domenica, Settembre 08, 2024 Anno XXI


Il sapore di questa lunga, interminabile nottata è particolare.

La storia è sempre stata con noi avara di gioie e, forse, è per questo che ci piace viverla tutta, fino all’ultimo istante, rifiutando di prendere sonno per impedire, per una volta, ai sogni di prendere il posto della realtà.

Pochi, pochissimi credevano in questa impresa epica, anche se razionalmente, riguardando i frammenti della partita d’andata, il Barcellona era parso tutt’altro che invincibile.

I due rigori negati, le tante occasioni sciupate dai nostri e quei due autogol sfortunati avrebbero dato vigore alle speranze di qualsiasi squadra abituata a giocarsi certi appuntamenti.

Ma non a noi, ci dicevamo. Non poteva essere per noi nemmeno questa volta.

Eppure…

Eppure a volte può succedere che la razionalità faccia spazio all’assurdo e questo si trasformi in qualcosa che solo gli occhi sognanti di un bambino possono vedere.

Le emozioni, le lacrime di gioia di questa notte stanno tutte in poche ideali istantanee.

Dzeko che pone il pallone a De Rossi per calciare il rigore del 2-0 con un gesto quasi ipnotico.

De Rossi stesso, questa sera finalmente con indosso i pantaloni di Capitano e guida, che manda via i compagni ogni qual volta accennavano la protesta con l’arbitro e si prende la più grande responsabilità della sua vita calcistica, dopo il rigore di Berlino nella notte mondiale.

Leo Messi, cinque volte pallone d’oro, che rincorre Kolarov per dieci metri e lo stende per non farlo involare verso la propria porta. Fallo tattico e giallo: il mondo s’è capovolto.

La Curva Sud che prende per mano tutto lo stadio e la squadra, facendole guadagnare centimetro per centimetro il campo avversario, fino a chiudere per lunghi tratti il Barcellona nella propria metà campo e portandola al 3-0, che vale la qualificazione alle semifinali di Champions League dopo 34 anni.

Questa vittoria è la vittoria del gruppo, della convinzione e del coraggio di non mollare mai, di crederci fino in fondo e di osare qualcosa di diverso, nonostante l’avversario più forte.

Grazie Roma, Grazie Mister. Ci avete regalato qualcosa di unico. Andate avanti così, questo può e deve essere un punto di partenza.

Lo dicono le stelle, tra le quali una stanotte brilla più forte: ciao Pietro, grazie per averci messo la mano da lassù.

Questa notte (finalmente) è nostra.