domenica, Settembre 08, 2024 Anno XXI


da laroma24.it

Alla vigilia di Real Madrid-Roma, i protagonisti del club giallorosso parlano in conferenza stampa. Il tecnico Luciano Spalletti e Diego Perotti incontrano i cronisti nella sala stampa del Santiago Bernabeu, prima dell’allenamento di rifinitura.

Diego PerottiInizia la conferenza Diego Perotti:

In Spagna hai giocato bene ma hai avuto anche qualche problema, in Italia sembri rinato. Qual è il tuo segreto?
Non è esattamente così, al Genoa mi sono trovato bene e non ho avuto gli stessi infortuni che ho accusato in Spagna. Lo stesso sta accadendo a Roma. Non c’è alcun segreto, sono contento di giocare sempre e di non avere infortuni.

La tua maggior vena realizzativa alla Roma, dipende dal gioco e dalla tua posizione in campo oppure è un fatto casuale?
Ho sempre detto che devo migliorare sottoporta, perché sono un giocatore offensivo, ma sono cose che succedono. Sono arrivato, ho giocato da subito e mi sento bene. E’ vero che, per il mio ruolo e per le mie capacità, sono più portato agli assist, ma mi piacerebbe anche fare più gol.

Hai visto l’ultima partita del Real e i 4 gol di Cristiano Ronaldo?
Si, Ronaldo ha fatto tantissimi gol, ha sempre giocato e non ha avuto infortuni. Lo ammiro molto.

Hai ancora margini di miglioramento?
Credo che si possa sempre migliorare, sono qui per imparare dal mister e dai grandi giocatori che ho al mio fianco. Magari punto a migliorare l’aspetto dei pochi gol. Credo di avere ancora abbastanza da dare. E spero di farlo qui alla Roma, per tanti anni.

Lo scorso anno lo Schalke 04 ha avuto una situazione simile alla vostra. Pensate di avere possibilità reali di passare il turno?
Ricordo bene la partita di cui parla. Siamo qui per segnare almeno 2 gol, se riusciamo a farne di più meglio. Sappiamo di avere delle opportunità e ce la giocheremo. In una partita può succedere di tutto, abbiamo vinto 7 partite di fila facendo tanti gol. Quindi domani faremo il possibile per vincere.

Hai mostrato molta sicurezza. Cosa ti dà fiducia?
Ho sempre tantissima fiducia nella mia squadra. Il fatto di aver vinto 7 partite consecutive, giocando bene e facendo tanti gol, è un punto di riferimento per noi. Sappiamo che domani dovremmo segnare almeno due gol per forza ma arriviamo alla partita con fiducia, non sarà facile ma in una partita di calcio può succedere di tutto.

Luciano SpallettiPerotti lascia la conferenza. Prende la parola Spalletti:

Mettendo di nuovo piede al Bernabeu, qualche pensiero è andato a quello che successo 8 anni fa?
Sono due situazioni diverse. Quello è un piacevole ricordo, che fa dei bei massaggi alla testa e alla mente ma ci sono pochi giocatori con cui fare un paragone all’esperienza passata. Quello che è importante è che i giocatori sappiano che ogni partita dipenderà dalla forza che metteranno in campo. E’ difficile, il risultato dell’andata ci penalizza, ma non bisogna pensare a quello che è poi risultato. Se il discorso va in funzione del fare 3 gol, diventa difficile: puoi dire qualsiasi cosa. Nel calcio ci sono anche altre cose, ci sono dei risvolti psicologi che diventano fondamentali durante la partita. Questa è una partita in cui noi dobbiamo pensare a fare un gol, se ci riusciamo poi dentro la testa tutto si ribalta e si vede la partita in maniera diversa. Il pensiero deve andare lì: dobbiamo fare un gol. E’ chiaro che loro avrebbero la possibilità restare in equilibrio visto il risultato dell’andata. Noi dobbiamo pensare a fare un solo gol, perché dopo cambierebbe tutto.

