mercoledì, Settembre 25, 2024 Anno XXI


Da sempre è conosciuta come “la favola Chievo” di Giulietta e Romeo, da oggi
sarà per tanto e tanto tempo “la favola Roma” di Borriello e Garcia. Nella
notte di Halloween monsieur Rudi, traveste i suoi ragazzi da maghi, per l’
esattezza ventisette come ha specificato a fine gara nel post partita, da De
Santics a Totti, facendo vedere le streghe al Chievo, alla zucca pelata di
Sannino e in particolar modo a tutta Italia. Ieri a gufare ci sarà stata tutta
Italia, tutti gufacci che per una sera si sono coalizzati contro i colori
giallorossi, dimenticandosi per l’ennesima volta la cosa più importante, l’
amore per la propria squadra non si dimostra odiandone un’altra. Chissà quanti
di loro al 66’ del st son caduti giù dai loro trespoli, causandosi delle
fratture multiple che nemmeno il migliore degli stregoni avrebbe potuto
guarire. Si proprio a quel minuto si è fatta la Storia, quando Jack Sparrow
Borriello si è tuffato su quel cross di Florenzi come fosse il più delizioso
dei dolcetti, scrivendo la decima vittoria, davanti al numero dieci per
antonomasia, quel papà che sta aspettando i suoi figli fuori da scuola. La
storia per la storia d’altronde si sa, fa sempre dieci, con la lode. Ieri c’
erano tutti i presupposti per sbagliare, i gufi, il record, l’ultima in
classifica, le assenze di Gervinho, Maicon e Totti, la scarsità di Peruzzo, la
notte di Halloween e invece anche questa volta il compito di matematica è
andato a buon fine. Solitamente la gente dice che le favole non esistono o che
sono scritte e raccontate solo per i bambini, se non ci credete allora
ascoltate questa. C’era una volta, in un pomeriggio di fine agosto un ragazzo,
senza sorriso, finito nel dimenticatoio perché guadagnava troppo e sembrava che
non servisse più a nulla. Poi una volta arrivata la fine del mercato, ricevette
una torta speciale dai suoi amici con ‘l’in bocca al lupo’ più classico e da
quel giorno tutto cambiò. Si riprese la leader dello spogliato, in silenzio,
sapendo che il suo turno prima o poi il grande ciclo della vita glielo avrebbe
concesso. Detto, fatto. Nella partita dei record, quella più scorbutica, a
distanza di 60 giorni o poco più, aspettando per l’appunto il 66’ minuto il
bruco si è trasformato in farfalla (una stupenda farfalla) e ha deciso di
volare di testa contro quel pallone che sa di baci, sorrisi e felicità. Ben
tornato Marco, da oggi anche la Pausini saprà questa fiaba e non canterà più
“la solitudine” per te ma forse per la Roma tutta, che sta lassù da sola e che
solamente per questa volta assapora la libertà, la vita e soprattutto la
speranza. Dicono che le favole non esistono, che sono per i bambini, che gli
adulti non hanno tempo perché impegnati a vivere, ecc…tutto vero. Allora quando
sentirete queste cose raccontategli la nuova versione scehksperiana, quella di
Romeo che è arrivato con sessantasei minuti di ritardo sotto il balcone di
Giulietta perché impegnato a baciarsi Borriello e tutta la sua Roma. Se non è
una favola questa, allora svegliatevi perché è tutto vero. Tre per dieci uguale
Trenta e lode.
Filiberto Marino