Categorie Virgolettato Scritto da Lucky Luke sabato, 13 Dicembre alle ore 03:37
da Il Messaggero – lasignoraingiallorosso.it Che-ccò». E’ la parola chiave di Jeremy Menez che capisce ma ancora non parla l’italiano. La più utile per entrare nel pianeta Roma, il passepartout per essere subito di casa. Che-ccò sta per Francesco Totti, con il quale ha legato subito. Fuori, abitano vicini, e tantissimo in campo. Il francesino dalla faccia svogliata e sempre con un filo di barba, finalmente si racconta, con l’aiuto di Elena Turra, ormai abituata alla sua rapidità anche nell’esprimersi. A Trigoria il tempo da lupi, fulmini e tuoni, non lo condiziona in allenamento e neanche dopo. Si presenta con una t-shirt, maniche corte, nera e firmata. Solo per andar via metterà un giubbotto. Si mangia le unghie, ma non è timido nè nervoso. E’ così. Niente gli fa cambiare espressione. Lo sguardo, curioso e freddo, è del giocatore. Di poker, ci dirà. Il bluff come la finta e l’azzardo come il dribbling. Per aggiudicarsi sempre la mano, con il gol. Suo e di altri. Il primo sorriso dopo la sostituzione durante Roma-Bordeaux: come mai solo martedì sera si è mostrato felice? «La standing ovation del pubblico dell’Olimpico ha avuto un grande significato per me. La ritengo la mia consacrazione, perché con quell’applauso la gente ha voluto dirmi la cosa più bella. Che credeva in me. Penso di aver convinto i tifosi, di aver fatto vedere che qui ci posso stare e bene». |