martedì, Settembre 24, 2024 Anno XXI


Le tante sfumature di grigio ultimamente danno in testa a parecchia gente, non ultimi i capacissimi dirigenti della AS ROMA 1927.
Il loro prodigioso fiuto per il marketing ci ha portato a giocare con una tenuta degna dei peggiori senza colore della storia del pallone.
La condotta dei giocatori, dell’allenatore, della dirigenza, dello staff tecnico, dei preparatori atletici, dei sanitari è FIGLIA LEGITTIMA delle scelte scellerate di questa proprietà che ha tentato (ed in parte ci è riuscita) di estirpare le radici GIALLOROSSE da cui ogni tifoso trae linfa.

Ci ritroviamo allontanati dallo stadio, per scelta nostra, vero, ma mai scelta fu più dolorosa e più eteroindotta da fattori coercitivi e punitivi imposti da questura, prefetto e società, loro sì MOSTRI A TRE TESTE.
Farete a meno di noi, faremo volentieri a meno di questo calcio, di questo stadio.
Parlare della partita di ieri sera ingenera solo un’immensa tristezza.
Osservare con dolore quanto distante è ormai il rapporto tra giocatori e allenatore, tra società e tifosi, fa raccapriccio. Continua >>

Sapevamo da tempo che un’epoca si stava chiudendo, contavamo gli anni, i mesi, le partite che mancavano. Sapevamo che da qualche mese il processo aveva subito un’accelerazione violenta, abbiamo visto gente rinunciare da sola e gente “rinunciata” dallo stato.

Abbiamo affrontato la strada per andare al vecchio Tempio trascinati dalle gambe, che in default ci conducevano senza ragione apparente.

In questi lunghi anni l’amore nostro non è mai venuto meno, molti di noi hanno rinunciato a mogli, qualcuno pure ai figli, parecchi a relazioni famigliari, quasi tutti a qualunque forma di socializzazione domenicale alternativa a quel cazzo di campo di pallone. Continua >>

Da antichi tifosi della Roma non è che ci piaccia troppo esaltare un gesto tecnico di un calciatore.

Ma stavolta si è andati oltre il gesto da campione: Alessandro Florenzi, nella partita più impossibile che ci potesse capitare, risolve ogni difficoltà con un qualcosa che definire TIRO DA CENTROCAMPO è nulla. Continua >>

Da allorquando l’omo inventò er pallone, per abbattere le difese avversarie ci fu necessità del numero nove. Per antonomasia e consuetudine il numero attribuito alla prima punta, detto CENTRAVANTI, nell’epoca in cui le maje non erano costellate di numeretti miscelati a CAZZO DI CANE.

Da Meazza, a Piola, a Roberto BOMBER Pruzzo, passando per altre decine di centravanti, LA STORIA DEL CALCIO SI È SCRITTA CON LE LORO RETI.

Da una quindicina d’anni il falso nueve, erede del centravanti di manovra, pareva avesse mandato in pensione la punta di peso, preposta a sfondare reti e chiappe avversarie.
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