Si vocifera da queste parti che ci sarà una conduzione tecnica italiana il prossimo anno. Se bussassero alla sua porta resterebbe piacevolmente sorpreso oppure è un’insana fantasia?
La ringrazio, è carino sentire queste cose, ma è meglio restare sull’importanza del momento. Sono cose belle da sentire o da leggere, ma per me ciò che diventa fondamentale, quello che può cambiare la nostra storia, è fare questa impresa. Il resto viene dopo.

Da quando è tornato a Roma questa è la partita più importante. Quanto le è mancata l’adrenalina di sfide così importanti in questo periodo di riposo forzato?
Essendo padrone della mia vita, ciò che si va a fare è sempre frutto di una scelta. In questo caso mi è piaciuto, quando il direttore mi ha contattato ho dato la mia disponibilità. E’ chiaro che poi ci sono dei risvolti che ti creano problemi e determinano qualche volta delle arrabbiature o delle pressioni. Ma è un gioco bello. E’ una scelta di vita che ho fatto e spero di conviverci fino a che posso.

Una parte dei tifosi pensa e spera di uscire almeno in maniera dignitosa. E’ una posizione che condivide o che trova sbagliata?
La trovo sbagliata, in questo momento. Dobbiamo mandare messaggi ben chiari alla nostra squadra. Chi fa il mio lavoro è esigente e chiede molto alla squadra, io vado più in là: di solito chiedo l’impossibile. E, vedendo la mia squadra allenarsi, mi sembrava che fosse possibile chiederle di più. Se è cosi, è una cosa che si può fare e si andrà per quella strada. Ci sono poi gli eventi della partita che determineranno il discorso finale. Ma attualmente non dobbiamo avere la debolezza di pensare che si giocherà per perdere, è una roba pesantissima da accettare. Se vedo qualcuno che la pensa in questo modo non lo faccio nemmeno allenare.

Visto che lei è cosi attento alle facce e alle motivazioni, Dzeko le sembra in debito di fiducia o ha solo problemi tattici?
Dzeko sta facendo il suo lavoro in maniera perfetta. Le scelte dipendono da me, non da quello che è stato il suo rendimento. La squadra ha giocato un buon calcio e quindi non tutto ciò che ho scelto è stato sbagliato. Però lui probabilmente ha caratteristiche un po’ diverse dalle scelte tattiche di squadra fatte ultimamente. Pensando alla partita, soprattutto pensando al fatto che il Real ha questo vantaggio e che giocherà in maniera più chiusa, Dzeko ha possibilità in più di darci una mano, in funzione di quello che dovrà essere il nostro comportamento. Lui ha solo una strada: farmi vedere che può fare di più di quello che sta facendo.

Potrebbe cambiare qualcosa tatticamente, vista l’assenza di Ruediger e le condizioni di Nainggolan?
Il discorso credo riguardi Dzeko. E’ possibile che parta dall’inizio, perché c’è da fare qualcosa di più riguardo ai tentativi di penetrare un’organizzazione difensiva. Lui ha le caratteristiche per essere uno che forza le situazioni.

Ci sta dicendo quindi che la sua partita sarà offensiva? Non teme della striscia positiva di Cristiano Ronaldo?
In funzione di Ronaldo, non è che sia la striscia positiva di gol, cioè… E’ il calciatore in se stesso, che ha tantissime qualità. Se il Real ha la possibilità di giocare di rimessa, noi dobbiamo forzare qualcosa. Come succederà, probabilmente. Il risultato dell’andata ci penalizza troppo per quello che si è visto in campo e ha dato loro questo vantaggio. Tornando a quello che si è visto in campo, nei dettagli siamo stati sfortunati. Le nostre intenzioni andavano premiate di più ma saranno le stesse: ce la giocheremo come abbiamo fatto la volta precedente.

