domenica, Settembre 22, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

Luciano SpallettiLa conferenza stampa integrale di Luciano Spalletti alla vigilia di Catania-Roma

E’ convocato Baptista. Però quest’oggi ha interrotto prima l’allenamento. Che problema ha? E’ recuperato al cento per cento? “Ha rimediato un trauma sopra il ginocchio. Lo abbiamo fermato subito per far sì che non gli si formasse un ematoma troppo grosso. Se può giocare? Bisogna sempre vedere il trauma dopo qualche ora, perchè poi l’ematoma sarà da valutare bene”.

Catania-Roma, partita molto delicata. Teme di più la qualità del Catania oppure questo impatto ambientale particolare? “Il Catania è una squadra che gioca bene a calcio e soprattutto in casa ha fatto la sua bellissima classifica, ha un punto meno di noi. Sarà una partita difficile. Poi hanno un pubblico particolarmente caloroso, vicino alla squadra. Talmente vicino che l’anno scorso sembrava che giocassero anche loro. Per cui questa è una cosa che assolutamente non deve succedere”.

Spera di trovare una situazione diversa per poter giocare serenamente a calcio? “Noi dobbiamo pensare a questo. Bisogna dare valore alle squadre in campo. Almeno nelle intenzioni”.

Il bilancio di questa annata com’è? Da quale parte pende il piatto? “Una stagione importante per la Roma, preziosa. Sia per noi stessi che per la città. Le cose preziose si tengono vicine, si nascondono e si tutelano”.

Che impressione ha avuto dell’estrazione dell’Arsenal da parte di Bruno Conti? “Io gliel’avevo detto: ‘Prendila buona perchè bisogna fare bella figura’. E lui è stato bravo, ha fatto la scelta giusta”.

Passiamo un attimo al Catania. Gli etnei hanno vinto sei gare su otto in casa. Come pensa di vincere al Massimino? “Non ci passiamo un attimo. Parliamo dell’Arsenal, ma domani il nostro Arsenal si chiama Catania. Bruno è stato carino, mi ha chiamato subito dopo il sorteggio. Tutti dicevano che era meglio non prendere l’Arsenal e invece ci sono toccati proprio i Gunners. Va bene per le motivazioni come ho detto ieri”.

Doni, Juan e Totti si sono allenati in gruppo. Sono da considerare recuperati? “Sì, sono recuperati e convocati”.

Ieri Mourinho come regalo di Natale ha rivelato ai giornalisti la formazione. Quanti undicesimi della formazione ci regala oggi lei? “Secondo me la formazione o si dice tutta o non si dice. Tutto è difficile, ho sempre dei dubbi. Le partite sono ravvicinate e devo vedere come hanno recuperato i calciatori. Però non dovrebbe essere così difficile… Quei tre o quattro sono quelli, poi agli altri sette/otto ci penso domani mattina”.

La partita di Artur con il Bologna è stata sicuramente più convincente. “Le esperienze, le confidenze e l’imparare a conoscere i particolari della squadra gli hanno dato crescita”.

Quali sono le condizioni di Panucci? “Panucci ha un problemino all’adduttore e non è convocato”.

Da un punto di vista di campo che partita sarà? “Partita difficile perchè loro giocano un buon calcio. Zenga ha fatto vedere di saper preparare la squadra sotto tutti gli aspetti, andando poi a lavorare sui particolari”.

Mourinho ha detto che gli ex nelle partite importanti sono fondamentali e possono dare un valore aggiunto. Lei è d’accordo? “Probabilmente si riferiva agli stimoli. Bisogna vedere il calciatore come ha lasciato il vecchio ambiente. Poi si è sempre attratti a fare qualcosa di meglio di prima. Poi se lo ha detto lui, è meglio chiederlo a lui”.

Ha detto in passato che si potrà rivedere il 4-3-3 con il vertice alto, il vecchio modulo. Che vantaggi dà questo schieramento tattico rispetto a quello attuale e in quale tipologia di partita potremmo vederlo? E’ più difficile riuscire a ritirare la gente dentro il campo, a ricreare più densità nel settore centrale, nell’imbuto della porta che non viceversa, di conseguenza il rombo ti dà più vantaggio, perché poi come schieramento base sei un pochettino più chiuso, ci sono più persone nel settore centrale. In percentuale ci passano più palloni e si ha più possibilità di gestire qualche situazione in più. Però bisogna riuscire ad andare ad aprire, perché se apri quando la palla ce l’hanno gli altri dici “stretti stretti, chiusi chiusi”, quando la palla ce l’hai te “larghi e aperti”. Bisogna esser bravi a riaprire bene e ricreare più distanza fra i calciatori nei reparti per sopperire a questo “chiudersi e stringersi” degli avversari. Per cui se parti con le ali esterne sotto questo aspetto hai dei vantaggi perché è più ampio il settore dove giocare e viceversa stando stretti bisogna cercar di andare ad aprire. Dipende sempre da quella che è la capacità dei giocatori a saper attuare questa doppia funzione, se però parti dal centro campo sei quasi già li come schema, invece partendo largo poi li devi ritirare dentro, questa è la cosa sostanziale, poi bisogna sempre attaccare la linea difensiva per fare gol, bisogna saper leggere i momenti della partita, non saper far rimettere a posto gli avversari. Voi avete parlato di questi calci d’angolo battuti subito, il concetto è di trovare impreparati gli altri, o di far si che non si mettano a posto e di conseguenza nel disordine c’è più vantaggio”

