domenica, Settembre 22, 2024 Anno XXI


La rabbia del cuore tradito da una società incapace di rappresentare e tollerare un minimo di romanismo prevale di gran lunga su quella di una sconfitta a Milano.

Di queste sconfitte ne ricordiamo e ne ricorderemo a decine, ma nel passato in ogni sconfitta sapevamo cosa fossimo, oggi ci chiediamo cosa ci stanno costringendo a diventare.

Per il tremendo reato di esercitare una passione siamo stati minacciati, multati, daspati, tacciati di qualunque criminalità.

Per non aver accettato quello che negli ultimi 10 anni è diventato lo stadio Olimpico, il Tempio per noi, siamo stati relegati a vecchi arnesi fastidiosi. Continua >>

Il campionato che si preannuncia come il più noioso e scontato di sempre, semmai negli ultimi anni non sia stato così, è (finalmente?) cominciato.

Tra una breaking news a reti unificate per riprendere CR7 che si scaccola e l’inesorabile decadenza del Paese, tristemente simboleggiata dal crollo del ponte Morandi, approdiamo alla fine dell’estate senza grosse aspettative.

Prima di esercitarci nell’analisi sportiva, non possiamo non far sentire la nostra vicinanza alla città di Genova, ferita al cuore dall’inadeguatezza di un sistema basato sull’incuria (eccezion fatta per i profitti) che ha definitivamente messo le persone e le loro vite in un angolo.

Ma veniamo a noi.
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Non abbiamo nulla da dire, tranne fare un saluto all’ennesimo giocatore che va lontano dalla Capitale.
Ciao Kevin, grazie di tutto.

L’immagine di Gaetano Anzalone che più di ogni altra è rimasta impressa nella mente dei tifosi romanisti con i capelli bianchi, è quella di un uomo che piange e si asciuga le lacrime con un candido fazzoletto da gentiluomo d’altri tempi. Era il 16 maggio del 1979, il giorno in cui lasciò la presidenza della Roma di cui era il patron dal 12 giugno del 1971, affidandola ad un gruppo con a capo Dino Viola. Un passaggio di testimone fra due presidenti che avrebbero letteralmente cambiato la storia del club giallorosso. Continua >>