martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


Nell’esame della mutazione genetica che sta aggredendo finanche i tifosi più tifosi del mondo (come recitava un retorico estinto “organo”), balza agli occhi l’inconsueta e contorta reazione di molti alla vittoria di Empoli.

Senza nulla togliere agli esteti del giUoco (che hanno tutta la nostra stima da parte di cippa), risulta poco credibile abbinare una passione sfegatata a tanto “trinariciuto” olfatto.

Avemo vinto a Empoli? Sì.

GODETE E NUN CE ROMPETE LI COJONI, A NOI E ALLA GRANDE ROMA CHE ABBIAMO.
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Se contassimo le parole e il tempo buttati in questi ultimi 3 mesi, inutilmente da molti spesi appresso a mondiali e mercato, ne uscirebbe il conto salato di una cena dal sapore disgustoso.

Non è roba per noi il mercato, non sono roba per noi i mondiali o gli europei. Da sempre proviamo quasi fastidio (senza quasi) nel veder rappresentata la nostra sventurata patria da esseri inadeguati e spesso indegni, esaltati dall’italiota medio di cui rispecchiano appieno le caratteristiche.

Se mai si potesse passare dall’ultima di campionato alla prima del successivo, turandoci recchie, naso e bocca, vivremmo (noi) ancora più felicemente spensierati il rapporto col pallone.
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IL GIOCATTOLO E’ ROTTO, INSIEME A TUTTA LA STANZA.

Non è facile per noi romanisti commentare questa vicenda. E’ superfluo anche consegnare al web il nostro più profondo cordoglio alla famiglia di Ciro Esposito, non sanno cosa farsene, non ci conoscono e non ci conosceranno mai, non gli riconsegnerà il figlio, e la perdita di un figlio è un dolore inenarrabile.

Forse la compostezza è la migliore reazione da parte nostra. A distanza di due mesi non sappiamo esattamente cosa e come è accaduto e speriamo che, quanto prima, si possa fare luce in maniera definitiva su questa brutta vicenda, senza sconti, senza insabbiamenti, senza italici dubbi su tutto e tutti.
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Il Campo sta la, con tutta la sua storia, ma chiamarlo ora “Campo” è un eufemismo. E’ Piuttosto un agglomerato di cumuli di terra e buche, pieno di erbacce e materiali di risulta. più simbolo dell’ennesimo attacco sventato alla memoria che luogo di venerazione e tifo.

All’estero probabilmente lo avrebbero riportato agli antichi fasti e ci avrebbero associato un museo della storia Romanista nel cuore di quella Testaccio che si è evoluta da quartiere popoloso e popolare a luogo di elezione di una delle movide romane. Continua >>