lunedì, Settembre 23, 2024 Anno XXI


Sveglia! Si riparte. Zitti e mosca e sguardo dritto.

Con la faccia granitica da narcolessia emotiva.

Un solo pensiero, lento, scava e ti rimbalza in testa; cosa succede in quel piccolissimo, infinitesimale attimo tra il momento in cui, la goccia fa traboccare il vaso o il vaso stesso inizia a svuotarsi?

Non lo saprai mai, perche’ perpetuamente negli anni quello squarcio di tempo impiegato a segnare il destino delle sorti, ti ha sempre preceduto di quel secondo necessario a toglierti qualsiasi convinzione.

E infatti, alla fine, ti ritrovi cosi’, al solito, tra il mantra del “lo sapevo” e l’autoconvinzione del “c’avevo sperato”.

Fino a prova contraria, poi, pare che le macchine del tempo siano ancora materia della Fanta-scienza piu’ che della scienza esatta.
Che poi, a pensarci bene, qui l’unica cosa di -Fanta- e’ la squadra di -calcio(?)- che ogni anno ci continuano a rivendere.
Quella che alla fine della (fanta)asta, alle 3 di mattina, c’hai la convinzione che st’anno “non posso perdere”. Esatto!

Di esatto invece, c’e’ la scienza del saltare gli attimi decisivi, le svolte epocali.

Niente di nuovo, ve’?. E invece no, perche’ fin quando non saremo consapevoli che questo e’ il dna che ci appartiene, continueremo a vagare nella convinzione del nulla del momento infinito in cui vediamo scendere o ritirarsi la goccia.
E continueremo a non aprire l’ombrello. Fiduciosi.

Nel frattempo il vaso e’ pieno. Pienissimo. Stracolmo. Di pazienza, sospiri, mani sugli occhi, mai na gioia, lo sapevo, c’avevo sperato, gocce amare.
Pure quella che sta li e vedi bene. E che fa, scende o no?!

Intanto, mentre tu pensi, in uno spazio parallelo, il tempo vola, tu cammini e gli altri corrono.

Le gocce, tante, mica una, sono quelle della pioggia di un cielo plumbeo.
E tu zitto e mosca. Schiena dritta e cammina. Col pensiero sempre li.

Che succede nell’attimo preciso in cui la goccia fa traboccare il vaso o il vaso stesso inizia a svuotarsi?
Non lo so. Non lo sapremo mai.

C’e’ che m’avete tolto pure l’ultimo sospiro. E la voglia di gridare.

La strada e’ lunga e l’orizzonte piccolo. Sveglia! Perche’ il vaso regge. Ma le gocce continuano a scendere.

Ad maiora.
Giacomo serafini