Lei conserva un bel ricordo del Bernabeu. Senza mancare di rispetto alla rosa attuale e tenendo conto della crescita esponenziale di questa squadra, cosa prenderebbe da quella Roma che qui vinse 2-1 otto anni fa?
Quella squadra giocava da un po’ tempo insieme e aveva consolidato un’idea di gioco che aveva sottoscritto e condiviso. Nel fare questo ruolo, è sempre meglio far vedere dove si vuole andare e che i giocatori lo riconoscano. Se poi, dentro ai comportamenti, ritrovano anche le loro qualità, dopo viene tutto più facile. Quella Roma veniva da qualche anno di sostanza. Questa qui da 9 partite sta migliorando continuamente e ci sono margini importanti. Si fa interessante il modo di pensare di questa squadra, ecco.

Cosa ha trovato El Shaarawy a Roma per ritrovare la via del gol? Che ‘magia’ ha in mente per domani?
A Roma ha trovato sicuramente l’entusiasmo di una piazza che trasferisce ai giocatori tutto quell’amore e quell’affetto per starci comodo. I calciatori a Roma sono sul divano e se fanno le cose seriamente gli viene dato molto. Stephan è uno di questi. In me non ha trovato nulla. Sicuramente non ha trovato nessun capello (ride, ndr). E’ un ragazzo che ha voglia, ha fatto tutto da solo, si è messo in discussione perché nell’ultimo periodo non aveva fatto bene. Parlando con il suo procuratore prima del suo arrivo, aveva le idee ben chiare su comportamento e disponibilità. Ha fatto tutto da solo e gli faccio i complimenti. E’ un calciatore forte, italiano, che può tornare anche a disposizione di Conte.

Ha sempre detto che lei preferisce avere il possesso palla: ci dobbiamo aspettare una Roma più sfrontata e coraggiosa, che alza la linea difensiva ?
Qualsiasi partita passa da lì. Nel nostro calcio c’è stato un cambiamento radicale: si gioca più palla a terra, si assomiglia di pià al calcio spagnolo. Poi se dai il pallino al Real diventa tutto più difficile. Sono già forti, se poi sono loro a scegliere il tuo adeguamento non sarà di quel livello. Il tentativo lo faremo: non sarà facile, ma bisogna avere il coraggio di proporre le proprie intenzioni. Attraverso questo magari si trova qualche spazio in più per riuscire ad importi. E’ semplice il discorso: c’è esaltazione e confidenza nel possesso palla, si trovano le qualità che disturbano gli avversari. E noi abbiamo le qualità individuali.

Zidane, che le sembra del lavoro svolto finora al Real?
Non è che possa dire molto, perché non l’ho visto lavorare sul campo. Mi sembra che abbia trasferito delle idee al suo team. Il pensiero va al carattere e alla personalità di quando era calciatore, ha fatto vedere di essere un top in tutto. Si ricordi quello che è stato e lo faccia capire ai suoi calciatori, di conseguenza sarà tutto più facile per lui. Questi grandi ex calciatori hanno dei vantaggi, essendo stati dei leader nello spogliatoio conosco già molte cose. Cose che io ho dovuto imparare frequentando quel luogo lì, ma sono stato comunque fortunato, perché ho avuto a che fare con campioni altrettanto grandi

Sostanzialmente la Roma cercherà di attaccare e inaridire le fonti di gioco dell’avversario, come fatto anche con Sassuolo e Fiorentina? Il ritorno di Bale?
Non bisogna fare confusione, dobbiamo andare e fare la partita. Se aggredire vuol dire concedere campo e stare con i piedi sulla linea di metà campo, allora non possiamo farlo. Saper scegliere i momenti giusti in cui gli si va addosso e gli altri in cui bisogna aspettare: mi aspetto questo. Dobbiamo essere convinti di fare la partita. Se vado a ripensare agli episodi dell’andata, secondo me il risultato poteva essere ribaltato. L’interpretazione della partita è stata corretta. Non siamo stati bravi negli episodi, ma il ricordo di quegli episodi può darci maggiore fiducia. Ora non dobbiamo commettere un errore e avere timore che non si può andare più in là. Bale è un giocatore che sa far tutto. Diventa facile fargli i complimenti. Se proprio bisogna dispensare elogi penso però ai miei giocatori, non agli avversari.