In che tipologia di partita è più utile il vecchio modulo? C’è una tipologia di partita? Con la difesa stretta è più utile quel tipo di modulo rispetto a quello attuale? “Dipende sempre da noi, però con le squadre che hanno molta densità dentro il campo se riesci a cambiare spesso il fronte di attacco riesci a trovare la possibilità di andare dietro la linea difensiva. Sterzare da destra a sinistra e viceversa ci mettono un pochettino di più che quando sono poi dislocati in maniera più omogenea. Poi fa sempre la differenza quella che è la capacità dei giocatori di leggere le situazioni e di anticipare quelle che sono le giocate”.

Durante la sosta natalizia farete qualcosa di diverso o rimarrà lo stesso lavoro? “Ci saranno gli stessi allenamenti degli anni precedenti”.

Sul discorso fisico, come mai secondo lei questa tendenza a livello internazionale ad infortunarsi in allenamento. Non ci sono più tanti infortuni in partita, ma i giocatori si fanno male in allenamento, come mai secondo lei questa tendenza che non riguarda solo la Roma ma a livello internazionale? “Questo non ci ho fatto caso. Ci infortuniamo di più in allenamento che in partita a livello internazionale? Tutti ne hanno avuti problemi, ormai il calcio a questa velocità e fisicità, questa partecipazione emotiva dove le partite vengono attese dai calciatori fino a tal punto che poi ci sia quella tensione che crea più facilmente quello che può essere il problema muscolare”

Fino a qualche tempo fa il tema principale era il ballottaggio Vucinic-Menez, oggi si fantastica su un tridente con Menez-Vucinic-Totti. Secondo lei è possibile? “Sì, sì, è possibile. Ci vuole più disponibilità da parte di tutti, perché sennò la squadra, senza l’apporto dei calciatori a quella che può essere la partecipazione completa degli avversari, può darsi che non ce la faccia, ma sicuramente avrebbe una sostanza superiore a livello offensivo”.

La Roma per un po’ aveva la difesa inchiodata, non subiva più reti, poi escono Doni e Brighi e si prendono due gol dal Cagliari. Più importanza l’assenza di Brighi o l’emozione di Artur? “Bisogna dare merito a Daniele Conti per come ha battuto la punizione, sul secondo gol è stato preso in controtempo, però non dipende mai da un calciatore quello che può essere lo scorrimento negli episodi di una partita. Tutto dipende dal momento, ma partite ravvicinate ne abbiam giocate diverse, può darsi che ci sia un momento dove concedi qualche cosa. Il Cagliari è una squadra che ha giocato una buona partita, non si può finire un campionato senza prendere gol o stare dieci partite senza prendere un gol, ci sono anche gli avversari”.

Domani ritroverete Rosetti, l’arbitro di Inter-Roma. Le è tornata in mente la classifica dello scorso campionato? “Domani è una partita importantissima, la partita più importante dell’anno solare. Domani dobbiamo vincere e avere quelle attenzioni in più, senza andare a rivangare situazioni che sono sotto gli occhi di tutti su cui ognuno farà la valutazione che vuole”.

Sorteggio di Champions League… Ieri ha detto che qualche giocatore era un po’ preoccupato o forse dispiaciuto del sorteggio contro i Gunners. Li ha visti più felici o orgogliosi del fatto di giocare contro una grande d’Europa o più preoccupati? Preoccupazione è una parole sbagliata, ho visto magari fare il gesto o la smorfia di screzio in base a quella che è stata la pallina tirata fuori. Però fondamentalmente perché tutti si erano espressi “meglio a non incontrare l’Arsenal” per cui si lasciano un po’ coinvolgere, i calciatori si lasciano coinvolgere anche loro, però è finita li, dietro a questa volontà di riuscire ad evitare uno c’ha la smorfia in quella maniera li ma poi si rende conto che per arrivare in fondo non devi battere solo l’Arsenal visto che si fanno discorsi di velleità, se ne faranno molte altre”.

Ci racconta la smorfia di De Rossi e di Totti? “Ho detto in generale, non è che mi sono messo a guardare anche perché la smorfia è un attimo e riesci a mirarne uno, non è che mi mettono a disposizione il replay e li riguardo tutti”.

Gli occhi del capitano? “Sono sempre gli stessi, belli profondi e furbetti. A volte ti manda un messaggio e poi ti dà la fregatura, perché pensi la cosa opposta. Meglio mediare”.

