venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


da calcioefinanza.it

 Bilancio Roma, l’impatto del calciomercato sui conti 2015/16[…] Il mercato dei giallorossi è stato uno dei più interessanti da seguire, per due motivi. Il primo è legato al numero e alla formula delle operazioni svolte, che hanno subìto un’accelerata negli ultimi giorni del mercato e che si sono mantenute in alcuni casi “prudenti”, seguendo in uscita la logica del prestito con diritto di riscatto. Una considerazione che ci porta al secondo motivo di interesse del mercato giallorosso, legato al settlement agreement che il club ha raggiunto con la Uefa in materia di Fair Play Finanziario.

La società di James Pallotta, è bene ricordarlo, si è impegnata con il Club Financial Control Body dell’Uefa a riportare un risultato aggregato degli esercizi 2014/2015 (bilancio che verrà approvato il prossimo autunno) e 2015/2016 con un deviazione massima di 30 milioni di euro rispetto al pareggio di bilancio. Nel frattempo, il club ha accettato di pagare una sanzione pecuniaria di 6 milioni, sebbene fino ad ora ne siano stati inviata alla Uefa solo 2, mentre i restanti 4 sono sotto condizionale, a seconda del raggiungimento o meno dei parametri economici concordati con Nyon.

La Roma dunque si trova nella condizione di dover essere competitiva (e quindi di dover investire) stando attenta a non sforare tali parametri. E con un piano di crescita importante, ma che ancora non è ai livelli di altri top club (leggi l’articolo di Calcio&Finanza sui numeri del piano di Pallotta). Ecco perché il club ha utilizzato, dal punto di vista del mercato, due vie: cedere alcuni pezzi della rosa per poter contare su un fattore come le plusvalenze da una parte, dall’altra limitare il mercato in entrata con formule legate a prestiti con diritto di riscatto (e non con obbligo): un fattore non trascurabile, che pone il club nella condizione di non dover versare per forza il riscatto a fine stagione e non appesantire così le proprie casse.

Bilancio Roma, l’impatto sui conti 2015/16 del mercato in entrata

Per quanto riguarda il mercato in entrata, il club ha effettuato 10 operazioni di mercato: tra queste, ci sono da considerare prima di tutta la risoluzione della comproprietà di Nainggolan per 9 milioni di euro: si tratta dell’operazione più costosa a livello di acquisto del cartellino. Al giocatore è stato inoltre rinnovato il contratto, a 5 milioni di euro lordi all’anno per i prossimi 5 anni. Le altre operazioni onerose sono quelle di Iago Falquè, Ponce e Vainqueur. Il primo è stato pagato 1 milione per il prestito oneroso, più 7 milioni da versare al Genoa per tramutare l’operazione in acquisto definitivo alla prima presenza. Ponce è stato acquisito in maniera definitiva dopo il prestito.

Per il resto la Roma ha definito una serie di prestiti onerosi, la cui formula è legata al diritto di riscatto. A cominciare da Ibarbo, il cui cartellino è stato preso in prestito dal Cagliari per 5 milioni di euro e con diritto di riscatto a 8 milioni: il giocatore vive una condizione particolare, poichè nel frattempo il club lo ha ceduto in prestito al Watford per 2 milioni di euro. Il difensore Digne è arrivato in prestito oneroso dal Psg per 2,5 milioni, Rudiger dallo Stoccarda per 4 milioni più diritto di riscatto fissato a 9 milioni, Dzeko in prestito dal Manchester City per 4 milioni più diritto fissato a 11 milioni, Salah dal Chelsea per 5 milioni. Da registrare anche il prestito secco di Szczesny.

Dunque al momento la Roma si ritrova ad aver speso 24,2 milioni per i cartellini, 20,5 per i prestiti e 35,7 di ingaggi lordi, con un impatto economico totale di 61,44 milioni di euro. Nel caso decidesse di esercitare i diritti di opzione, il club si ritroverebbe a spendere almeno 28 milioni di euro in più (escludendo però dal conto le cifre per i riscatti di Digne e Salah, che non sono state rese note dalla società).