venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


scesnySono anni che provo a spiegare lo sport, il calcio, la Roma a chi non capisce, a chi non e’ addentro.
Sono anni che puntualmente, rinuncio e lascio andare. Non e’ cosa per voi che ignorate questo aspetto, profondo, di un sentimento irrazionale.

Perche’ in fondo, questo tipo di amore non si spiega. Si vive. Si respira, si sente scorrere nel sangue.
Lento, giorno, dopo giorno, dopo giorno, dopo giorno. E cosa incredibile e’ che, in realta’, questo amore, questa fede, questa luce non si sceglie. E’ la Roma a scegliere te. Non il contrario. Perche’ romanista ci nasci, lo senti e lo capisci da subito. E’ la vita che te lo fa capire.

Io mi ricordo bene com’e’ andata, quella prima volta. E chi se la scorda! Io, piccolo, esile, mingherlino bimbo di 6 anni in una classe di tutti piu’ grandi di me, di un preistorico 1982. E mentre io sedevo in ultimo banco, vicino all’emarginato di turno, alle prime file, felici, tutti si affannavano a vestirsi di bianconero, neroazzurro, rossonero e a battersi il petto per vittorie e vessilli che non capivano. Io invece, scettico, indifferente e sportivamente anaffettivo me ne stavo in un angolo ad aspettare che qualcosa di magico apparisse, si materializzasse. E cosi’ fu. Senza nemmeno farsi aspettare chissa’ quanto.

“Tu per chi tifi?”, chiese con uno spiccato e insolito accento romano, considerata la localizzazione geografica adriatica, il mio allora, non proprio popolare, compagno di banco.
“Per nessuno”, risposi timidamente e con distaccata noia.
“E allora da oggi tifi per la Roma, la squadra della Capitale, quella oro e porpora”, incalzo’ lui con fare pasionario e deciso.
E mi regalo’ una figurina, di uno scudetto, del lupetto di Gratton, che ebbe ai miei occhi lo stesso effetto del sole la mattina appena ti svegli. Mi acceco’ e tolse il respiro. Il resto e’ storia. Di 33 anni di passione, maglie, partite allo stadio, trasferte, sconfitte (tante) e vittorie (poche). Ma sopratutto di soddisfazioni, di gioia e di grande amore. Per la Roma e per la vita. Per la Roma che e’ la vita. E la vita che e’ come la Roma.

Perche’ la Roma ti sceglie. Mica il contrario. E ti sceglie solo se sai portare il fardello del peso delle continue delusioni, sconfitte e amarezze. Come nella vita. Esattamente cosi’. E mentre vedi gli altri festeggiare una promozione, un nuovo lavoro, un nuovo amore, la macchina fiammante, tu ti sbatti a sopravvivere agli affanni di ogni giorno, a rincorrere i tuoi sogni che puntualmente non si avverano, a sperare che stavolta lei sia quella giusta, per ritrovarti fermo, alla fine della giornata, con il motore che non va. E ti passa davanti il carosello dei vittoriosi; bandiere, trombette, urla al cielo. Gioie sbiadite, come i loro colori.

Ma tu, in fondo, sei felice lo stesso. Perche’ conosci l’importanza dell’attesa che sai ti portera’, prima o poi, ad assaporare il valore di quel giorno di gloria. Quel giorno dove arrivera’ quella email che aspettavi, quel giorno in cui la millesima risposta sara’ finalmente un SI, quel giorno in cui LEI ti sorridera’ come tu fossi l’unico al mondo e il tuo motore avra’ lo stesso suono di una Ferrari, sulla tua strada di ritorno verso casa.

E quel giorno avra’ i sapori dolci di una domenica in famiglia, i colori caldi di un tramonto d’estate e le magie indelebili di Pjanic e Dzeko. E la manona di Szczesny che ti spinge in paradiso.

E’ difficile spiegare, certe giornate Amore.

Forza Sempre Magica Roma.

hello ružan! (Ciao brutti! trad. bosniaco)