Nel terreno perso inizialmente ha avuto un ruolo importante il fatto che la squadra abbia dovuto assimilare un progetto tattico più completo e con più varianti rispetto al modulo standard del passato? “No, si veniva da tre annate splendide e inconsciamente qualcuno pensa che sia tutto più facile e che ormai il livello raggiunto ci sia messo a disposizione da solo, mentre lo dobbiamo sempre creare noi e, sempre sullo stesso discorso dell’esasperazione per cui sia in un senso che nell’altro si creano delle turbative o degli entusiasmi, allora c’è la concomitanza di alcune cose che ci sono accadute, c’è la sfortuna e gli episodi che hanno fatto si di quella partenza che purtroppo rimarrà li e i ragazzi ne devono far tesoro per dare ancora più forza a quello che deve essere qualcosa di eccezionale come conduzione da qui in avanti”.

Lei ha detto che non voleva parlare di mercato ed ha posto l’accento sui rinnovi contrattuali dei giocatori che sin dall’inizio hanno fatto parte del progetto. C’è un giocatore che inizialmente faceva parte del progetto, oggi non è più a Roma ma si è riproposto, parlo di Leandro Cufrè. Lei come lo vedrebbe il suo reinserimento nella rosa? “Sei partito lungo per dire di Leandro. I miei discorsi sono stati sulla riconoscenza di quei ragazzi che hanno fatto molto e che se ci fosse da fare la scelta di andare a prendere qualcuno rincorrendo la situazione perdono di vista questi altri, è meglio tenere in considerazione queste cose, ma se si possono fare tutte e due meglio. Leandro è sicuramente un grande uomo e un grande professionista, lo ha dimostrato a me e a voi, però poi il discorso della squadra e della crescita passa attraverso il rinnovamento, le qualità che hanno raggiunto Arsenal e Roma vanno a braccetto perché sono ripartire dal vivaio e dalla crescita dei giovani. Questo senso di comportamento e di conduzione deve essere coinvolto anche questo ragionamento qui”.

A proposito della difficile partenza di quest’anno, lei l’altra sera, alla serata degli auguri di Natale, ha detto “state sicuri che una partenza brutta come quella di quest’anno non la rivedrete più”. In questo periodo come ha assunto questa convinzione? “Dove l’ho detto questo? Alla serata con gli sponsor? Io ho detto che gli sponsor erano importanti per noi e per la società, per il supporto che ci hanno dato, per la fiducia nel progetto ricollegandomi ad un discorso che avevo fatto l’anno scorso che non dovevano chiedermi visto l’importanza che gli si dava, di scendere in campo due minuti, perchè non lo avrei fatto. Siccome quest’anno abbiamo passato quel momento di difficoltà qualcuno ha telefonato e ha detto “ma io sono come loro a giocare, se volete gioco io”. Ma anche quest’anno ho fatto bene a dare fiducia alla squadra e a non usare le vostre qualità che sono molte perché ci hanno dato dei risultati in quel periodo li. E poi ho chiuso dicendo “e non sperate che ricapiti, perché non vi si mette più a disposizione la possibilità di inserirvi” ed è diverso da quello che sta dicendo lei. Ti interessa sapere se non succederà più da qui in avanti? Non lo so, ma una partenza così non ricapiterà più secondo me”.

Per lei Catania è una partita particolare perché voi siete stati per alcune decine di minuti Campioni d’Italia su quel campo? “A Catania sarà la partita più importante della stagione, dell’annata. Nasconde delle insidie perché, in conseguenza di quello che dicevano prima, dobbiamo continuare a fare dei risultati per risalire. La nostra classifica ancora non è a posto per quelli che sono i valori della squadra, per cui per riuscire a recuperare quel terreno perso c’è da fare qualche buon risultato in qualche campo difficile come quello di Catania”.

Non è particolare? “E’ particolare perché è una buona squadra che gioca un buon calcio e sul proprio terreno diventa una squadra fortissima, per cui è più particolare di altre in basa alla forza dell’avversario”.

Un suo giudizio sulla prestazione di Cicinho sul nuovo ruolo e se è stata una esigenza dovuta alle assenze o se in futuro è possibile rivederlo “Deve imparare a non avere la linea di fianco e che l’avversario gli può arrivare da tutte le parti, in quello si deve gestire e saper percepire da che parte arrivano. Però ha fatto bene, molto bene, soprattutto sotto l’aspetto dell’inserimento e della completezza del comportamento, perché riesce a mettere le qualità di un terzino nella fase offensiva ed ha questa facilità di accelerazione nel ribaltamento dell’azione, che da lì sono 20 metri di meno e arriva prima e fa molto male. Si può usare, partendo da lì, più facilmente quelle che sono le sue qualità, questo fatto della tecnica, questo fatto del piede caldo che ha, lì è stato iniziato il discorso per necessità, però per quanto mi riguarda lo sa fare e ci si può costruire un futuro con il ragazzo”.