martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


da iltempo.it

Curve chiuse, ma un video le riapre

Romanisti a San SiroBasta scambiare una parola per un altra e ti chiudono la curva. Ormai siamo al surreale: il Giudice Sportivo condanna i romanisti di San Siro per presunti cori razzisti che non hanno mai cantato. Lo dimostra il video pubblicato dal sito de Il Tempo, una prova incontrovertibile che la Roma proverà ad utilizzare per vincere il ricorso.
«Rossoneri squadra di neri» la canzonetta incriminata: ma in realtà i tifosi cantavano «rossoneri carabinieri», ironizzando sul colore delle divise del Milan, come si sente nitidamente nel filmato.
Il danno ormai è fatto. Stando alla sentenza emessa ieri, i giallorossi dovranno giocare la gara di domenica prossima con il Catania con la curve Sud e Nord entrambe chiuse. E con il Genoa il 12 gennaio con la sola Sud senza spettatori, come già accaduto nella sfida col Verona per la squalifica comminata nell’ultimo turno del campionato precedente.
La prima delle due «nuove» pene era stata decisa e sospesa dopo i cori contati durante Roma-Napoli del 18 ottobre e diventa esecutiva in seguito al presunto comportamento tenuto da una parte dei tifosi entrati nel settore ospiti del «Meazza» lunedì sera per assistere alla gara con il Milan. Secondo il Giudice «alle ore 20.23 la maggioranza dei circa 1.700 sostenitori che occupavano la parte centrale del Settore Ospiti – denominato Terzo Anello Verde Curva Nord- intonava a gran voce per due volte il coro “Rossoneri squadra di neri” che veniva percepito distintamente dai collaboratori che al momento della sua esecuzione erano posizionati all’interno del recinto di giuoco all’altezza della linea mediana». Lo stesso coro è stato ascoltato e trascritto all’11’ del primo tempo e all’8’ della ripresa.
A indurre in errore la procura federale sono stati gli uomini della Questura milanese presenti allo stadio. Sono loro a sentire (male) i cori provenienti dal terzo anello e segnalarli agli 007 di Palazzi. I romanisti sono accusati anche di aver insultato il «solito» Balotelli. «All’8° del primo tempo – scrive ancora il Giudice Sportivo – la maggioranza dei circa 1.700 tifosi romanisti indirizzava per alcuni secondi numerosi ed intensi “Buuu” verso il calciatore della soc. Milan Sig. Mario Balotelli (n. 45) in occasione di un calcio di punizione battuto dallo stesso fuori dall’area di rigore della squadra romanista. Tali urla venivano sentite distintamente dai collaboratori collocati all’interno del recinto di giuoco rispettivamente accanto alla panchina aggiuntiva della soc. Milan, all’altezza della linea mediana delle terreno di giuoco e accanto alla panchina aggiuntiva della soc. Roma». L’episodio si sarebbe ripetuto al 12’ della ripresa e «le grida e il coro in questione venivano udito chiaramente dagli scriventi delegati». Peccato che in campo e nel resto dello stadio non se ne sia accorto nessuno, tanto che i due annunci fatti dall speaker nel secondo tempo (su richiesta della Digos) hanno suscitato la sorpresa generale. Semmai, tutti hanno sentito chiaramente il coro «romano bastardo» intonato dai milanisti ma assente nella relazione.
Se i famigerati «buu» fossero davvero stati indirizzati a Balotelli da un gruppetto di romanisti in trasferta, perché far pagare il conto agli abbonati per le partite interne? Lo spiega il Giudice: «I tifosi della Società Roma, posizionati nel settore ospiti in occasione della gara Milan-Roma, assistono normalmente alle partite casalinghe nel settore denominato curva sud dello stadio Olimpico di Roma». Bene. Quindi sono stati identificati. E allora perché non partono i Daspo?
Una sentenza che fa acqua da tutte le parti e non è l’unica della giornata. Colpita anche la Lazio per i «buu» rivolti al giocatore del Livorno Mbaye: squalifica di un turno della curva Nord, che viene però sospesa, pronta ad essere applicata alla prossima violazione. Pagano subito gli interisti della Nord che non potranno assistere al derby e alla partita con il Chievo, per «discriminazione territoriale»: i soliti cori contro i napoletani cantati dagli ultras nerazzurri al San Paolo.
I presunti comportamenti dei tifosi costeranno a Roma e Inter 50.000 euro di ammenda in aggiunta alla squalifica. Entrambi i club faranno ricorso, in attesa che la Figc si decida a cambiare questa folle norma.

