domenica, Settembre 08, 2024 Anno XXI


da laroma24.it

Luciano SpallettiLuciano Spalletti in conferenza stampa, alla vigilia della sfida di domani contro il Torino, in programma all’Olimpico alle 20.45. Questo l’intervento del tecnico giallorosso:

“Lobont è out perché ieri, in allenamento, ha subito una botta al gomito destro, Gyomber rientra in gruppo, Digne ok in gruppo, Pjanic va un po’ valutato oggi, ma sarà nel gruppo. Sia lui che Digne hanno fatto a parte ieri. Per il resto tutti a disposizione, Pjanic ha un piccolo affaticamento agli adduttori, ieri le sensazioni sono state buone, oggi va valutato dentro al gruppo”.

Come si spiega i due pareggi consecutivi? Ritiene ci possa essere stato un calo di concentrazione post-rimonta?
“A volte dei momenti in cui le cose non girano bene possono esserci, bisogna che la squadra abbia delle ricerche continue, di gestire la partita, nella lotta, nel duello perdiamo qualità in base alle scelte che faccio. Per cui ci vorrebbe il premio quando fai le cose fatte bene, come successo contro il Bologna, quando crei situazioni importanti. Se non riesci a fare gol, gli altri si chiudono, diventa una partita un po’ più muscolare e in questo perdiamo qualcosa. Stiamo parlando della partita di Bologna. Con l’Atalanta ho fatto un ragionamento diverso, mettendo una squadra un po’ più fisica, l’Atalanta è forte sulle palle inattive, sa sfruttare la fisicità, sa andare sulla riconquista della palla di nessuno, portare a casa situazioni incerte. Poi hanno anche ripartenza e contropiede, dovevamo stare più attenti. Abbiamo fatto ragionamenti diversi, non siamo riusciti a sfruttare fino in fondo nessuno dei due ragionamenti, ma la squadra ha fatto buone cose sia contro il Bologna che a Bergamo. Mi aspettavo più esperienza dopo il 2-0, avevo fatto una scelta in base a cui la squadra fosse più esperta, invece i fatti non mi hanno dato ragione. Non penso ci saranno scorie, ci sono momenti criticabili e momenti esaltabili, siamo andati sul 3-3 e abbiamo avuto la palla per il quarto gol”.

Ha visto dei problemi fisici? Che tipo di partita si aspetta col Torino?
“Le difficoltà ci son state dal punto di vista degli equilibri, se non saremo più bravi avremo le stesse difficoltà. Il Torino sa compattarsi molto bene e sa ripartire, riconosce la palla giocata in verticale, i movimenti delle punte sono a memoria, Ventura è un maestro di calcio, oltre a essere una persona eccezionale. Sa dare l’impronta del suo stile, il suo modo di lavorare, alle sue squadre. Il fatto di essere al Torino evidenzia che sa convincere tutti con il lavoro sul campo, dobbiamo stare attenti alle cose che abbiamo detto, se ci riusciamo possiamo vincerla, ma dobbiamo essere bravi”.

La vicenda Totti può essere motivo di disturbo o può essere trasformata in qualcosa di positivo?
“I motivi di distrazione succedono negli spogliatoi, questo non è così. Da un punto di vista nostro è tutto a posto, lavoriamo in funzione del Torino, non parliamo più di quanto accaduto. Ieri abbiamo messo a fuoco quello che era venuto fuori, è chiaro che devo intervenire sulle regole e la moderazione che devo usare per quanto riguarda i messaggi forti che vengono dati verso la squadra. Ma è tutto a posto”.

La Roma ha fatto meno punti senza Keita. Perché non ha giocato con Bologna e Atalanta? È difficile sostituirlo anche in vista della prossima stagione?
“Devo riprendere quello che ho detto. Devo moderare quelli che sono i messaggi che vengono mandati. Keita ci ha fatto fare quei punti e gli altri non contano? Non è vero, una squadra non dipende da un giocatore. Qui mi posso rifare a quello che è venuto fuori di Totti dopo il terzo gol, di quello che volevo dire. Quando mi viene posto il messaggio che deve assorbire la squadra che il pareggio l’ha fatto Totti o che la Roma è questo o che la Roma non avrebbe fatto risultati senza Keita. Ci sono altri giocatori che fanno contrasti, che sanno giocare la palla come Seydou, nel caso di Totti c’è una giocata di Dzeko, una giocata eccezionale di Perotti, ci sono due contrasti spezzagambe di El Shaarawy ed Emerson, una palla riconquistata da Florenzi, e poi c’è il grandissimo gol di Totti. Perché levare i meriti della giocata di Perotti e dire che dipende solo da una cosa? Non è corretto, è distorcere la cosa che è successa, voler spostare demeriti a uno o a un altro, questo non lo accetto, sono attento anche a questo”.

La Roma soffre di una crisi di autolesionismo?
“Sono cose che possono succedere, dover intervenire o dire qualcosa. Sono tutte persone importanti, credono di dirle in funzione di una crescita, di un mettere a posto, di dare un messaggio. Nell’intervenire si commettono degli errori, si fanno scelte sbagliate per obiettivo o per tempistica, ma le intenzioni sono quelle di far bene. Il giorno dopo, con meno nervosismo, ci si accorge, e da persone che vogliono perseguire il solco che è stato tracciato, dove dentro ci sono regole, principi e obiettivi, verso la vittoria della Roma”.

Dopo la partita ha detto che si disperdono le attenzioni verso la squadra e verso la famiglia. A cosa ha fatto riferimento?
“Si sta parlando solo di Totti, perché è uno di quelli che ha fatto la storia della Roma. Io tento di trovare altri 4-5 Totti, mi ci vogliono. Trovarli, crescere o far crescere altri 4-5 giocatori di questo livello. È un discorso che riguarda lo spogliatoio e lo dico dentro allo spogliatoio. Nella testa bisogna avere poche cose, il giorno sono sempre 24 ore, ho provato a fare due ore di straordinario, ma non sono arrivato a 26. In 24, ne devi dormire 7-8, usare 3-4 per allenarsi e recuperare. Le fette diventano più strette e c’è bisogno di attenzione. Se riguardo il primo gol preso a Bergamo… è quello che ci frega, siamo disattenti. Quello fa parte del mio lavoro, mi hanno chiamato per far rispettare delle regole, dei principi, per cercare di vincere tutte le partite, tutte non le abbiamo vinte, ma qualcuna sì e si tenta di andare avanti, anche se, in base a quello che leggo, sembra che si sia sbandato totalmente, invece abbiamo sempre il volante in mano”.

Ha detto che Roma è un posto eccezionale per lavorare, senza falsi alibi. Lo è ancora o è diventato difficile lavorare, pensando a cosa ha detto su Dzeko?
“Non ho parlato di ambiente, c’è qualcuno che lo mette in contrapposizione, è sotto gli occhi di tutti. L’ambiente per me rimane uguale, The Roma Way è uguale. Dove sembrava che fosse tutto all’aria, a vedere quello che ho letto e quante volte mi ha telefonato Gianni (l’ufficio stampa, ndr) dopo la partita, sono venuto prima a lavorare. Ho tentato di organizzare meglio, era segno che dovevo fare qualcosa di più, quello che questo ambiente mi mette a disposizione”.