giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


da laroma24.it

Alla vigilia di Roma-Real Madrid, andata degli ottavi di Champions League in programma domani allo stadio Olimpico, parla il tecnico giallorosso Luciano Spalletti. Al suo fianco in conferenza stampa Kostas Manolas.

Luciano SpallettiPer Manolas: cosa passa nella testa di un difensore quando affronta il Real Madrid? Per Spalletti: De Rossi recuperato?
Manolas: “Sappiamo che il Real è una squadra forte, ha grandi campioni, quando affronti questi giocatori devi stare al 100%. Va bene, sono forti, ma lo siamo anche noi. Andiamo senza paura a giocarcela”
Spalletti: “Daniele si è allenato bene ieri, mi aspetto che ribadisca oggi e sviluppi tutto l’allenamento a dei ritmi come ieri e poi sarà della convocazione”.

Per Spalletti: è famoso per aver introdotto l’utilizzo del falso 9. La sfrutterà di nuovo?
“Quando si fa il ruolo dell’allenatore abbiamo a disposizione più tattiche da utilizzare. Dobbiamo stare attenti ai calciatori che abbiamo, usiamo quelli forti e quelli che formano una squadra. Io ho tutte e due le possibilità: giocare con un attacco più mobile o più fisico, mi prendo le ultime ore per poterci pensare e domani valuteremo quale sarà la soluzione da usare”.

Kostas ManolasPer Spalletti: sulla carta c’è un favorito? Ci sono similitudini con la sfida in cui eliminò il Real?
“Non ci sono favoriti. Abbiamo il 50% a testa di possibilità di passare il turno. Ci sono differenze, quella Roma era già rodata, aveva un gioco ormai riconosciuto dai calciatori, aveva un sistema provato e che aveva prodotto dei risultati. Attualmente stiamo lavorando, stiamo cercando, abbiamo imboccato una strada in cui possiamo esaltare le qualità del nostro gruppo. Ci vogliono conferme e questa è la partita più adatta per vedere se siamo sulla strada giusta. Sono molto fiducioso, perché ho visto i miei giocatori molto attenti e in continua crescita”.

Per Manolas: contro il Real meglio una difesa a 4 o a 3? Per Spalletti: Dzeko è così importante che giochi questa partita?
Manolas: “La scelta è del mister, noi siamo a disposizione. O 4 o 5 dipende da lui, noi siamo a disposizione per fare il risultato”.
Spalletti: “Bravo (riferito a Manolas per la risposta, ndr). Sono importanti tutti i calciatori per una partita del genere. Il Real è la squadra che poco tempo fa ha vinto la Champions, l’apporto deve essere totale, la disponibilità totale, poi è chiaro che c’è la difficoltà di fare delle scelte. Ma sarà sempre la scelta per mettere in campo il miglior undici per sfruttare la possibilità di quel 50%”.

Per Spalletti: in Spagna si sta criticando Ronaldo, che ne pensa?
“No, immagino che cosa avrebbero detto qui i tifosi spagnoli se avessero avuto a che fare con l’ultimo periodo nostro. Credo che Ronaldo sia tra i migliori, quando si parla di calciatore vero c’è la continuità, lui può fare sempre la differenza. Ha velocità, resistenza, forza, fa gol. Ma non vado a fare gabbie come ho letto. Non vado a dire a 3 dei miei che devono marcare Ronaldo, non gli vado a dire che valgono un terzo di Ronaldo, altrimenti mi ci vorrebbero 33 giocatori. Dirò a chi giocherà nella sua zona che ha la possibilità di essere allo stesso livello di Cristiano Ronaldo”.

Per Manolas: come stai dopo i problemi avuti nel finale col Carpi? Quanta voglia avete di dimostrare di essere sulla strada giusta?
“Sto bene. Quando giochi contro il Real Madrid sei sempre motivato, perché giochi coi più grandi giocatori al mondo, dobbiamo avere carattere, dimostrare che dentro il campo siamo alla pari. Se andiamo, come ha detto il mister, col pensiero che un giocatore vale un terzo di Ronaldo meglio non andare in campo, meglio che perdiamo così”.

Per Spalletti: quali differenze trova rispetto al Real di 8 anni fa?
“Il Real Madrid di adesso mi sembra una squadra che riparte meglio rispetto a quel tempo, quel Real ti avvolgeva col gioco, ti schiacciava nella metà campo, giocava più palla sui piedi. Era più stritolante sotto l’aspetto del gioco, questo è più cattivo in determinati momenti, ribalta l’azione con una velocità impressionante. Parlando con qualcuno che mi ha intervistato a Madrid, che dice non pressano molto, quella che voi credete o che loro credono sia una difficoltà, in realtà è l’arma che hanno. Perché questi giocatori che lasciano a metà strada son quelli che ribaltano l’azione in 3 secondi e arrivano a concluderla. Questa mi sembra la differenza”.

Per Spalletti: può essere Florenzi l’uomo giusto per arginare Ronaldo? In quale casella del campo rende meglio secondo lei?
“Sì, può essere anche lui insieme ad altri. Il fatto che l’abbia spostato significa che ho altri giocatori che possono sviluppare. E’ normale che, se il dirimpettaio è Ronaldo, una base di velocità la deve avere il nostro giocatore. Florenzi sa fare tutto, è diverso da quelli che sanno fare tutto, perché fa tutto bene. Non è un tuttologo che poi perde qualcosa, si può usare da tutte le parti e questo ci dirà il settore in cui si esprime al massimo. Se si ha in testa l’idea di andare ad attaccare l’avversario, di andare a segnare, di andare a vincere le partite, è la ricerca giusta”.

