Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke giovedì, 20 Febbraio alle ore 10:37
da ilromanista.it Forse il presidente federale Giancarlo Abete non sa che «razza romana figli di puttana», «noi non siamo sporchi romani», «la Capitale, bruciamo la Capitale», o «la storia ci insegna che la lupa romana è una cagna bastarda che muore allattando due figli di cagna» sono cori cantati e tollerati ovunque. In qualsiasi stadio d’Italia. A Firenze, a Bergamo, a Milano, a Torino. A Napoli. Forse il presidente Abete non sa che quella che ieri ha definito «la libertà di insulto» è una «dimensione» (parole sue) che non riguarda affatto solo «alcune grandi tifoserie» (sempre parole sue) ma praticamente tutte le tifoserie di Serie A. Si salvano, forse, giusto quelle di Sassuolo, Chievo, Parma e Cagliari. Forse. Altro che passo indietro. Altro che rivisitazione della norma sulla discriminazione territoriale. La Federcalcio non ci pensa proprio. Abete ieri è stato chiarissimo. Chiarissimo, oddio. Insomma. «Se passasse il concetto secondo cui questa realtà (la discriminazione, ndr) viene depotenziata in termini sanzionatori, assisteremmo tutte le domeniche a una libertà di insulto generalizzata, una dimensione che ha interessato alcune grandi tifoserie ma non si è manifestata in tanti club professionistici che non hanno avuto questo tipo di problemi. Il contrasto è più di carattere sociologico che normativo». Secondo Abete, «il cuore del problema sono i comportamenti da tollerare oppure no all’interno di uno stadio. C’è una pluralità di persone che ritiene sia legittimo insultare e che questa situazione sia normale allo stadio. Il confronto è su questi temi, non sul fatto se la sanzione sia più o meno grave. Quella è una riflessione che si può fare ma il cuore del problema non è il tipo di sanzione erogata ma la qualità dei comportamenti che devono essere tollerati o meno all’interno dello stadio». Abete non spiega invece perché i cori di discriminazione territoriale siano sanzionati solo per proteggere Napoli e i napoletani, come se Napoli e i napoletani ne avessero bisogno, come se Napoli e i napoletani – che si sono insultati da soli al San Paolo – desiderassero essere messi sotto protezione. DANIELE GALLI |