martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


da repubblica.it

Rudi GarciaUn boato da stadio trasforma l’Aula Magna in un’appendice della curva sud, quando Rudi Garcia varca la soglia della facoltà di Economia di Tor Vergata per ricevere il premio Etica nello Sport. “Pensavo che il nuovo stadio fosse a Tor di Valle, non a Tor Vergata”, sorride lui davanti a tanto affetto. Sarà il sostegno di tutti gli studenti-tifosi presenti, sarà il ritorno alla vittoria che ha restituito il sorriso a lui e alla squadra, ma il premio diventa anche l’occasione per un nuovo proclama: “Vinca il migliore? Lo spero, la Roma è la più forte d’Italia”.

“LA MIGLIORE È LA ROMA, MA IN EUROPA SIAMO ANCORA PICCOLI” – A ispirare la risposta, una battuta di Gianni Rivera, tra i giurati del premio, che citando Nereo Rocco, si era augurato “alla fine vinca il migliore”. Garcia aveva risposto con un gesto, indicando se stesso. Poi, quando ha avuto il microfono, lo ha ribadito: “Sono d’accordo con Gianni, vinca il migliore. Perché la più forte è la Roma”. A convincerlo anche il recentissimo passato: “Bisogna solo aver fiducia in questa squadra. La stagione non è per nessuno un lungo fiume tranquillo, ci sono sempre turbolenze. Ma dobbiamo essere sicuri della qualità del nostro gioco. Il gruppo si misura nei momenti difficili, per questo sono sereno. Io e la squadra? Li amo, non potrei allenare i giocatori senza amarli, uno per uno. Con loro serve autorità ma sempre ascoltando, capendo che reazione possono generare le parole”. Anche per questo, qualcuno gli chiede che reazione aveva avuto la squadra dopo Juve-Roma: “Quella sera è stata particolare – ammette – ne ho cancellati alcuni punti, ma mi tengo il fatto che la Roma abbia saputo dimostrare di essere all’altezza del primo posto. La strada è lunga ma ho fiducia”. Se in campionato la strada è tracciata, il Bayern ha detto che la Champions è un terreno ancora scivolosissimo: “In Italia lottiamo con le grandi, ma in Europa siamo ancora piccoli. Quella partita ci è servita per fare un bagno di umiltà, per capire che ci sono squadre più forti di noi e impare un nuovo modulo”.

“VORREI VINCERE CON TOTTI, LUI VUOLE SEMPRE GIOCARE 90 MINUTI” – Non solo Bayern però. L’attualità aveva posto l’accento nell’ultimo weekend sulla reazione scocciata di Totti nei confronti dell’allenatore dopo il cambio con Destro. Ma per il suo capitano il tecnico – successore nel premio Etica nello Sport di gente come Ferguson e Tommasi, Bargnani e Prandelli, Platini e Zeman – ha solo parole al miele: “E’ fantastico – dice esibendo la sua maglia numero dieci sotto l’ormai ricorrente boato degli studenti-tifosi – sia come uomo che come il giocatore che ha voglia di giocare sempre tutta la partita”. Lo dice ridendo in riferimento proprio all’episodio incriminato. “Ma Checco – giura – ha l’umiltà di pensare sempre alla squadra, è un uomo all’altezza del campione che è. E, come gli ho detto la prima volta, mi piacerebbe tanto vincere qualcosa con lui”.

“IL CALCIO TEDESCO MODELLO DA SEGUIRE” – Un pensiero Garcia lo regala anche al momento del Paese: “Qui in Italia il periodo che viviamo non è facile, ma agli studenti dico: il futuro siete voi, prendetevi cura del prossimo e del pianeta. Il calcio è lo specchio della società, ma per tanti bambini è più facile crescere grazie al calcio, che può dar loro quelle regole di cui hanno bisogno. Non dobbiamo dimenticare mai che prima di essere allenatori siamo anche educatori”. E dopo un’uscita sull’altra metà del pallone (“Credo che ogni società dovrebbe avere una squadra femminile”), chiude con un focus sugli stadi: “Tra qualche anno noi avremo il nostro nuovo impianto. Io credo che andare allo stadio debba sempre essere una festa, ma bisogna che li si possa stare comodi e che sia anche possibile arrivarci comodamente. Dobbiamo fare qualcosa per questo: il calcio tedesco è la strada da seguire”.

MATTEO PINCI