Per Spalletti: è un merito che si ascrive quello di aver riportato la gente allo stadio? Quanto può spostare?
“Il merito è sempre quello che propone la squadra e la squadra lo propone solo se lavora in maniera seria. Nel periodo in cui ci sono stato io, la ricerca della squadra c’è stata. Visto che ora le sentinelle sono della Roma, traspare la voglia di lavorare. Non abbiamo giocato un calcio spettacolare, ma ci abbiamo messo tutto. Noi abbiamo bisogno del nostro pubblico, Non c’è cosa più brutta che giocare una partita di calcio all’Olimpico senza pubblico, proprio per la conformazione dello stadio. Il cantante che non ha pubblico ad un concerto canta peggio, domani giocheranno meglio di quanto fatto finora, perché sanno che la Curva Sud è piena e darà un contributo importantissimo”.

Per Spalletti: quali sono le condizioni di Totti? Ci sono possibilità di vederlo in campo?
“Francesco ha avuto problemi prima della trasferta di Modena, non ha partecipato perché ha sentito il riacutizzarsi di un dolore vecchio. Poi si è allenato col gruppo sempre e, se lo farà pure oggi, sarà a disposizione. E, se lo sarà, è possibile che venga utilizzato. Dipende sempre da quello che sarà la partita, da quella che sarà la sua condizione, da tutti i fattori che dovranno dare un contributo per vincere la partita. Se mi devo basare sull’esperienza vinciamo noi, con giocatori come Maicon, Keita, De Sanctis… Bisogna vincere la partita e ci vuole forza, corsa, disponibilità a sacrificarsi anche per il compagno. Tutti quelli che avranno queste qualità sono quelli che mi staranno più a cuore. Per me non sono tutti uguali, quelli che corrono, che s’impegnano sempre, che vengono con un’intenzione giusta per quello che è il risultato della Roma io li tengo più a conto. Non alleno nient’altro che il risultato della Roma, il tentativo del risultato della Roma”.

Per Spalletti: quali ricordi ha lasciato Zidane in Italia?
“Ricordi bellissimi, un campione vero come abbiamo detto prima. Ogni qual volta ci ho giocato contro dava subito l’impressione della sua personalità, della sua qualità, del suo estro, della sua forza mentale. Sono convinto che, come io ho imparato tantissimo dai campioni, lui sarà nelle condizioni di trasferirlo ai suoi giocatori. Ha un vantaggio in più: che quando ha iniziato faceva parte di quel gruppo, come è successo a me, gli daranno una mano eccezionale per passare questa prima fase del suo nuovo ruolo. Riuscirà sicuramente a diventare un grande allenatore, perché per lui è più facile rispetto a me o ad altre persone che non hanno le sue qualità naturali”.

Per Spalletti: negli ultimi due anni la Roma ha subito due sconfitte rumorose in Europa. Immagino ci sia un po’ di timore nei giocatori, è possibile allenarsi per questo?
“Ci sono stati anche altri risultati che ha fatto questa Roma qui. Anch’io in passato ho subito pesanti sconfitte, ma poi ci sono anche le vittorie e vedrai che sono molte. Dipende sempre dal rapporto che instauri e dalla ricerca giornaliera. Abbiamo parlato di nuovo stile Roma, perché non vogliamo più sentir dire che qua non si lavora bene o non si può lavorare. E’ un ambiente ideale per lavorare questo. Visto che siamo internazionali ormai: The Roma way. Dobbiamo avere la ricerca di andare a giocare le partite, dobbiamo tirare dentro quello che abbiamo per la Roma. Sono convinto che questa squadra abbia delle potenzialità. Non sono stato contento della partita di Torino, nonostante molti ci abbiano fatto dei complimenti, perché là non si è provato a vincere la partita. Non sono contento quando la mia squadra non prova a fare le cose, bisogna avere il coraggio di osare. Non ci pentiremo dei cattivi risultati, ma di dove non siamo stati noi stessi e non abbiamo provato a tirar fuori il nostro carattere e il nostro sentimento per la Roma”.

Per Manolas: in Europa la difesa della Roma ha subito 16 gol. Nell’approccio a questa partita conterà?
“E’ vero, però una squadra non difende solo a 4 o a 5, difendono tutti e dobbiamo lavorare tutti. Se abbiamo preso 16 gol, tutti dicono che è colpa della difesa. Domani dobbiamo fare un risultato senza prendere gol, per poi cercare di passare il turno. Se domani il mister mi sceglie per andare in campo… Sono molto fiducioso”.

Per Spalletti: nel 2008 fu una sorpresa eliminare il Real Madrid, adesso sarebbe una grandissima sorpresa. In questi anni la Champions è più equilibrata o meno?
“Nel 2008 è stata una sorpresa e questa volta sarebbe un’altra sorpresa, non più grande. A noi piace fare sorprese, giochiamo per dare impulsi forti. E’ uno sport, un gioco, uno spettacolo, il pubblico ha bisogno di questi impulsi forti. Siamo sulla strada giusta, vedo la possibilità nei miei giocatori di fare un balzo in avanti ulteriore rispetto a quello fatto finora. Non mi meraviglierei se la Roma si lottasse il passaggio del turno fino all’ultimo o, se poi, a passare il turno fosse proprio questa squadra… L’equilibrio? Non ci sono più quelle squadre che poi vai a giocare la partita e si dà per scontato che una debba vincere e l’altra perdere. Ci sono squadre che attraversano momenti difficili, soprattutto quando giochi il nostro campionato carico di tensione. In generale sono d’accordo che il livellamento sia costante verso l’alto e sia un calcio di buona qualità. Quello italiano e quello internazionale”.