lunedì, Settembre 23, 2024 Anno XXI


Ci dev’essere, intorno all’Associazione Sportiva Roma, una sorta di maleficio, sortilegio, incantesimo che condiziona il corso degli eventi della sua storia, inesorabilmente e sempre nei momenti piu’ importanti. La storia degli eventi nefasti passati e recenti la conoscete bene o male tutti. Non va riscritta ne ricordata. Anche perche’ non facciamo in tempo ad archiviare il passato che c’e’ subito da metabolizzare il presente.

Il presente recita cosi’; la squadra, inteso negli 11 di partenza, tecnicamente piu’ forte che la Roma abbia avuto negli ultimi 20 anni, una societa’ economicamente piu’ o meno solida che ha, fatti alla mano, investito tantissimo sul mercato (sul come lasciamo ai posteri l’ardua sentenza), un allenatore dalle scelte autolesionistiche ed a tratti incomprensibili, degli avversari in campionato tutto sommato non irresistibili e dulcis in fundo un popolo che nonostante tutto (e su questo apriremo un capitolo a parte) continua ad amarla incodizionatamente.

Sulla squadra si e’ detto di tutto. C’e’, finalmente, uno zoccolo duro di giocatori “titolari” in grado di non far rimpiangere la dolorosissima e speriamo lenta uscita di scena di Francesco Totti, ad oggi, tra l’altro, ancora pedina fondamentale in chiave di fantasia e creazione di gioco.

Sulla societa’ a stelle e strisce, Roma si e’ spaccata in mille pezzi. Centinaia di voci ed idee diverse, reazioni contrastanti ai loro approcci e al loro nuovo metodo di gestione, simpatie ed antipatie personali. Se ne potrebbe parlare all’infinito senza arrivare mai ad una soluzione comune. C’e’ solo un dato di fatto pero’, vero ed inconfutabile. Hanno speso tantissimo. Forse a volte anche a vanvera ed in modo insensato. E qui forse siamo tutti coesi ed uniti sulla convizione che il nostro DS abbia effettuato scelte a tratti incomprensibili. Fatto sta che, comunque, nel momento di mettere le mani al portafoglio, non si sono tirati indietro. Vedremo poi cosa succedera’ ad agosto 2016, al momento dei riscatti dei vari prestiti.

Mr Garcia invece, al momento, sembra il piu’ condizionato dall’incantesimo di cui sopra. Come fosse una Biancaneve qualsiasi, il francese sembra stordito dall’effetto continuo di una mela avvelenata e continua ad addormentarsi e svegliarsi ad intermittenza capendo ben poco di quello che gli accade intorno. Intorno, appunto, 11 nani disorientati, anche loro incapaci di capire le vere intenzioni della loro guida. Sembra come se, il BianGarcia, troppo frastornato dalle voci che lo circondano, tendesse a voler dormire ad oltranza, sperando poi, ciclicamente, di essere svegliato dal bacio di un principe che rompesse l’incantesimo, e magari, lo porti via in un’altra casa, con altri 11 nani, altrove.

Nella nostra favola, pero’, mancano degli elementi fondamentali. Non c’e’, apparentemente, una strega cattiva e nessuno ha somministrato nessun veleno al nostro allenatore. Che il veleno invece ce lo mette di suo, rendendo amara una pozione che, al contrario, dovrebbe essere dolce.
Non scendo infine, nei particolari tecnico, tattico, calcistici. Non mi mischiero’ con gli altri 4 milioni di allenatori da divano o da tastiera. Giudico quello che vedo. Ed al momento vedo poco o niente. Vedo palla lunga e pedalare e che Dio (o la Strega Cattiva) ce la mandi buona.

Chi invece non vede piu’ niente, letteralmente, e’ il popolo accecato dal suo amore. Perche’ in tutto questo a volte ci si dimentica di chi spinge questo gioco, di chi alimenta questo fenomeno remando, adesso anche silenziosamente, dai bassi fondi. L’industria del pallone va avanti da 100 anni, anche e sopratutto perche’ c’e’ gente che si sacrifica, vive e lavora per dare vita alla propria passione. Chiamateli tifosi, chiamateli Ultra. Non fa molta differenza. Mirare a distruggere, cancellare e annullare questa passione genuina, equivale a mettere delle bombe sulle fondamenta della struttura calcio. Attenzione. Si sta scherzando con il fuoco. E innestando un effetto domino inarrestabile. Allo stadio, alla fine, vi ritroverete bambocci senza anima.

Infine, onore a quei ragazzi, a quella tifoseria, a quella parte di Curva Sud, SANA, portatrice di tradizioni e valori antichi, che ha scelto di alzare bandiera bianca di fronte ad una guerra ingiustificata, VERGOGNOSA ed incomprensibile. Se il calcio non fosse solo un gioco (ma la vostra stupida guerra contro la Curva ha poco e nulla dei valori del passatempo) sarebbe da iniziare uno scontro frontale, bloccare una macchina che non ha piu’ senso di esistere, far saltare parecchie teste a furia di azioni legali, battaglie al fianco delle associazione consumatori, interrogazioni politiche.
Perche’ anche senza scendere nei particolari delle scelte, questa presa di posizione delle autorita’ sembra a tutti gli effetti una persecuzione gratuita e come tale va contrastata con tutti i mezzi possibili e immaginabili.

Chi parla senza sapere e dice di non approvare la protesta e che cosi’ si fa il gioco del persecutore, probabilmente non e’ mai entrato in Curva, giudica seduto comodo dal proprio divano Sky, e non e’ direttamente e personalmente coinvolto. O peggio, non conosce bene la storia della Roma e del suo popolo ignorando le vere tradizioni.

Nulla ci dividera’, nemmeno il veleno della Strega Cattiva.

Forse sempre grande Roma.

Ad maiora

Giacomo Serafini