorpresa è difesa per intero, Leo, Medi,Toro e Balza diretti da ministro della
difesa Morgan, che preferisce dare la vita (vedi Balzaretti) che prendere una
rete a risultato ottenuto, perché è solo colui che è disposto a morire che alla
fine farà la differenza fra la vittoria e la sconfitta. La settima, la più
normale, è l’uomo dei sogni, quel Rudi venuto dalla Francia e che sembra dire
sottovoce di giocare, vincere ma senza esagerare anzi che in ogni intervista
ribadisce: “non esageriamo”. Ha ragione, la tabellina del tre è solo all’inizio
e le lezioni di matematica non sono mai state cosi belle. D’altronde sette per
tre ventuno come 21 vittoria grande baldoria. La Roma è tornata e da oggi il
prefisso di Milano non sarà più 02 ma 03, come i tricolori giallorossi. We have
a dream, in silenzio, perché i sogni sono da proteggere e da amare, come questa
Roma.
Filiberto Marino