lunedì, Settembre 23, 2024 Anno XXI


Il Campo sta la, con tutta la sua storia, ma chiamarlo ora “Campo” è un eufemismo. E’ Piuttosto un agglomerato di cumuli di terra e buche, pieno di erbacce e materiali di risulta. più simbolo dell’ennesimo attacco sventato alla memoria che luogo di venerazione e tifo.

All’estero probabilmente lo avrebbero riportato agli antichi fasti e ci avrebbero associato un museo della storia Romanista nel cuore di quella Testaccio che si è evoluta da quartiere popoloso e popolare a luogo di elezione di una delle movide romane.

Ma a Roma no. Quel luogo magico e leggendario, testimone di gesta epiche della nostra amata Roma, dove hanno risuonato le urla di incitamento di migliaia di tifosi e di “tifosette ardite” si era pensato bene di farlo diventare un parcheggio.

Ma la passione si alimenta di simboli e questo disegno demenziale per ora è stato respinto. Già l’anno scorso i ragazzi della Sud alla presenza di Giacomino “corederoma” Losi e del mitico Giorgio Rossi, avevano fatto un gesto simbolico di pulizia dell’area.

Ma è nostra opinione che le cose si preservino anche dandogli un nome e una riconoscibilità e ieri abbiamo fatto un altro piccolo passo nella direzione del recupero con l’apposizione di una targa che consenta a tutti di poterlo individuare in maniera incontrovertibile.

Al posto della targa di plasticaccia scarabbocchiata ce n’è una ora di travertino inciso, senza pretesa di metterci sopra cappelli e insegne.

Un gesto d’amore verso la nostra Storia che però non può prescindere dall’impegno delle istituzioni e della AS Roma sul quale vigileremo.

Noi ora c’abbiamo messo una targa … Daje Roma daje.
Ad maiora