A. Austini


da Leggo – forzaroma.info

Giudice riascolti quei “buu”

Chiudere le Curve non serve a niente. I tifosi continuano con i «buu», chi non fa «buu» probabilmente l’anno prossimo non rinnoverà l’abbonamento perché si trova costretto a vedere le partite a casa per colpa di un gruppetto di persone, individuabili ma impunite (mistero). Peggio per i club.

Ora la mannaia del giudice si è abbattuta su Inter (il derby e poi il match con il Chievo) che paga gli insulti ai tifosi napoletani e Roma (Sud chiusa contro il Catania, Sud e Nord chiuse contro il Genoa) per i «buu» a Balotelli. In realtà diversi tifosi romanisti lunedì sera hanno sentito soltanto dei comunissimi «insulti » nei confronti di Balotelli e, addirittura, non hanno notato gli avvertimenti trasmessi dagli altoparlanti allo stadio. Balotelli non è l’unico giocatore di colore del Milan, quindi sembra bizzarra l’idea di ipotizzare una tifoseria «razzista».

Sarebbe interessante riascoltare la registrazione di questi «buu». Quanto a Balotelli, «scivolasse» di meno risparmierebbe molto lavoro ai giudici di mezza Italia. La Juventus per reagire alla chiusura delle Curve ha tentato la carta- bambini. Non fanno «buu», urlano «merda ». In questo caso il giudice sportivo si limita a infliggere una multa di 5.000 euro, perché evidentemente gestisce il calcio come il cinema: i bambini pagano ridotto.

F. Maccheroni


da iltempo.it

«Io c’ero a San Siro e nessuno ha urlato insulti razzisti»

Mirko è abbonato dalla stagione86’-87’, di trasferte ne ha molte sulle palle, compresa quella di San Siro lunedì che ha fatto scattare la squalifica della Curva Sud, la sua seconda casa in pratica. La decisione del giudice sportivo gli ha rovinato la giornata, molto più della delusione per i due punti persi a Milano: «La sanzione di per sé è sbagliata: colpisci 18 mila persone per educarne 1.700, il rapporto è 1 a 10».

Mirko la vive come un’ingiustizia: «La cosa più grave è che non è vero niente. Il coro «rossoneri squadra di neri» non esiste, non l’abbiamo mai fatto in curva. Ci metto mani e piedi sul fuoco. Stavamo intonando “rossoneri carabinieri”, perché le maglie del Milan somigliano alle divise dei carabinieri. Lo facciamo da anni ormai, hanno sentito proprio male. E poi il comunicato della Lega parla di numerosi e intensi “buu”, non “buu buu” come per la Lazio: è diverso. Il “buu” è una disapprovazione vocale, non l’imitazione della scimmia».

Lo testimonia con sincerità e tanta rabbia: «Il vero problema del calcio sono gli uomini che lo gestiscono. Non c’è la legge sugli stadi, non riesci a rinnovarti nemmeno dal punto di vista sanzionatorio e te la prendi in maniera iniqua nei confronti dei tifosi. Tutto ciò mentre esplode di nuovo il caso scommesse: la credibilità dov’è?».
È Mirko a rivelarci che c’è l’ipotesi di una «class action» dei tifosi, che nella chiusura delle curve ci vedono anche una «battaglia di classe, perché non si capisce per quale motivo non si chiudono le tribune o il settore autorità: chi l’ha detto che nel settore ospiti di San Siro c’erano solo abbonati in Sud? Sono sempre i settori popolari a pagare». In realtà, un modo per capirlo ci sarebbe e qualcuno dà la colpa alla pigrizia delle istituzioni: «Non capisco perché non vanno a vedere chi c’era esattamente: la Card Away è nominale». Qualcun altro accusa: «Hanno sentito anche i cori contro De Falchi o contro i romani?».

L’ipotesi dei bambini nelle curve squalificate non piace a Mirko: «Perché all’Olimpico i bimbi in Sud ci sono tutte le domeniche. Eviterei la formula juventina. Anche i ragazzini gridano “merda”, lo abbiamo visto». Il senso di ingiustizia prevale, la rabbia è tanta, ma l’appello finale è passione pura: «Ci sono filmati, testimonianze. Aprite queste curve».

E. Menghi